I coloni Greci fondarono in Calabria quella che venne chiamata Magna Grecia che divenne più grande e più potente delle città madre in Grecia.
La Calabria
Il nome Italia significa “abitanti della terra dei vitelli”. Fino all'inizio del V secolo avanti Cristo, con Italia si indicò solo la Calabria, in un secondo tempo il nome fu esteso a tutta la parte meridionale del Paese. Tra l’VIII e il V secolo a.C. nel Mediterraneo imperversò una massiccia ondata migratoria dalla Grecia Le coste Calabre facevano gola ai coloni Greci. Esse ricche di fiumi, colline, porti naturali per ancorarvi le navi, una terra prospera ricca di cibo ed acqua. Molte delle colonie che i Greci fondarono in quella che venne chiamata Magna Grecia divennero più grandi e potenti delle città madre in Grecia.Tra le regioni che videro la fondazione di centri importantissimi per il mondo greco c’è la Calabria: città come Rhegion (Reggio Calabria), Sybaris (Sibari), Kroton (Crotone) e Lokroi Epizephyroi (Locri Epizefiri) divennero così floride e potenti da fondare a loro volta altri insediamenti. Soltanto Roma, attorno al 280 a.C., riusci’ a privarle della loro autonomia. Quello che rimane oggi, sono importantissimi parchi archeologici che raccontano quella fiorente epoca che plasmò la geografia e la cultura del mediterraneo.
1. Parco Archeologico dei Tauriani e la cripta paleocristiana di San Fantino
Il "Parco archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo" si trova a Palmi, nella zona in cui un tempo sorgeva la città di Tauriana (o Taureanum).
Il parco, è grande tre ettari circa, e si trova territorio pianeggiante che domina tutta la costa Viola.
Tauriana, nella sua lunga, antica storia, cambiò denominazione più volte: gli italici la chiamarono Taurianum, i romani Tauriana, i bizantini Tavriana /Tavriano, poi di identificò così tanto con il suo figlio più grande, che per secoli fu chiamata S. Fantino. Dagli inizi del novecento per iniziativa dello storico Antonio De Salvo riprese l’antica denominazione di “Taureana”.
Le ricerche archeologiche ci raccontono della antica presenza in loco di una civiltà più antica della Grecia e dei Roma a cui donò le leggi e fu maestra del suo primo sapere, il “populus dei Tauriani”, identificabile, in una più ampia collocazione storico-geografica, con il popolo italico dei Brettii (i ribelli), che occuparono l’attuale Calabria.
Le strutture rinvenute ed evidenziate all'interno del parco sono le seguenti:
• un villaggio protostorico risalente a quattromila anni fa;
• impianti urbani della città di Tauriana (prima brettia poi romana);
• architetture pubbliche, sacre e private come la "casa del Mosaico";
• il "santuario urbano", da tutti conosciuto come la "casa di Donna Canfora";
• una strada romana passante per la via Popilia;
• un edificio per spettacoli di forma circolare, che già a fine Ottocento lo storico Antonio De Salvo, nell'opera Metauria e Tauriana, aveva immaginato si trattasse di un anfiteatro.
• Inoltre fa parte del parco la Torre Saracena, di epoca moderna.
2. Parco Archeologico di Capocolonna
Noto nell’antichità come “Lakinion akron”, il Parco Archeologico di Capo Colonna si trova a pochi Km da Crotone ed è stato realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Il Parco si estende lungo 30 ettari di terreno dedicato agli scavi (circoscritta dalle mura di età romana) e altri 20 ettari con bosco e macchia mediterranea ( sacro a Hera). Nell'area archeologica ci sono i resti dell’Heraion Lakinion, santuario extraurbano della colonia greca di Crotone.
Luogo di culto molto venerato, noto anche per essere stato frequentato da Pitagora, nel V secolo a.C. divenne sede della Lega Italiota,.
A Capo Colonna è legata anche la figura di Annibale, che da qui ripartì per fare ritorno a Cartagine.
Il più importante edificio del santuario è il grande tempio dorico di Hera Lacinia in stile dorico con pianta rettangolare di 6x19 colonne ed edificato intorno al 470-460 a.C. Del Tempio se ne conservano tracce delle fosse di fondazione e parte dello stilobate orientale con un’unica colonna superstite simbolo divenuta emblema del Parco Nell'area sacra sono presenti i resti di un più antico luogo di culto da cui provengono i preziosi oggetti votivi del Tesoro di Hera, conservati nel Museo archeologico nazionale di Crotone
Le scoperte più importanti risalgono alla fine degli anni ‘80 del Novecento e hanno portato alla luce la Via Sacra e gli edifici del santuario, mentre nel 2014 si evidenzia l’importante scoperta di un foro romano.
3. Parco Archeologico di Locri Epizefiri
Il Parco Archeologico di Locri Epizefiri si trova a pochi chilometri dal comune di Locri. La città era protetta da una cinta muraria di 7 km. All'esterno delle mura si sviluppano le necropoli, mentre la maggior parte delle aree sacre sono disposte in prossimità della cinta. I santuari all'interno delle mura sono dotati di edifici templari monumentali e risalgono al periodo arcaico. Tra i templi rinvenuti, quello in migliori condizioni è il Santuario di Persefone, definito da Diodoro Siculo come "il più famoso tra i santuari dell'Italia meridionale".
Il Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri si trova ai presso l'area sacra di Marasà in cui è stata individuata l'antica colonia locrese di Lokroi Epizephirioi. Il percorso museale si sviluppa su due piani: al piano terra, reperti provenienti dagli scavi archeologici dell'antica polis magno-greca mentre al primo piano sono custoditi reperti precedenti alla colonizzazione greca e risalenti all'età del ferro.
4. Parco Archeologico di Scolacium
Una città dedicata alla dea Atena prima, Minerva poi, il “Parco Scolacium” di Roccelletta sorge nei pressi della Marina di Catanzaro nel territorio del Comune di Borgia, sulla costa Ionica del golfo di Squillace.
La cittadina di Squillace deve il suo nome attuale all'antica Scolacium detta anche Scylletium e successivamente, Minervium e Colonia Minervia.
Minervia Scolacium è il nome della colonia romana che fu fondata nel 123-122 a.C. nel sito dove precedentemente si trovava la città greca di Skylletion, a nord di Caulonia.
Il centro greco è nominato da Strabone ed ha un mito di fondazione collegato alle vicende della guerra di Troia: sarebbe stata fondata da Ulisse, naufragato in quella terra .
La Scolacium romana ebbe vita prospera nei secoli seguenti e conobbe una fase di notevole sviluppo economico, urbanistico e architettonico In età bizantina diede i natali a Cassiodoro
Gli scavi hanno riportato alla luce numerosi reperti archeologici come edifici , ceramiche e numerose statue acefale di epoca romana risalenti almeno all’VIII secolo a.C.),
all’inizio del percorso troviamo un abbazia, opera incompiuta, edificata dai Normanni tra l'XI e il XII secolo, probabilmente utilizzata come struttura di difesa, chiamata appunto Roccelletta.
Coincidenza unica è oggi la presenza di centinaia di cornacchie che ricordano il mito di Athena, cui la città è dedicata, e di questo uccello nero
5. Parco Archeologico di Sibari
Il Parco archeologico di Sibari si trova a Cassano all'Ionio, nella frazione di Sibari, Si tratta del sito di una delle più ricche e importanti città greche della Magna Grecia.
I reperti degli scavi sono conservati nel Museo archeologico nazionale della Sibaritide.
Sibari è la prima colonia fondata dagli Achei sulla costa ionica della Calabria.
Sybaris e Kroton , le più importanti della Magna Grecia, entrarono in una guerra che, nel 510 a.C. e vide la sconfitta e la distruzione di Sibari
L'area del Parco Archeologico è interessata dalla sovrapposizione delle tre città susseguitesi tra di loro nelle varie epoche.
Gli insediamenti protostorici sono testimoniati da alcuni siti della zona, come Castiglione di Paludi, dove esistono i resti di una necropoli dell'Età del ferro, databile al IX-VIII secolo a.C.
Le aree di scavo fino ad ora indagate son quelle dei cantieri di Parco del Cavallo, Prolungamento Strada, Casabianca, Stombi e Oasi
Nella zona del "Parco del Cavallos” trovano resti di età romana. Si tratta di un quartiere organizzato in due grandi plateiai e un teatro.
Nella zona della "Casa Bianca" si trova ha una zona edificata del IV secolo a.C., con una torre circolare.
“Stombi” mostra una zona urbana a insediamento misto, solo in parte riedificata dopo il 510 a.C., con alcune fondazioni di età arcaica, tra le quali un edificio modesto, pozzi e fornaci.
6. Sito Archeologico di Casignana
L’Area archeologica di Casignana è una villa romana che si estende 12 ettari ed situata nel comune di Casignana (RC) in provincia di Reggio Calabria
In questo sito archeologico possiamo apprezzare strutture di una grande domus romana privata risalente al I secolo d.C. contenente il più grande repertorio di mosaici policromi noto in Calabria.
La fase più importante della villa, il cui impianto originario risale al I secolo d.C. è quella di un'importante ristrutturazione del IV secolo.
Si ritiene che la Villa possa essere appartenuta ad una famiglia patrizia molto importante probabilmente legata all’attività vinicola. Attorno ad essa si era sviluppata anche un centro di sosta per i funzionari della burocrazia imperiale che viaggiavano da Locri a Reggio Calabria.
Sono stati rimessi in luce gli ambienti di un ampio complesso termale privato,
riccamente decorati con mosaici policromi, tra i quali :
due ambienti a pianta ottogonale, un ambiente riscaldato (il calidarium) e un ambiente con temperatura più moderata (il tepidarium) che serviva a preparare il fisico all'ambiente più freddo (il frigidarium). Nella villa è presene anche da un ambiente rettangolare.
Nel grande salone rettangolare e in due ambienti riscaldati si fa uso dell'opus sectile, una tecnica sopraffina che utilizza lastre in marmo, per il pavimento e per la parte bassa delle pareti.
Il calidarium, con impianto di riscaldamento a ipocausto e tubi fittili sulle pareti, ha pianta ottagonale e pavimentazione a mosaico in piccole tessere. Del complesso fanno parte anche una sala rettangolare pavimentate in lastre di marmo colorato.
Il frigidarium detta sala delle Nereidi, e datato al III secolo, che raffigura in grandi tessere bianche e verdi un thiasos marino con quattro figure femminili che cavalcano un leone, un toro, un cavallo e una tigre terminanti con una coda di pesce. La sala ha pianta ottagonale con quattro lati absidati e presenta due vasche per acqua fredda.
A monte si trova un ninfeo monumentale con cisterne.
Sul lato opposto della strada statale si trova la parte residenziale della villa, con ambienti articolati intorno ad un grande cortile. Vi si trovano ancora pavimentazioni a mosaico tra cui la “Sala di Bacco” che mostra il dio del vino in stato di ebbrezza, sorretto da un satiro e da altre stanze tra cui la “Sala di Venere” e la “Sala delle 4 stagioni” e le “latrine”
7. Sito Archeologico di Castiglione di Paludi
Il sito archeologico di Castiglione di Paludi costituisce una delle più importanti e meglio conservate testimonianze di architettura militare della Magna Grecia.
Un disteso insediamento umano del IV a.C. riferito quasi certamente ad una città brettia, è stato indagato sulla collina delimitata dai torrenti Coseria e Scarmaci, nell'area archeologica di Castiglione di Paludi. Sul pianoro antistante l'abitato, erano già state scavate 50 sepolture del IX a.C. corredate da armi, lance in ferro e bronzo, fibule, lamine decorate ed altri oggetti. L'area di Castiglione di Paludi potrebbe nascondere l'antica città enotra di Cossa, nei pressi della quale, più tardi, i brettii edificarono una loro città.
Una città di Enotria, nota col nome di Cossa, compare in un frammento di Ecateo di Mileto del VI a.C. e più tardi Giulio Cesare nel De Bello Civili, menziona una città di nome Cossa nel territorio di Thourioi.
8. Sito Archeologico di Francavilla Marittima
L’Area archeologica di Francavilla Marittima si trova a circa 14 chilometri di distanza dall'antica Sybaris, si trova un terrazzamento, chiamato Timpone della Motta. Il sito, fa parte nel comune di Francavilla Marittima
Il sito archeologico è molto interessante in quanto uno dei più importanti insediamenti indigeni precoloniali, fondato dagli enotri.
La ricca necropoli annessa in località Macchiabate ha supplito alla scarsità delle notizie storiche relative al villaggio enotro, con i cospicui rinvenimenti archeologici.
9. Sito Archeologico di Monasterace Marina
L'identificazione dell'antica colonia di Kaulon con l'area compresa tra Punta Stilo e l'abitato di Monasterace Marina, si deve all' archeologo Paolo Orsi che nel 1890 rinvenne in prossimità della spiaggia, i resti di un monumentale tempio dorico.
Il sito archeologico sommerso di Kaulon è invece un' area un tempo emersa che si trova attualmente tra i 7,5 m ed i 5 m di profondità ed è caratterizzata dalla presenza di numerosi elementi architettonici lavorati e semilavorati. Esso è costituito da oltre 200. Le colonne presenti sono databili tra il 480 ed il 470 a.C.
L'area archeologica di Monasterace Marina, si trova attorno al grande tempio dorico. Nel sito archeologico sono presenti anche alcune zone immediatamente fuori delle cinta murarie.
È costituita sia dal Parco Archeologico con annesso Museo a terra, che dall’area archeologica sommersa nel tratto di mare antistante il Parco, dove è possibile effettuare l’immersione nel Sito Archeologico sommerso di Kaulon.
È composto da 7 sale. La prima mostra reperti della fondazione della città di Kaulon La seconda espone i corredi della necropoli dell'area di nord-ovest di Kaulon al di fuori delle mura con reperti risalenti tra il VI ed il IV secolo A.C. tra cui di attività produttive. Nella terza sala c'è il materiale trovato nel santuario di Punta Stilo, tra cui anche la Tabula Cauloniensis in bronzo, il più lungo testo scritto acheo in Italia risalente al V secolo A.C. Nella quarta sala è allestita la ricostruzione del recinto e delle terme ellenistiche di "Casamatta". La quinta sala mostra i reperti dei resti delle case dell'area San Marco e il mosaico del Drago. La sesta sala è dedicata alla ricostruzione di una casa di Kaulon mentre nella settima c'è la ricostruzione del santuario di Passoliera nonché rocchi di colonne frutto di rinvenimenti subacque.