Unire lusso e moda sostenibile si può. Ecco come la moda italiana, dalle start up alle grandi Maison, interpreta la sua leadership in un mondo che cambia, fra eventi glamour e tessuti innovativi.

Come possono gli amanti dello stile e dell'eleganza inserirsi in un approccio sempre più etico e green verso il nostro pianeta? È straordinario ciò che creatività, innovazione e nuove tecnologie possono realizzare e i grandi eventi della moda italiana sanno come far conoscere queste bellissime "rivoluzioni" al mondo intero, in un contesto super glam.

Lo sapevate che il Teatro della Scala a Milano ha ospitato i primi Green Carpet Fashion Awards della storia? All'evento di punta della Milano Fashion Week 2017 erano presenti quattro "mostri sacri" del Made in Italy come Giorgio Armani, Miuccia Prada, Alessandro Michele e Pierpaolo Piccioli, ma non solo...

A guidare questo cambiamento, oltre ai grandi brand, ci sono tantissime piccole aziende artigianali e start up innovative capaci di creare nuovi tessuti dai materiali più disparati. E, ciò che fino a poco tempo fa era visto solo come materiale di scarto, diventa magia.

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Il fast fashion e la moda "usa e getta"

Il fast fashion e la moda

L'attenzione verso l'ambiente è un tema sempre più sentito (da poco si è conclusa la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta come Cop26 di Glasgow) e anche l'industria della moda deve prendersi le sue responsabilità.

La diffusione sempre maggiore del "fast fashion" ha un impatto notevole sul benessere del nostro pianeta: è tutto quell'enorme settore che realizza abiti di bassa qualità, che lancia nuove collezioni continuamente e che vende a prezzi super ridotti, incentivando quindi l'usa e getta e lo spreco. Dietro alla gioia di fare shopping e tornare a casa con le borse piene di vestiti nuovi senza avere il portafogli vuoto, però, ci sono degli aspetti a cui non sempre si pensa. È ovvio che per poter vendere abbigliamento a basso costo bisogna produrlo a basso costo e quindi chiudere un occhio (o anche due) su tantissimi aspetti della produzione. La bella notizia è che la moda, per essere davvero sostenibile, dev'essere anche accessibile, quindi non servirà spendere cifre folli, ma solo "un po' di più" per fare la nostra parte nella salvaguardia del benessere del pianeta e dei lavoratori del settore.

Perché la moda italiana è così speciale?

Perché la moda italiana è così speciale?

Il segreto del successo della moda italiana è legato ad una lunga tradizione artigianale che ha sempre dato importanza all'alta qualità dei tessuti e tutto il mondo la ama perché, dentro a quelle creazioni, si percepiscono una passione e una competenza capaci di realizzare uno stile senza eguali. Senso innato dell'eleganza, sartoria eccellente, scelta di materiali pregiati e costante ricerca dell'innovazione sono ben distanti dalla logica del Fast Fashion. L'Italia, infatti, ha la fortuna di poter disporre all'interno dei suoi confini di tutte le fasi della produzione manifatturiera della moda, dalle materie prime come filati, pellami e tessuti, agli stilisti, alle sarte. Ecco perché i prodotti finiti sono capi di valore che non si logorano nell'arco di una stagione e che quindi si trasformano molto più raramente e lentamente in rifiuti. Chi getterebbe nella spazzatura un abito di Valentino o di Giorgio Armani??

In un periodo come quello che stiamo vivendo, però, tutto questo non basta: il Made in Italy deve evolversi e adottare la logica della sostenibilità in tutte le sue fasi. L'Italia è il primo produttore mondiale di moda del lusso e ormai l'intera industria della moda italiana si sta dirigendo verso una produzione sempre più etica e green. Grazie al suo ruolo di leadership, ha il potere di guidare questo cambiamento e, inoltre, la sostenibilità è diventata una leva competitiva fondamentale per incontrare il consenso di un pubblico sempre più attento. Ecco perché, come sempre, si è messa in prima linea con il suo modo glamour e inconfondibile di fare le cose. 

La moda deve continuare a far sognare e può farlo in maniera ecologica. Abbiamo quindi pensato di creare un Oscar della moda eco-sostenibile, che non esisteva fino ad oggi. Anziché celebrare il red carpet, celebreremo il green carpet.

Carlo Capasa

La Milano Fashion Week e i primi Green Carpet Fashion Awards

La Milano Fashion Week e i primi Green Carpet Fashion Awards

«La moda deve continuare a far sognare e può farlo in maniera ecologica. Abbiamo quindi pensato di creare un Oscar della moda eco-sostenibile, che non esisteva fino ad oggi. Anziché celebrare il red carpet, celebreremo il green carpet»: ecco le parole del Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) Carlo Capasa. Il 24 settembre 2017, durante la Milano Fashion Week, sono andati in scena i primi Green Carpet Fashion Awards della storia nella bellissima cornice del Teatro alla Scala preparato per l'occasione con un allestimento di alberi di melograno dai tronchi dipinti di rosso e oro. L'evento è stato organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana in collaborazione con Eco-Age (agenzia di consulenza e comunicazione che supporta i brand internazionali nel loro percorso verso l’etica e l’eco sostenibilità). Questa cerimonia ha significato un grande successo per la moda sostenibile, riunendo i più grandi stilisti, i designer italiani emergenti, le case di moda di lusso, le realtà artigiane e le aziende più innovative del mondo della sostenibilità. 

Tra i presenti Giorgio Armani, Miuccia Prada, Alessandro Michele (Direttore Creativo della Maison Gucci) e Pierpaolo Piccioli (Direttore Creativo della Maison Valentino), oltre a molti personaggi di spicco del fashion biz italiano e internazionale, come il neo-direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti e la direttrice di Vogue America Anna Wintour. Ultime, ma non ultime, le star del mondo dello spettacolo che possono dare un contributo fondamentale alla causa della sostenibilità ambientale influenzando con il loro esempio milioni di follower.

La cerimonia ha assegnato i primi Oscar della moda sostenibile provando così che lusso, bellezza e attenzione per l'ambiente possono non solo coesistere, ma essere un'abbinata vincente per un mondo più etico (oltre che glam). A vincere i primi Sustainable Fashion Awards la ex top model e attivista Gisele Bündchen e gli stilisti Pierpaolo Piccioli e Brunello Cucinelli, premiati con le statuette disegnate da Chopard raffiguranti - appunto - una melagrana.

I tessuti più innovativi e curiosi della moda sostenibile italiana

I tessuti più innovativi e curiosi della moda sostenibile italiana

Quando l'ideale è alto, l'innovazione sa creare cose meravigliose. Avreste mai pensato di ricavare bellissimi capi di abbigliamento e borse utilizzando marmo, arance o caseina? I brand e gli stilisti italiani stanno sperimentando sempre più l'utilizzo di nuovi tessuti ecologici e riciclati e, in questo nuovo paradigma della moda, oltre ai grandi nomi e a marchi affermati si stanno facendo strada alcune start up molto interessanti.

Fra le invenzioni più geniali c'è sicuramente l'idea di due ragazzi di Verona che producono giacche impermeabili in marmo e borse in pelle di legno create con le eccellenze del territorio italiano. Il marmo viene polverizzato e trasformato in un materiale gommoso che rivestirà parka e raincoat. Da foreste etiche arriva il legno che viene lavorato per diventare un materiale flessibile simile alla pelle, utilizzato per creare tracolle e pochette con venature e nodi.

Con la caseina estratta dalle eccedenze di latte si possono realizzare t-shirt, come ha fatto una start up pisana (anche se l'idea è ripresa da un brevetto degli anni Trenta, ma migliorata). La fibra di latte è un tessuto ottenuto dalla caseina che viene trasformata in fibra grazie a rivoluzionarie tecniche di bioingegneria. Il risultato è un tessuto resistente, morbido e leggero, in grado donare alla pelle una piacevole sensazione di freschezza e benessere.

Un'altra fibra che vi vogliamo presentare è quella ricavata dagli scarti delle arance, che in un Paese come l'Italia ammontano a centinaia di migliaia di tonnellate all’anno. L'idea è nata da due ragazze di una regione italiana famosissima per la produzione delle arance: la Sicilia. Il ricavato è un filato chiamato Orange Fiber, una fibra biodegradabile simile alla seta che non conserva né il colore né il profumo degli agrumi. Oggi la utilizzano anche brand affermati come Salvatore Ferragamo per lussuose collezioni di abbigliamento femminile e la catena H&M per la sua Conscious Collection (ebbene sì, anche i colossi del fast fashion stanno pian piano prendendo la direzione della sostenibilità).

Dall'idea di un'azienda milanese di riciclare la vinaccia (gli scarti dell’uva utilizzata per produrre il vino) nasce il Wineleather, una similpelle prodotta ad impatto zero, ideale per la creazione di borse e altri accessori.

Il futuro della moda italiana: le scelte dei grandi brand del lusso

Il futuro della moda italiana: le scelte dei grandi brand del lusso

La moda sostenibile sta diventando sempre più una tendenza. Molte aziende del settore stanno presentando capsule collection che adottano la scelta di materiali green, il recupero dei materiali di scarto e il riciclo e, più la moda sostenibile diventerà un mainstream, più sarà possibile abbassare il prezzo finale dei prodotti. Ad oggi possiamo dire con orgoglio che l'industria della moda ha preso una direzione ben precisa, trainata dai brand del lusso che hanno deciso di virare verso il green.

Uno di questi è sicuramente la Maison Gucci che, sotto la direzione di Alessandro Michele, è stata eletta come la prima corporation più sostenibile al mondo in ambito fashion. Ciliegina sulla torta: il portale Gucci Equilibrium lanciato nel 2019 per informare sulle pratiche sociali e ambientali adottate dal marchio.

Prada, dal canto suo, con il progetto Prada Re-Nylon presenta gli iconici accessori della casa di moda in ECONYL®, un nuovo materiale ottenuto dai rifiuti di plastica raccolti da oceani, reti da pesca e rifiuti di fibre tessili.

Inoltre, il brand ha comunicato che non utilizzerà più pellicce per i suoi capi donna, scelta adottata anche da Donatella Versace che, nel quadro di un progetto più ampio verso l'eco-sostenibilità, ha dichiarato: «Non voglio uccidere animali per fare moda».

Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali.

Giorgio Armani

Giorgio Armani ha sostituito le pellicce vere con quelle ecologiche già dalla collezione autunno inverno 2016/2017. Ecco le sue parole: «Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali». In occasione dell’Earth Day 2021, re Giorgio ha creato, in collaborazione con National Geographic, una serie di t-shirt e felpe ispirate alla natura con l'obiettivo di dare voce al tema della tutela della biodiversità e delle specie a rischio.

Anche la Maison Valentino negli ultimi anni ha intrapreso una strada di grande impegno a livello etico e ambientale, soprattutto nei confronti degli animali, che le ha valso il Legacy Award alla terza edizione dei Green Carpet Fashion Awards. La casa di moda ha scelto di abolire entro il 2021 la lana di alpaca dalle sue collezioni, che saranno completamente fur-free a partire dal 2022. L'ultima novità è il nuovo packaging che verrà lanciato a breve e che riconfigurerà la brand identity: a basso impatto ambientale, realizzato per la maggior parte con materiali riciclati, ma senza intaccare l’anima artigianale e le nuance simbolo del brand, ovvero il bianco e il rosso.

Un mondo dove lusso, eleganza e sostenibilità convivono è davvero possibile, e sarà il mondo più glam che abbiamo mai visto.

Contenuto realizzato grazie alla collaborazione di Best Magazine.

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