La pasticceria nostrana, nelle sue accezioni regionali, è una scoperta morso dopo morso: deliziamoci con 20 dolci tipici italiani da nord a sud
La gastronomia italiana è apprezzata in tutto il mondo anche grazie alla sua antica e variegata tradizione dolciaria. La pasticceria nostrana si distingue da regione a regione e in ogni territorio esistono specialità dolciarie che ne esaltano gli ingredienti tipici e ne portano avanti le usanze popolari.
In questo articolo abbiamo selezionato 20 dolci tipici italiani di vario genere, uno per regione, per accompagnarti in una squisita traversata dalla Valle D’Aosta alla Sicilia.
Il meglio della pasticceria in 20 dolci tipici italiani
La cultura del dessert del Bel Paese non consiste in una semplice conclusione dei pasti, in uno sfizio che dia al nostro palato un’ultima coccola, ma in una vera e propria esperienza, che possa avvicinare ancor di più alla cultura e all’essenza delle singole regioni.
Sì, perché qualunque sia la tua destinazione in Italia, se ti approccerai ai tesori dell’arte dolciaria scoprirai che ogni torta, ogni biscotto e ogni snack parla del territorio in cui è stato realizzato, della sua storia, delle sue tradizioni e dei suoi prodotti tipici, che forse proprio nella pasticceria raggiungono un livello massimo di esaltazione.
Che sia per colazione o per merenda, oppure dopo cena insieme al caffé e all’amaro, alcuni dei nostri dessert tradizionali non avrebbero bisogno di presentazione, mentre altri sono ingiustamente poco conosciuti al di fuori della loro regione. Ecco perché vogliamo accompagnarti in questo squisito viaggio lungo tutta la penisola con 20 dolci tipici italiani, uno per ogni regione, in modo da poterli riapprezzare o magari scoprire.
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20. Maritozzo laziale
Il maritozzo è un classico della pasticceria laziale, un dolce che si consuma generalmente a colazione, in particolare nei bar di Roma. Si tratta di una piccola pagnotta di farina, uova, miele, burro e un pizzico di sale, che viene tagliata a metà e farcita con panna montata.
Le sue origini risalgono all’Antica Roma, quando veniva consumato dai cittadini più umili; durante il Medioevo divenne il dolce tipico della Quaresima per poi trasformarsi, in tempi successivi, nel manicaretto che accompagnava le promesse di matrimonio, tanto che alle volte vi venivano nascosti all’interno gli anelli di fidanzamento.
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19. Tenerina emiliana
Tra i dolci tipici italiani non possiamo non parlare della tenerina, una delle specialità culinarie dell’Emilia Romagna reperibile nella gran parte dei ristoranti e delle pasticcerie della regione.
Si tratta di una torta tipica della città di Ferrara detta anche “torta regina del Montenegro” o “Montenegrina” in onore di Elena Petrovich del Montenegro, moglie di Vittorio Emanuele III, per la quale venne preparata la prima volta.
L'ingrediente principale di questo dolce è il cioccolato fondente che viene impastato con uova, burro e un pizzico di farina, per dar vita a una specialità dalla consistenza morbida e umida, che si scioglie al palato, tanto da venire chiamata localmente “taclenta”, ovvero “appiccicosa”.
18. Tiramisù veneto
Il più famoso e amato al mondo tra i dolci tipici italiani, il tiramisù è un capolavoro a base di savoiardi intinti nel caffè e ricoperti di una crema realizzata con mascarpone, uova e zucchero, alle volte aromatizzata con il liquore, e cosparso di cacao in polvere: il perfetto dopo-cena.
Secondo la tradizione, una versione arcaica del tiramisù nascerebbe a Treviso nel XIX secolo, dal dolce contadino sbatudin, ovvero il classico zabaione, che serviva per l’appunto per rinforzare, per “tirare su”, ma la forma che attualmente conosciamo esiste solo dagli anni Settanta.
17. Strudel friulano
Lo strudel è un tipico dessert del nord Europa ma è largamente consumato anche nelle nostre regioni settentrionali, come ad esempio il Friuli Venezia-Giulia.
È un dolce le cui origini si perdono nelle nebbie della storia e se ne trovano di molto simili anche in Medio Oriente, Grecia e Balcani. La versione più simile all’attuale risalirebbe però all’epoca dell’Impero austro-ungarico, di cui il nord est del nostro paese ha fatto parte e dove si è successivamente diffuso assumendo caratteristiche locali e ricevendo la denominazione ‘Prodotti agroalimentari tradizionali italiani’.
Si realizza con una pasta simile alla sfoglia, che viene arrotolata e farcita con un ripieno profumatissimo di mele, pinoli, uvetta e cannella. Si accompagna spesso alla panna oppure, per i più golosi, a una palla di gelato.
16. Cantucci toscani
Lasciamo per un attimo da parte le torte e concentriamoci sui biscotti, altra immancabile delizia della pasticceria nostrana amatissimi in tutto il mondo.
Siamo in Toscana e non possiamo tralasciare i famosissimi cantucci, biscotti secchi alle mandorle, realizzati tagliando a fette il filoncino di impasto mentre è ancora caldo; vengono solitamente accompagnati col vin santo, per un dopocena leggero ma ugualmente deciso e ricco di gusto.
Secondo fonti storiche, questi dolci tipici italiani risalgono al XVI secolo ed erano prodotti principalmente a Pisa ma attualmente si possono gustare anche a Siena, Firenze e in tutta la regione.
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15. Seadas sarde
Le seadas sono un dolce con un impasto a base di semola e strutto, che viene steso e diviso in due metà, per contenere un ripieno di formaggio, essere fritto e infine condito con miele di corbezzolo o castagno (o zucchero eventualmente).
Simbolo della cucina sarda, le seadas devono probabilmente il nome alla cebada, un cereale consumato sull'isola dai tempi del Paleolitico, mentre altri sostengono che derivi dal termine sardo sebu che indica il grasso animale. Col tempo il dolce è stato reinventato e in certe preparazioni si utilizza il formaggio cotto invece che crudo.
14. Pannacotta piemontese
Spostiamoci in Piemonte per un dolce al cucchiaio semplice e versatile, ovvero la pannacotta. Questo budino è realizzato unendo panna, zucchero e colla di pesce (per far consolidare l’insieme una volta posto in frigorifero), aromatizzato con semi di una bacca di vaniglia e infine arricchito con del caramello oppure con sciroppi di frutta o cioccolato.
Questo dolce risale agli inizi del XX secolo e la sua bontà incantò persino Giacomo Leopardi, che ne parlò in un suo componimento. Pare che l’attuale ricetta si deve al cuoco Ettore Songia, celebre ristoratore di Cuneo che l’avrebbe ideata negli anni Sessanta del secolo scorso.
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13. Babà campano
Questo dolce a pasta lievitata non avrebbe certamente bisogno di presentazioni ma noi desideriamo comunque dire qualcosa al riguardo. Il babà, re della pasticceria napoletana insieme alla sfogliatella e alla pastiera, si consuma in tutti i bar della Campania, sia sotto forma di torta che come pasticcino singolo, ed è immancabile tra i mignon che di frequente completano il pranzo della domenica.
Sembra che la sua origine risalga all'esilio in Francia del re polacco Stanislao Leszczinski, il quale era solito consumare il kugelhupf, un dolce slavo a cui aggiunse rum. Grazie a Maria Carolina d’Asburgo Lorena, moglie del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone, il babà raggiunse Napoli, dove venne fatto preparare il giorno delle sue nozze dei migliori chef francesi. Da allora la sua preparazione si diffuse in tutta la città divenendone uno dei tratti distintivi.
12. Cassata siciliana
Emblema della pasticceria siciliana, la cassata è uno dei più noti dolci tipici italiani.
Lo si trova sotto forma di torta con una base di ricotta di pecora zuccherata, pan di Spagna, pasta reale e frutta candita. Ne esistono varie versioni lungo l’isola a seconda della composizione, con ad esempio l’uso o meno di scorza d'arancia candita, pistacchio, pinoli, cioccolato, cannella e acqua di zagara.
L’origine del dolce sarebbe araba e si colloca più precisamente nelle cucine del palazzo dell’emiro di Palermo. La ricetta subì successivamente delle modifiche durante l’epoca normanna e il XVII secolo e si giunse alla versione attuale nel 1873, grazie al pasticciere palermitano Salvatore Gulì. Tuttavia, la copertura di glassa e la frutta candita si affermarono solo a partire dalla fine del XIX secolo. Ne esiste anche una versione monoporzione, la “cassatina”.
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11. Tegole valdostane
Torniamo ai nostri amatissimi biscotti e ci spostiamo in Valle D’Aosta per gustare le Tegole. Si tratta di dolcetti sottili e croccanti, così simpaticamente denominati per la loro forma e consistenza.
Si preparano con un impasto di farina di mandorle e nocciole, burro, albumi e zucchero e si possono gustare in tutta la regione, spesso accompagnate da una golosa crema di mascarpone, oppure dalla deliziosa Crema di Cogne, una mousse al cioccolato che troneggia tra le specialità dolciarie valdostane. In alternativa, sono perfetti per la colazione o per un tè pomeridiano.
10. Sbrisolona lombarda
Celebre torta della città di Mantova, la sbrisolona è uno dei più amati dolci tipici italiani in patria ma poco conosciuto all’estero.
Fu introdotto nella nostra pasticceria nel Seicento, all’epoca del Ducato dei Gonzaga, ed è una rielaborazione di un piatto povero che successivamente è stato reso più "raffinato".
Consiste in una base irregolare, croccante e friabile, che si compone di un mix di farina bianca, farina di mandorle e farina di mais, uova, burro zucchero e mandorle intere. La sua particolarità, che le dà il nome, consiste nel fatto che per consumarla non si taglia con il coltello ma si spezzetta con le mani.
9. Strauben, frittelle trentine
Il profumo delle Strauben, o strabioli, ci trasporta immediatamente nelle splendide terre del Trentino Alto Adige, tra le nevi dell’inverno e i panorami montani, dove si possono gustare caldissime alle bancarelle.
Si tratta di frittelle a spirale preparate con un impasto di farina, burro, latte uova e qualche goccia di grappa, successivamente fritte nell’olio bollente in modo da formare torciglioni arrotolati. Vengono infine ricoperte di zucchero a velo e marmellata di mirtilli. Per ottenere la loro forma caratteristica, l’impasto viene fatto gocciolare direttamente nell’olio attraverso una sorta di imbuto.
Si consumano generalmente a Carnevale ma è possibile gustarle tutto l’anno.
8. Canestrelli liguri
Chi non conosce i famosi biscottini a forma di fiore con un buco nel mezzo? I canestrelli sono un’istituzione tra i dolci tipici italiani e nella pasticceria ligure e rappresentano un abbinamento ideale per una tazza di tè o un cappuccino.
L’origine dei canestrelli è molto antica e si rifà a riti propiziatori per ingraziarsi la dea Cerere, in modo che agevolasse i raccolti, ma secondo altri richiamerebbe l’usanza ottocentesca di realizzare dei piccoli canestri di pastafrolla nel periodo di Pasqua per potervi conservare le uova colorate. Nel tempo, i canestri si rimpicciolirono per essere consumati e assunsero la forma con cui lo conosciamo attualmente.
La ricetta prevede un impasto semplicissimo di farina, uova, zucchero, burro e vaniglia, che rendono questi biscotti profumatissimi e friabili, che quasi si sciolgono in bocca. Il tocco finale consiste nello spolverizzarli semplicemente con dello zucchero a velo ma non è raro trovarli con una copertura di cioccolato bianco o fondente.
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7. Ciaramicola umbra
Poco noto tra i dolci tipici italiani, la Ciaramicola è un’istituzione nella pasticceria umbra. Si consuma generalmente a Pasqua, periodo in cui anticamente gli innamorati la regalavano alle proprie fidanzate, ma la si trova abbastanza facilmente tutto l’anno.
Le due peculiarità di questa torta sono il suo centro, spesso a forma di croce, a richiamare la Passione di Cristo, e il suo colore rosso vivo. Ciò è dovuto all’uso dell’Alchermes, il liquore cremisi noto per il suo potere colorante, che viene aggiunto all’impasto di farina, lievito, uova, zucchero, burro e scorza di limone. Viene infine ricoperta da una glassa di albume d’uovo e zuccherini colorati.
6. Scroccafusi marchigiani
Tra i dolci tipici italiani meno conosciuti troviamo sicuramente questa delizia marchigiana, un classico del periodo di Carnevale che si può però gustare anche in altri periodi dell’anno.
Gli scroccafusi sono dei dolcetti della tradizione popolare locale, il cui nome alquanto onomatopeico richiama la loro croccantezza e invita al morso; si tratta di frittelle dalla forma irregolare, con un impasto semplicissimo di farina, zucchero, uova, burro e un goccio di liquore (Sambuca o Mistrà), che viene fatto lievitare, poi lessato e in seguito fritto nell’olio, per donare la consistenza crispy - anche se tradizione vuole che vengano cotti in forno. infine vengono cosparsi di zucchero a velo, miele o Alchermes, per dargli un vivace colore rosso.
Il segreto per farli venire perfetti? Secondo la tradizione, non disturbare per nessun motivo chi li sta preparando.
5. Pan Ducale abruzzese
Spostiamoci in Abruzzo per un dessert davvero delizioso e con una storia molto antica, il Pan Ducale, una sorta di plum cake tipico della zona di Atri, in provincia di Teramo, che nel tempo è divenuto un simbolo della pasticceria di tutta la regione.
Si tratta di una rivisitazione di un dolce contadino, la pizza di mandorle, che nel 1352 fu offerta dai cittadini al Duca Acquaviva, a capo del Ducato di Atri, per accattivarsi le sue simpatie e che fu addirittura rinominata in suo onore.
La ricetta che ha conquistato il nobiluomo prevede una base di farina, uova, burro, frutta candita, scaglie di cioccolato fondente e naturalmente mandorle.
4. Pasticciotto pugliese
È davvero impossibile visitare la Puglia e non assaggiare uno squisito pasticciotto. Tipico della zona di Lecce, il pasticciotto è un dolcetto di piccole dimensioni, un fagottino con una cupoletta in cima preparato con un impasto di pasta frolla morbida e un ripieno godurioso di crema pasticciera.
Questo simbolo della cucina salentina fu inventato nel 1745 da Andrea Ascalone, un pasticciere di Galatina, in provincia di Lecce, che lo inventò mentre sperimentava nel suo laboratorio, utilizzando gli avanzi delle torte. Deluso dal risultato, che ritenne un “pasticcio” volle quasi sbarazzarsene ma per fortuna lo regalò al parroco locale, che invece lo apprezzò, gli fece pubblicità e il resto è storia.
Oggi il pasticciotto presenta numerose varianti - crema e amarena, pistacchio, cioccolato e così via - tutte altrettanto golose.
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3. Laganedd lucane
Le Laganedd sono dei dolcetti della tradizione lucana, una prelibatezza, anche in questo caso, dalla storia molto antica.
Tipici della città di Stigliano, in provincia di Matera, ma a diffusi in tutta la Basilicata, si ricollegano alla figura della spigolatrice, ovvero colei che nei secoli scorsi, una volta finito il raccolto delle spighe di grano, raccoglieva tutto ciò che era rimasto nei campi, in particolare mandorle e uva, e con questi preparava deliziosi manicaretti. Il nome richiama le lagane, un formato di pasta lucano, che si preparava con un martello denominato laganatore, lo stesso con cui veniva schiacciato l’impasto di questo dolcetto.
La ricetta odierna delle Laganedd è rimasta piuttosto invariata: un involucro croccante di farina, uova, olio extravergine d’oliva e vino bianco e un ripieno di mandorle, uvetta, cioccolato fondente, cannella, chiodi di garofano e miele.
2. Milk Pan molisani
Sebbene il suo nome sembri straniero, il Milk Pan è una specialità italianissima, per la precisione molisana. Questa delizia originaria di Campobasso fu inventata negli anni Sessanta nella pasticceria Iannetta, che ancora oggi lo produce con orgoglio e amore.
È una piccola torta a forma di cupola, con una base soffice e profumata e una copertura di crema alla nocciola e cioccolato bianco. L’impasto si prepara con farina, zucchero, uova, mandorle e burro ed è arricchito con uno speciale liquore giallo, il Milk, appunto, un'originale miscela di erbe macerate in alcol e infine unite al latte. L’idea della famiglia Iannetta fu quella di sfruttare in pasticceria questo squisito nettare - e noi crediamo ci sia proprio riuscito.
1. Pitta ‘mpigliata calabrese
Siamo giunti in Calabria per parlare della pitta ‘mpigliata (o ‘nchiusa), un dolce che appartiene alla provincia di Cosenza.
Questo dolce tipico italiano fu inventato nel Settecento, quando veniva consumato principalmente durante le cerimonie nuziali, mentre oggi è un must delle feste di Natale, sebbene lo si trovi anche in altri periodi dell’anno.
Cattura lo sguardo grazie alla sua particolare forma, che ricorda una rosa, e il suo nome deriva dall’ebraico (pitta significa “schiacciata”). Si prepara con una sfoglia speziata e profumatissima, a base di farina, olio, vino, cannella, bucce e succo d’arancia, che viene stesa e tagliata a strisce dentellate. Queste vengono poi farcite con un ripieno di noci, uvetta, chiodi di garofano, miele e un bicchierino di liquore all’anice e arrotolate su sé stesse, per assumere l’aspetto floreale già citato.
I 20 dolci tipici italiani delle nostre regioni
Siamo giunti alla fine del nostro viaggio tra i 20 dolci tipici italiani delle nostre regioni e sappiamo di aver catturato il tuo sguardo e soprattutto di averti incuriosito.
Quello nella pasticceria nostrana rappresenta un viaggio nel viaggio, una tappa ulteriore sulla tua rotta turistica che non puoi assolutamente tralasciare; ora non ti resta che scegliere quale sarà il territorio da cui vorrai farti addolcire.