Da "pane dei poveri" a protagonista dei dolci autunnali, ecco a voi il Castagnaccio. Scopriamo insieme storia, ricetta e curiosità di questa golosità.

Ottobre, tempo di castagne… Ottime arrosto, oppure lesse al profumo di rosmarino, nelle minestre di legumi o per preparare ottimi dolci. Ed è proprio un dolce la golosa ricetta di cui vi parleremo in questo articolo: il Castagnaccio.

Dolce autunnale di origine contadina tipico della Toscana, il Castagnaccio si prepara con farina di castagne, uvetta, pinoli e rosmarino. Ha una consistenza compatta e un gusto molto particolare, rustico e poco dolce.

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Le origini del Castagnaccio

Origini del Castagnaccio

L'antica ricetta del Castagnaccio

Il Castagnaccio è un dolce rustico, nato come piatto povero nelle zone dell’Appennino tra Toscana ed Emilia Romagna dove le castagne erano alla base dell'alimentazione delle popolazioni contadine ed è conosciuto con diversi nomi e varianti a seconda delle località: ghirighio, pattona, toppone, baldino e migliaccio.

Un tempo il Castagnaccio veniva chiamato ‘pane di legno’ o ‘pane dei poveri’ per la semplicità dei suoi ingredienti. Infatti, in origine, si preparava solo con farina di castagne, acqua e poco olio extravergine di oliva e veniva cotto su pietre calde; nel tempo, questo impasto denso e nutriente si è arricchito di pinoli e uvetta, fino a diventare la versione tradizionale che possiamo gustare oggi.

In seguito al benessere economico del secondo dopoguerra il Castagnaccio è stato quasi dimenticato ma in tempi recenti è tornato ad essere il protagonista del periodo autunnale tanto che al Castagnaccio è stata dedicata una Giornata Nazionale che si celebra ad ottobre!

La storia del Castagnaccio

Le prime notizie sul Castagnaccio risalgono al 1500.

Secondo quanto scrive l’umanista Ortensio Landi nel Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia e di altri luoghi (Venetia, 1553) l’invenzione del Castagnaccio si deve a Pilade da Lucca, “il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda”.

A partire dall’Ottocento il Castagnaccio si arricchisce di uvetta e pinoli e si diffonde nel resto d’Italia.

Alla fine dell’ ‘800 il famoso gastronomo Pellegrino Artusi annovera il Castagnaccio nella sua raccolta di ricette dal titolo ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’ come “Migliaccio di farina dolce volgarmente castagnaccio” (Ricetta 240) e, da allora, il Castagnaccio iniziò a comparire anche nei ricettari.

Ingredienti e preparazione

Il Castagnaccio appena sfornato

Il Castagnaccio appena sfornato

Farina di castagne 300 g

Acqua 500 g 

Uvetta 1 manciata

Pinoli 1 manciata abbondante

Rosmarino 1 rametto

Olio extravergine d’oliva

Sale marino un pizzico

Per preparare il castagnaccio iniziate mettendo a mollo l’uvetta in acqua fredda e proseguite setacciando la farina di castagne in una ciotola capiente e aggiungete l’acqua poco alla volta mescolando; quando avrete ottenuto un composto liscio e omogeneo, aggiungete i pinoli interi e l’uvetta sgocciolata, conservandone una piccola quantità per cospargere la superficie del castagnaccio prima di infornarlo; aggiungete il sale e mescolate bene il composto.

A questo punto oliate una tortiera bassa e tonda, preferibilmente di rame, e versate l'impasto. Cospargete la superficie del castagnaccio con i pinoli e l'uvetta e gli aghi di rosmarino fresco che avete tenuto da parte e infornate a 180° per 25-30 minuti.

Quando sulla superficie si sarà formata una crosticina leggermente “screpolata” e la frutta secca sarà di un bel colore dorato, il vostro castagnaccio sarà pronto!

Non vi resta che gustarlo, caldo o freddo, da solo o accompagnato con la ricotta o il miele di castagno, con un bicchiere di vino novello o di vin santo

La farina di Castagne

La farina di Castagne per il Castagnaccio

La farina di Castagne per il Castagnaccio

La ricetta tradizionale del Castagnaccio è molto semplice ma, per un castagnaccio a regola d’arte, è consigliabile utilizzare la farina dolce di castagne di ottima qualità che si trova in vendita da fine novembre.

La raccolta delle castagne viene fatta a mano tra la fine di settembre e la metà novembre. Le castagne destinate alla produzione della farina vengono portate in un essiccatoio, detto metato in Garfaganana e Versilia, seccatoio in Mugello e sull’Amiata.

Si tratta di una stanza di piccole dimensioni divisa orizzontalmente da un graticcio di legno: nella parte inferiore viene acceso il fuoco con legno di castagno vecchio, mentre sul graticcio si dispone uno strato castagne da essiccare alto 40/80 cm. 

Dopo 30/40 giorni le castagne sono pronte e vengono sbucciate per la fase finale della macinatura, tradizionalmente fatta nei mulini a pietra azionati dall’acqua.

All’inizio di novembre la farina di castagne è pronta, con il suo inconfondibile profumo, il tipico sapore dolce, il colore avorio scuro e la consistenza finissima.

Una curiosità sul Castagnaccio

La romantica leggenda del Castagnaccio

La romantica leggenda del Castagnaccio

Una romantica leggenda narra che gli aghi di rosmarino utilizzati per profumare il castagnaccio avessero il potere di far innamorare: il giovane che avesse mangiato il dolce offertogli da una ragazza l'avrebbe poi chiesta in sposa!

Se, leggendo questo articolo, vi abbiamo fatto venire l'acquolina in bocca non vi resta che programmare il vostro viaggio autunnale in Toscana e godere di un ottimo castagnaccio, ma se non resisti alla tentazione di prepararlo a casa puoi comprare una buona farina di castagne e fare la tua versione!

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