Un itinerario gastronomico per scoprire insieme a noi cosa mangiare in Sardegna, un vero e proprio viaggio tra i sapori e i piatti tipici dell’isola!
Quando si esplora un posto nuovo, qual è uno dei modi migliori per viverlo come i local? Mangiare, ovviamente!
Parte della magia di un viaggio in Sardegna è perdersi tra profumi e sapori che animano i centri storici e le feste paesane. L’isola sarda, tra mare e montagna, pianura e boschi, caccia e pesca, è particolarmente ricca di bellezze quanto è generosa a tavola.
Innamorati allora di questa meravigliosa isola e scopri insieme a noi cosa mangiare in Sardegna, con questo gustoso itinerario alla scoperta dei suoi piatti tipici pensato apposta per te. Pronto a partire?
Cosa mangiare in Sardegna: una storia affascinante alla scoperta dei piatti tipici
Diverse versioni dei culurgiones, i tipici ravioli sardi
Dalle specialità di pesce della costa realizzate con il pescato del giorno, a cozze, vongole e gamberi fino all'aragosta, la regina dei crostacei. Dalle ricette antiche nate dalla cucina povera di un tempo in cui non si sprecava nulla, al pane nelle sue varie forme condito così come facevano le nonne. Dai dolci tipici delle occasioni speciali, al vino e soprattutto all’olio che regala il suo sapore inconfondibile a moltissimi piatti.
I sapori dei piatti tipici della cucina sarda tramandano un pezzo importante della storia dell’isola e accompagnano la sua gente da molto, moltissimo tempo. Ecco perché possono regalare a chi li assaggia un’esperienza che assomiglia a un salto indietro nel tempo.
Ecco quindi la nostra proposta per un incredibile viaggio in 10 tappe (più una!) alla scoperta di cosa mangiare in Sardegna, un vero e proprio tour tra i piatti tipici della regione capaci di raccontare storie affascinanti su questa terra e la sua cultura.
10. Cosa mangiare in Sardegna: prima tappa a Olbia, per trovare l’oro nero
Iniziamo il nostro viaggio tra i piatti tipici della Sardegna. Sei atterrato ad Olbia e hai un certo languorino, ma nessuna idea di cosa assaggiare?
Le cozze più buone le abbiamo trovate proprio nella zona di Olbia, tra le più belle città del Nord Sardegna, che ne è oggi una delle maggiori produttrici d’Italia e del Mediterraneo.
Grazie alle perfette condizioni climatiche e ambientali del Golfo, ricco di plancton, le cozze di Olbia sono un'eccellenza dell’allevamento ittico in Sardegna e costituiscono un pilastro fondamentale dell'economia della città gallurese da oltre un secolo.
Se avete perso la Sagra delle Cozze di San Simplicio, non disperate! I deliziosi mitili saranno sulle tavole sarde per tutta l’estate e oltre.
Consigliate anche crude, le cozze a Olbia si possono gustare in tantissime varianti, una più sfiziosa dell’altra, ma sicuramente degna di nota è la zuppa di cozze in rosso, con quel bel tocco piccante del peperoncino.
9. Seconda tappa a Luras, per il piatto che non ti aspetti
Il nostro viaggio nella gastronomia sarda prosegue a Luras, paesino dell’Alta Gallura famoso per i suoi dolmen e gli olivi millenari. Se pensi sia folle gustare un bel brodo di carne e formaggio sciolto, anche con le temperature da caldo record dell'estate, aspetta di conoscere la zuppa lurese!
Questo è il genere di piatto che non trovi facilmente nei ristoranti turistici, perché preparato con amore e sapienza, tramandata da generazioni di tradizione agropastorale sarda.
Una ricetta semplice della cucina povera, antispreco e dal sapore deciso. Uno dei quei piatti tipici da assaggiare in Sardegna che non puoi proprio fare a meno di provare.
Si parte dal pane raffermo a fette, adagiate a strati (un po’ come si fa con le lasagne) in un ricco brodo di carne e intervallate da tanto formaggio, sale e pepe, arricchendo infine il piatto con prezzemolo e mentuccia tritati a mano. Sostanziosa e profumata, goduriosa con il suo bel brodo, lascia intiepidire e dicci se non è la cosa più squisita che mai avresti pensato di assaggiare!
8. Terza tappa a Ozieri, per una dolce delizia
A questo punto del viaggio, fra le cose da mangiare in Sardegna non puoi assolutamente perderti i dolci. Prenditi una pausa e fermati per un caffè ad Ozieri.
Il paese ha dato i natali ai famosissimi sospiri, le zuccherose palline di pasta di mandorle e miele, che con le loro carte colorate non possono mancare tra i dolci delle feste in tutta l’isola. Proprio le mandorle la fanno da padrone in questa cittadina del Logudoro, e sono impiegate in moltissime preparazioni dolciarie.
Ma la più richiesta, sia da turisti che dagli ozieresi, è la sublime copuletta ozierese! Un morbido dolcino con la base di pan di spagna, farina di mandorle e una copertura liscia di zucchero che la fa sembrare un grazioso merletto.
Sono talmente rinomate che addirittura vengono preparati come dolci tipici per i matrimoni, tanto che gli sposi le danno in dono a suoceri, genitori e testimoni di nozze a fine cerimonia nuziale!
7. Quarta tappa a Castelsardo, per le delizie di pesce
È quasi sera e prima di cena facciamo tappa a Castelsardo. Arroccato su un promontorio dominante lo splendido Golfo dell’Asinara, Castelsardo offre una vista speciale e un panorama notturno ideale per una cenetta romantica.
L’occasione giusta per prenotare Sa Cassola, la caratteristica zuppa di pesce alla castellanese, una vera delizia.
Ad un trito di cipolla, aglio, prezzemolo e peperoncino, vengono aggiunti gamberi, cozze, vongole e tocchetti del pescato del giorno, dal pesce più grande a quelli più piccoli. I pesci più piccoli finiscono per sciogliersi nel brodo caldo, conferendo alla zuppa quell'inconfondibile ricchezza e aroma di mare.
Il brodo viene lasciato abbondante, per gustarlo con il pane abbrustolito all’aglio. Assolutamente da provare a lume di candela, accompagnata da un buon calice di Vermentino.
Castelsardo ha inoltre ospitato nel mese di agosto 2024, come ogni anno, il Festival Musica sulle Bocche: il connubio perfetto tra buona musica e location suggestive, dal Castello dei Doria al mare!
6. Quinta tappa a Sennori, per lo spuntino che profuma d’estate
La nostra prossima tappa è un incantevole paese collinare affacciato sul mare: siamo a Sennori, dove potrai assaggiare Su Fossu, lo spuntino che per un sennorese profuma d’infanzia, d’estate e di case delle nonne.
Si tratta di una pietanza semplicissima, con protagonista su pane tundu, il pane tipico della Romangia alto e dalla crosta spessa, cui viene tagliata la sommità. Viene poi svuotato per fare posto ad un ripieno di pomodorini freschi e olio extra vergine di oliva, ovviamente di produzione locale, molto rinomata.
Anche noto come Lu Cuggoni nella vicina Sorso, per renderlo ancora più sfizioso puoi arricchire il ripieno con aglio grattugiato, basilico e acciughe. Un piatto tipico della Sardegna, assolutamente delizioso, fresco, perfetto per le temperature estive.
5. Sesta tappa a Sassari, per un piatto da leccarsi le dita
Nel cuore dell'estate in Nord Sardegna, la sagra della Ciogghitta d’Oro riporta uno dei momenti più attesi e folcloristici della città di Sassari: la degustazione collettiva dei tanto amati gasteropodi. Ciogghitta significa lumaca and il più veloce a mangiarle vince.
Raccogliere e cucinare lumache è un momento conviviale della tradizione sassarese. Per gli amanti della succiadura, le lumachine con il loro intingolo di aglio e prezzemolo sono un’assoluta leccornia.
Da non dimenticare però le melanzane al forno, specialità protagonista addirittura della canzone popolare della città. Anch'esse condite da aglio e prezzemolo, questa verdura stagionale amatissima forma con le ciogghitte un’accoppiata vincente.
4. Settima tappa ad Alghero, per le specialità a base di crostacei
Chi dice Alghero dice aragosta, e quale location migliore di questa per gustare il prelibato crostaceo?
Nella cittadina di estrazione catalana, famosa per il suo corallo e per la grande varietà di bellezze naturalistiche, non mancano la movida e i grandi eventi, come i magici concerti di Jazz Alguer e Musica e Natura.
Ma non dimenticarti del buon cibo! Qui l’aragosta è la regina della tavola, nella sua versione conosciuta appunto come aragosta alla catalana. Si inizia dal giorno prima mettendo in acqua le cipolle tagliate fini, per addolcirle. Il crostaceo va invece bollito in acqua con gli aromi.
A parte, si prepara un condimento di pomodorini e ottimo olio extra vergine d'oliva, emulsionato con succo di limone, sale e pepe. In ultimo si uniscono le cipolle private dell’acqua di riposo, e infine l’aragosta, sfilacciata in pezzi grossolani e lasciata riposare anche mezza giornata.
Servita fresca, non fredda, è una delizia rara e da assaporare con dedizione, uno dei piatti tipici da non perdere nel tuo viaggio in Sardegna prima di risalire sull’aereo e salutare l’isola.
Se vuoi sapere (e assaggiare) ancora di più, consulta il programma completo di Salude & Trigu, la kermesse di eventi dedicata alle tradizioni più autentiche della Sardegna.
3. Ottava tappa a Cuglieri, per l’autentico rustico sardo
Dopo aver visitato la Piccola Barcelona della Sardegna, la nostra prossima tappa ci porta più a sud alla scoperta della panada, o sa panada, l’autentico rustico della tradizione culinaria sarda.
Ci troviamo a Cuglieri, in provincia di Oristano, una delle tre capitali di questo delizioso prodotto da forno (insieme ad Assemini e Oschiri). La tradizionale sa panada cuglieritana è uno scrigno cilindrico fatto di pasta di semola, chiuso lungo il bordo superiore con un cornicione intrecciato, che racchiude uno squisito ripieno di carne (tradizionalmente agnello, ma esistono varianti anche con maiale o pollo), ortaggi e legumi tipici del territorio (soprattutto carciofi, patate, pomodori secchi, fave e piselli) e con l’aggiunta anche di condimenti particolari come lo zafferano.
Il momento migliore per assaggiare queste prelibatezze e visitare il borgo è in estate, precisamente nella prima metà di agosto, in occasione dell’annuale sagra delle panadas: un’occasione imperdibile per chi ama lo street food ed è costantemente in cerca dei sapori più local in viaggio!
2. Nona tappa a Nuoro, per una pasta più unica che rara
Il nostro itinerario ci porta adesso dall’altra parte dell’isola, precisamente a Nuoro, per vedere (e assaggiare) qualcosa di così unico che non si può trovare in nessun altro posto, né in Sardegna né altrove. Parliamo dei filindeu, un eccezionale formato di pasta!
Si tratta di un tipo di pasta per minestra, realizzata esclusivamente a mano da un impasto con semola di grano duro, formando dei blocchi di forma più o meno quadrata intrecciando sottilissimi fili di pasta sovrapposti in tre strati incrociati - una tecnica di lavorazione talmente complessa e antica che oggi solo pochissime persone sono capaci di praticare.
Una volta pronti i filindeu si procede con la cottura della pasta direttamente nel brodo di pecora, condendo infine il piatto con pecorino fresco. Nato originariamente come piatto servito ai pellegrini in viaggio verso i tanti santuari campestri sparsi in Sardegna (il nome filindeu significa “fili/capelli di Dio”), oggi questa pasta più unica che rara è un simbolo di appartenenza al territorio e alle radici culturali più profonde dell’entroterra sardo.
1. Decima tappa a Tortolì, per una famosissima bontà sarda
Scendendo lungo la costa tirrenica della Sardegna ci prepariamo per l’ultima, gustosissima tappa di questo tour gastronomico, pronti per assaporare una delle più famose prelibatezze sarde nella loro versione più tradizionale. La nostra meta è Tortolì, una colorata cittadina di mare dell'Ogliastra.
Cosa possiamo mangiare di buono? Semplice: naturalmente i mitici culurgiones! Noti anche come ravioli sardi, questo tipo di pasta ripiena è famosissima per la sua estetica particolare, con la caratteristica chiusura sul bordo laterale che ricorda la forma di una spiga di grano, ma soprattutto (ovviamente!) per la sua bontà.
I tradizionali culurgiones ogliastrini, riconosciuti come prodotto IGP, vengono preparati con pasta fresca di semola di grano duro e un ripieno a base di pecorino sardo, patate e menta. Il loro sapore è davvero eccezionale, talmente buono che non potrai più farne a meno; e se ciò non bastasse, ricordati inoltre che sa spighitta, la tipica tecnica di chiusura che simboleggia il grano, è un importante simbolo di prosperità e di buona fortuna!
In tutta l'Ogliastra, i culurgiones non sono però considerati solo un piatto tipico, ma un vero e proprio dono prezioso, segno di stima, rispetto e amicizia. Secondo la tradizione venivano preparati soprattutto per ricorrenze particolari tra l’inizio dell’autunno e l’inverno, come il ringraziamento alla fine del raccolto annuale del grano, il giorno della commemorazione dei defunti (ad Ulassai fino agli anni '60 venivano esclusivamente consumati in questa occasione) e il carnevale.
Cosa mangiare in Sardegna: i piatti tipici must da assaggiare nel sud
A sinistra la fregula, a destra la seada
Se hai voglia di proseguire il tuo viaggio tra i sapori e la cultura gastronomica dell’isola, ti consigliamo di proseguire a sud per immergerti nelle meraviglie del Sud Sardegna e dell’area di Cagliari, alla scoperta di piatti tipici tanto buoni quanto famosi.
Un vero must da assaggiare sono i malloreddus, conosciuti anche come gnocchetti sardi, un formato di pasta di semola originario della Sardegna (in particolare della regione del Medio Campidano) dalla caratteristica forma di sottili conchiglie rigate. La ricetta più conosciuta è sicuramente quella dei malloreddus alla campidanese, un piatto ricco dove la pasta viene condita con un ragù a base di salsiccia, pomodoro, pecorino e zafferano.
Da non perdere inoltre la fregula o fregola, un vero e proprio cous cous sardo preparato secondo il procedimento per rotolamento dei granelli di semola dentro un grosso catino di coccio e tostata in forno, fino al raggiungimento di piccole palline irregolari dello spessore di pochi millimetri. Una volta cotta normalmente come ogni tipo di pasta in acqua bollente salata, la fregula può essere condita con moltissimi ingredienti diversi; nella zona di Cagliari è famosa la frègula cun còcciulas, ovvero la fregola con le vongole.
Dulcis in fundo (letteralmente!) non potrai mai andar via dalla Sardegna se non provi almeno una volta le spettacolari seadas, deliziosi dolci fritti a base di semola con un gustoso ripieno che mescola la sapidità del pecorino con la dolcezza del miele!