Alla scoperta dell’elisir di lunga vita in un luogo incantato, tra paesaggi straordinari e una cultura millenaria.
Una vita lunga e in salute. E felice. C’è un luogo che sembra aver trovato il segreto della longevità. Le coordinate della felicità sono note, sebbene alle volte l’associazione concettuale non sia delle più immediate.
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni riserva tante sorprese da qualunque prospettiva lo si guardi. La prima, quella di cui intendiamo parlavi, ve l’abbiamo annunciata nel titolo.
E allora, vale la pena soffermasi su certi aspetti di un luogo antico con tanto da rivelare oltre ai sui pregi più evidenti: una natura mozzafiato, i siti Patrimonio UNESCO, le sue cittadine che sembrano fatte apposta per finire su una cartolina.
Già così ce ne sarebbe a sufficienza per visitare questa terra e tornarci ancora e ancora. Eppure, incredibile a dirsi, forse non sono nemmeno queste caratteristiche a delinearne il vero punto di forza.
Sì, perché nel Cilento è lo stile di vita a fare la differenza. Verrebbe quasi da dire: volete vivere a lungo e bene? Allora è qui che dovete venire.
Ma qual è il segreto che fa del Cilento la terra della longevità? Spoiler: non è un segreto.
Cilento, la fonte dell’eterna giovinezza
Per parlarvi del binomio Cilento e longevità dobbiamo fare un passo indietro agli anni Cinquanta. Chiudete gli occhi per un istante e immaginate un piccolo villaggio di pescatori dell’Italia meridionale, con i gozzi che ondeggiano nel porticciolo e l’aria salmastra che si mescola agli odori di agrumi, rosmarino e ginestra.
Pioppi, frazione di Pollica, in provincia di Salerno, è dove tutto ha inizio. È in questo piccolissimo borgo nel Parco Nazionale del Cilento che il biologo e fisiologo statunitense Ancel Benjamin Keys porta avanti i suoi studi partendo dall’osservazione di un dato inequivocabile: il grande numero di anziani in perfetta salute che popolano il cilentano.
Lo scienziato non ha dubbi: il merito è di quella che egli definirà — prima di tutti — dieta mediterranea. Non un semplice elenco di cibi, ma un universo fatto di abitudini, mestieri e tradizioni consolidati nel tempo e che si sono sviluppati intorno alla cultura agricola e ittica della comunità. Insomma, un vero e proprio stile di vita.
Per oltre quarant’anni Keys studia la popolazione locale arrivando alla conclusione che la formula dell’eterna giovinezza che paiono aver trovato i più che arzilli vecchietti del posto risieda in una peculiare, semplice alimentazione e, di conseguenza, nell’anima stessa del territorio.
Gli alimenti di questa dieta “miracolosa” sono semplici, prodotti a chilometro zero — diremmo oggi — e secondo la naturale stagionalità. Ingredienti poveri, come povera era del resto la popolazione del dopoguerra.
Verdure, ortaggi, legumi, il pescato fresco. E poi, l’olio extra vergine d’oliva, molto utilizzato nella cucina dei locali e che si dimostra essere un autentico toccasana. L’incidenza di malattie cardiovascolari e gastrointestinali è nulla. Una notevole differenza rispetto al grande impiego di grassi saturi tipico delle tavole negli Stati Uniti.
Nel Cilento ci si ammala meno e si vive di più e meglio. Keys era talmente convinto della bontà dei suoi studi che ne testò la validità in prima persona: si traferì a Pollica e morì alla soglia delle centuno primavere.
La dieta mediterranea
Dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2010, la dieta mediterranea racconta di un modo di intendere la vita che abbraccia tanto le abitudini alimentari quanto le dinamiche sociali di un certo territorio, quello appunto mediterraneo.
Il Cilento ne incarna alla perfezione fattezze e fisionomia ed è stato perciò riconosciuto tra le comunità emblema di questa forma di buon vivere insieme a Chefchaouen (Marocco), Coron (Grecia) e Soria (Spagna).
La longevità cilentana passa dalla cura per le materie prime, dalla produzione alla tavola: l’impiego di grani antichi, le peculiari tecniche di pesca, i sistemi di coltivazione, la conservazione stessa degli alimenti.
Una vacanza in Cilento è l’occasione perfetta per fare la conoscenza di questo microcosmo, scoprirlo e comprenderlo attraverso la degustazione dei prodotti tipici, i tanti DOP, DOC, e IGP e i quindici presidi Slow Food.
Ecco i Presidi Slow Food sostenuti dal Parco:
- Alici di menaica
- Cacioricotta del Cilento
- Carciofo bianco di Pertosa
- Cece di Cicerale
- Cipolla di Vatolla
- Fagiolo della regina di Gorga
- Maracuoccio di Lentiscosa
- Mozzarella nella mortella
- Oliva Salella Ammaccata del Cilento
- Soppressata di Gioi
Altri Presidi Slow Food:
- Fico monnato di Prignano Cilento
- Fagiolo di Controne
- Fagioli di Casalbuono
- Fusillo di Felitto
- Salsiccia e soppressata del Vallo di Diano
La Rete del Gusto della dieta mediterranea
L’Ente Parco attribuisce alle aziende agroalimentari del Cilento il Marchio del Parco, un riconoscimento che ne attesta l’eccellenza e l’aderenza ai valori della dieta mediterranea. Una garanzia di qualità che tutela l’identità enogastronomica del territorio.
A ciò si aggiunge la Rete del Gusto, che riunisce gli operatori della ristorazione (pub, ristoranti, pizzerie e agriturismi dentro e fuori dal Parco Nazionale del Cilento) che propongono nei loro menù piatti ispirati alla dieta mediterranea con l’utilizzo dei prodotti contrassegnati dal marchio di garanzia. Alimenti che si portano dietro una storia, un’arte e una tradizione fortemente evocativi dell’identità del Cilento.
La Rete del Gusto sottolinea il forte legame tra produttori e ristorazione e si presenta come una sorta di bussola per chiunque voglia orientarsi nella scelta e degustazione dei piatti tipici cilentani.
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Patrimonio UNESCO dal 1998, il parco Nazionale del Cilento incanta chiunque ci metta piede per la prima volta. Quest’ampia porzione di Campania è la più grande area protetta d’Italia, un laboratorio di biodiversità tale è la ricchezza naturalistica che la contraddistingue.
Il Cilento è un “paesaggio vivente”, vivido e vibrante lungo ciascuno dei suoi 181 mila ettari che si estendono dal mare ai monti. Chilometri fatti di borghi antichi come i volti che li abitano, gloriosi resti di antiche civiltà, città fantasma, monumenti mozzafiato, splendide località balneari, due aree marine protette e lo stile di vita che ne è il fiore all’occhiello.
Vi abbiamo già dato qualche suggerimento su cosa fare e dove alloggiare da queste parti nel nostro articolo dedicato alla scoperta del Cilento. Inutile dire che da Salerno fino al confine con la Basilicata c’è davvero tanto di cui innamorarsi.
Sentitevi piccoli al cospetto dei templi di Paestum e meravigliatevi di come facciano a portarsi così bene i loro 2500 anni di storia. Fatevi ispirare dalla Tomba del Tuffatore e un tuffo fatelo anche voi. Ovviamente nel magnifico mare della costa, che è di un azzurro così vivido che di più intenso c’è solo il blu delle bandiere che ne certificano la qualità dell’acqua: Agropoli, Castellabate, Montecorice, Pollica, Casal Velino, Ascea, Pisciotta, Palinuro, Camerota e Vibonati.
Visitate la Certosa di Padula, tra i più grandi complessi monastici d'Europa.
Esplorate le grotte di Castelcivita. Sembra di trovarsi in un’enorme cattedrale di pietra, con stalattiti e stalagmiti come statue scolpite. Scoprite l’Oasi WWF delle Grotte del Bussento, un canyon immerso nella vegetazione che passa per sorgenti, cascate e un mulino del ‘700.
A Casaletto Spartano,godetevi lo spettacolo delle cascate dei Capelli di Venere, le più famose del Cilento.
Viaggiate lungo la costa e spingetevi fino all’entroterra. Riappropriatevi di un ritmo gentile, che è il più appropriato per un luogo simile. Muovetevi il più possibile a piedi o in bicicletta, fermatevi a parlare con la gente del posto e dedicatevi con assoluta dedizione al mangiar bene.
Di locali in cui provare la celebre “cucina della longevità” del Cilento il parco ne offre a profusione, dallo stellato alla piccola osteria. Al ritorno dalla vostra vacanza vi sentirete decisamente più giovani.