Un viaggio alla scoperta delle ricette più rappresentative della cucina partenopea: 15 piatti assolutamente da provare! 

Una visita a Napoli non può non diventare anche un tour gastronomico: sono troppe le preparazioni uniche e incredibili che questa città ha da offrire. Basta una passeggiata per il centro storico per venire letteralmente sopraffatti da tantissimi profumi diversi: spettacolari fritture, dolci aromi di zucchero e liquore, odore di caffè in ogni angolo della città!

Le vetrine colme di leccornie sono un vero attentato alla linea, ma anche la promessa di attimi di pura felicità. Bisogna cedere per forza! Di seguito un piccolo elenco che comprende 15 piatti da provare prima di lasciare Napoli. 

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Piatti tipici napoletani, perché assaggiarli tutti

piatti tipici napoli: cosa assaggiare

Dolce o salato, semplice o complesso, il cibo a Napoli è un’istituzione ed un’espressione importante della cultura locale che chi visita la città non può fare a meno di conoscere. Non è solo per i sapori, che sono intensi, perfettamente armonizzati, o per la varietà, così straordinaria che una lista completa sarebbe impossibile da redigere. Non è nemmeno solo per le materie prime, ovviamente tutte locali come le piante aromatiche che crescono al sole del Sud, i tipici latticini, o il pesce del Mediterraneo.

Ogni piatto tipico di Napoli contiene un pezzetto di storia della città, da quella nobile dei re e delle regine, a quella popolare delle strade e dei vicoli. Per questo un food tour di Napoli è ben più di un’avventura per golosi, è una full immersion divertente, gustosa ed alternativa nella lunga storia di questa affascinante città.

15. La pizza: la regina delle tavole di Napoli

piatti tipici napol - pizza napoletana

Tra tutti i piatti tipici napoletani, la pizza è senza dubbio il più grande classico, e non avrebbe realmente bisogno di presentazioni. È la più nota e amata espressione della cucina partenopea, il suo profumo inconfondibile rallegra le strade eleganti tanto quanto i vicoli di Napoli, il suo sapore ricco e avvolgente mette tutti d’accordo, e pure la pizza è un piatto semplice, fatto con pochi ingredienti: acqua, farina, lievito e sale.

Pare che abbia nobili origini, tuttavia, questa ricetta che secondo quanto si racconta è stata creata dal cuoco Raffaele Esposito nel 1889, per accontentare il desiderio di qualcosa di diverso e speciale espresso dalla Regina Margherita di Savoia. Proprio dalla sovrana, la pizza Margherita avrebbe infatti preso il nome. In realtà è noto che la pizza, a Napoli, esistesse da molto prima anche se con qualche variaizone nella ricetta.


Ad ogni modo, a rendere la pizza napoletana così speciale c’è di sicuro la lavorazione di mani esperte che si tramandano la tecnica di generazione in generazione. L'arte del pizzaiolo Napoletano è anche patrimonio immateriale UNESCO. Ad essa si unisce una corretta lievitazione dell’impasto, che diventa così particolarmente leggero e digeribile. La cottura, rigorosamente nel forno a legna, dona in fine alla pizza il suo sapore inconfondibile. Il resto lo fanno gli ingredienti con cui viene preparato il condimento, locali e di qualità, come l’olio EVO, i pomodori, la mozzarella, ma anche tanto altro poiché una cosa che non manca nella cucina napoletana è senza dubbio la fantasia, pur nel rispetto delle più amate tradizoni.

14. Salsicce e friarielli, l’abbinamento perfetto

ricette Napoli: salsicce e friarielli

Un secondo piatto con contorno “incorporato”, le salsicce con i friarielli garantiscono un abbinamento di sapori a dir poco spettacolare. Ma cosa sono i friarielli? Nella tradizione napoletana non sono altro che le cime di rapa che crescevano in collina, sul Vesuvio o al Vomero e che a causa del sapore un po’ amaro venivano scartate dai cuochi altolocati.

Pare che un venditore ambulante, invece, non avendo nulla con cui accompagnare le sue salsicce di maiale, abbia accidentalmente scoperto che queste verdure, opportunamente soffritte, sono deliziose al punto che, diffusasi la notizia, le donne del popolo iniziarono a contendersi questi “scarti” fuori dalle cucine del re, non senza una certa veemenza. E il resto, come si dice, è storia.

13. Pizza di scarole, non solo a Natale

piatti napoletani: pizza di scarole

Altro must try della tradizione culinaria napoletana, la pizza di scarole si prepara tipicamente nel periodo di Natale, quando è facile trovare la scarola fresca tra i banchi dei mercati. Ma se questa torta salata non può mancare sulle tavole dei napoletani durante le feste, il suo sapore è così irrinunciabile che nessuno dice di no ad una fetta nemmeno negli altri periodi dell’anno.

Alle verdure si abbinano tipicamente anche olive nere, capperi, acciughe, pinoli e uvetta. Il tutto viene poi racchiuso in un guscio dorato creato con un impasto molto semplice di olio, farina e lievito.

Ottima calda, squisita anche fredda!

12. La Pastiera, un dono della sirena Partenope

piatti napoletani - pastiera

Impossibile venire a Napoli e non assaggiare nemmeno una fetta di pastiera. La dolce torta il cui profumo preannuncia la primavera, in quanto tipica di Pasqua, è fatta di pasta frolla farcita da grano, ricotta, latte, zucchero, uova, spezie e aromi che le danno un profumo di fiori inconfondibile. Alcune varianti, inoltre, ammettono anche crema pasticcera e canditi.

È uno dei dolci partenopei per eccellenza, una delle ricette più tipiche di Napoli, inventata, secondo la leggenda, dalla sirena Partenope in persona, da cui Napoli prendeva il suo primo nome. Secondo la storia invece, il dolce affonda le origini nelle tradizioni precristiane legate al culto della primavera. Oggi comunque in molte famiglie si prepara anche a Natale, ma ristoranti e pasticcerie hanno fette di pastiera in bella mostra tutto l’anno.

11. Pasta, patate e provola

piatti napoli: Pasta, patate e provola

Non esiste una casa, a Napoli, dove questa delizia non sia comunemente preparata. La pasta con patate e provola è uno dei più tradizionali piatti della cucina napoletana, è deliziosa, nutriente, facile da preparare; un piatto della tradizione popolare che quanto a gusto e diffusione nella città di Napoli ha ben pochi rivali.

Cremosa e filante, ricca di sapore grazie anche all’aggiunta di scorze di parmigiano, piace proprio a tutti.

10. Il casatiello, una ricca ciambella rustica

Casatiello: Piatti tipici Napoli

Un’altra tradizione pasquale, come la pastiera, ma stavolta salata. Il casatiello, anch’esso facile ormai da trovare tutto l’anno, è una ciambella rustica preparata con farina e strutto, farcita con formaggi e salumi vari e uova lasciate intere come decorazione.

Non si può dire che sia propriamente un piatto leggero, ma il suo sapore ricchissimo vale ogni singola caloria e in più questo gustoso rustico ha anche un significato simbolico. Le croci di pasta che fissano le uova rappresentano la croce di Cristo, mentre la forma ad anello rimanda al concetto di resurrezione.

La “fortuna” del casatiello, secondo alcuni, si deve anche al fatto che è perfetto come colazione al sacco da portare nella tipica gita di Pasquetta. In realtà basta un solo boccone per capire perché tutti ne vanno pazzi.

9. Il “cuoppo” di terra e di mare

Napoli street food

La cucina napoletana fa ampio uso della frittura, che quando è eseguita a regola d’arte è leggera senza per questo essere meno saporita. Ecco allora che tra i piatti tipici di Napoli non può mancare il “cuoppo” fritto, un cono di carta pieno di delizie in formato finger food. C’è quello di mare, con gamberi, calamari, polpi, baccalà, alici e così via, e quello di terra, con piccoli arancini di riso, crocchè di patate, fiori di zucca, pasta cresciuta e tanto altro.

Viene comunemente servito nei ristoranti e nelle trattorie ma visto il suo pratico formato si presta particolarmente come street food. Gustare tutte le sue delizie passeggiando tra le bellezze di Napoli è un’esperienza da non perdere.

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7. Sfogliatella, un’icona della pasticceria partenopea

sfogliatella

Ogni napoletano che si rispetti ha sicuramente mangiato tante sfogliatelle da perderne il conto, e continua ad andarne matto. Così come chiunque si trovi a Napoli, non può esimersi dall'assaggiare questo spettacolare dolce le cui origini risalgono al XVIII secolo.

In verità la prima sfogliatella è stata cucinata in provincia di Salerno, nel conservatorio di Santa Rosa da Lima a Conca dei Marini. Leggenda vuole che il dolce nasca quasi per caso, realizzato con gli avanzi del convento: pasta di semola, frutta secca, zucchero e limoncello.

Per ottenere la sfogliatella che tutti i napoletani conoscono e amano fu necessario un furto di ricetta poiché, a quanto sembra, il pasticcere Pasquale Pintauro si appropriò della ricetta segreta del convento, e apportando delle modifiche decretò la nascita della tipica sfogliatella napoletana.

Il fatto risale al 1818, e prevedeva il ripieno tuttora in uso: semolino, ricotta, uova, zucchero, canditi e aromi. La sfogliatella esiste in ben 2 versioni: la riccia, che prevede l'utilizzo della pasta sfoglia all'esterno, oppure la frolla, che vede appunto l'impiego della pasta omonima.

Questa scissione ha creato delle vere e proprie scuole di pensiero, che affermano la superiorità dell’una o dell’altra versione. Non esiste una verità assoluta in proposito, il suggerimento è semplicemente provare!

8. Gnocchi alla sorrentina

Piatti tipici Napoli: gnocchi alla sorrentina

Gli gnocchi alla sorrentina sono un altro piatto della tradizione popolare, basato su pochi, semplici ingredienti, ma dal gusto sopraffino. Sono sicuramente tra i più squisiti piatti tipici di Napoli sebbene, secondo la storia, siano nati nella vicina Sorrento e precisamente a Piazza Tasso.

In ogni caso questi piccoli tocchetti di farina e patate, che spesso vengono fatti in casa vista la facilità della preparazione, vanno poi conditi con semplice salsa di pomodoro, mozzarella, basilico e parmigiano. Se infornati per un po’ prima di essere serviti, gli gnocchi si arricchiranno di una gustosa crosticina grazie al parmigiano. In ogni caso sono un piatto dal successo assicurato, che anche i bambini adorano.

6. Babà, il dessert perfetto

piatti che non puoi non provare a napoli: il babà

Un dolce che fa davvero parte dell’immaginario napoletano è senza alcun dubbio il babà, tanto da essere diventato un vero e proprio aggettivo, che viene utilizzato per fare un complimento con simpatia a qualcuno.

Anche il babà è un dolce che nasce fuori dalla capitale partenopea per poi venire reinventato e diventare così parte importante della tradizione culinaria campana. L'inventore a cui si attribuisce l’ideazione del babà è un re polacco, Stanislao Leszczynski. Poi, vari giri di matrimoni e parentele hanno permesso l’arrivo della ricetta in Italia.

Qui la preparazione del babà è stata perfezionata nel tempo e solo i maestri pasticcieri padroneggiano la tecnica segreta di lievitazione di questa dolce delizia. Dopo che l’impasto è lievitato a lungo in uno stampo che gli conferisce quella riconoscibilissima forma da fungo, viene infornato.

Una volta effettuata la cottura, il processo che lo rende così squisito non è ancora completo, poiché deve essere bagnato con una soluzione composta da zucchero e rum, oppure limoncello. Per dirla alla napoletana, adesso sì che è “nu babbà”! 

5. Frittata di maccheroni

frittata di maccheroni

La frittata di maccheroni è un piatto povero, che nasce per non sprecare la pasta avanzata e renderla gustosa e nutriente con pochi ingredienti. Si tratta di una ricetta molto antica, di cui serbava memoria perfino l’illustre Goethe.

Quello che è cambiato nel corso del tempo è l’aggiunta di ingredienti per così dire “lussuosi”, che andavano a incrementare le varianti di un piatto che già in origine non è affatto leggero!

Come il nome suggerisce, si tratta dunque di pasta fritta, i mitici maccheroni pasticciati con uova e formaggio, a cui successivamente sono stati uniti anche formaggi a pezzi (provola, caciocavallo, scamorza) e salumi come prosciutto cotto o salame.

Alcune varianti prevedono l’utilizzo del pomodoro, mentre altre la vedono diventare più piccola: la mitica frittatina che viene servita spesso come antipasto nelle pizzerie e nelle friggitorie e che spesso ha decretato la fama di alcuni locali che la preparano a regola d’arte. 

4. Gattò di patate

gattò di patate

Il gattò di patate deriva dal francese gâteau (che vuol dire “torta”) ed è infatti il risultato di una splendida commistione tra cucina napoletana e francese, risalente alla fine del Settecento, ai tempi di Ferdinando I di Borbone. Si narra infatti che i primi gâteau furono preparati per la moglie di Ferdinando, Maria Carolina.

Il gattò è una squisita torta salata a base di patate, a cui vengono aggiunti uova, mozzarella, provola, salame e prosciutto cotto. Questo timballo morbido viene poi cosparso di pangrattato e infornato, così si crea quella deliziosa crosticina che crea il tipico contrasto tra morbidezza interna e croccantezza esterna.

Il gattò è un piatto estremamente versatile, che può essere mangiato sia come patto unico, sia come sfizioso secondo piatto. Raffreddato e tagliato a pezzetti, si può utilizzare anche come divertente antipasto o come parte di un buffet. Impossibile davvero non adorare questo incredibile piatto, semplice ed esplosivo al tempo stesso! 

3. Genovese, una specialità della cucina napoletana

genovese

La genovese è un sugo bianco tipicamente napoletano a base di cipolle e manzo, che prevede una cottura lentissima. La pasta tipica con cui si accompagna sono gli ziti spezzati a mano o le mezzane.

Ma come mai un sugo che si chiama genovese è uno dei piatti più importanti della tradizione partenopea? Ebbene ci sono in proposito molte leggende. La più veritiera associa questo sugo al tempo in cui fu inventato, che vedeva circolare in città mercenari del cantone di Ginevra da cui deriverebbe la storpiatura “genovese”.

Altre leggende vogliono che questo sugo derivi dall'operato di cuochi genovesi che lavoravano al porto di Napoli tra il XIV e Il XV secolo. Questa diceria sembrerebbe infondata poiché a Genova i più non sono a conoscenza dell'esistenza di questa pasta.

A prescindere dall'origine, questa deliziosa pietanza merita sicuramente un assaggio: la cottura lenta permette alle cipolle di diventare una crema gustosa dal sapore unico di cui i napoletani vanno ghiotti. Insomma, la genovese non può non piacere, a meno che non si abbia un’intolleranza alle cipolle!

2. Sartù di riso

sartù di riso

Il sartù di riso è un piatto molto legato al capoluogo partenopeo, e in effetti risulta peculiare che i napoletani tengano tanto a un piatto a base di riso, visto che l'ingrediente principe dei loro primi piatti è quasi sempre la pasta!

A sentire le leggende sembrerebbe che anche il sartù di riso sia stato inventato presso la corte di Ferdinando I di Borbone, dove i cuochi, furbescamente, fecero in modo di trovare uno stratagemma per rendere gradito il riso al sovrano. Così idearono questo delizioso timballo al forno, che grazie all'utilizzo del pangrattato in superficie, consentiva di nasconderne e il contenuto.

Il sartù può essere bianco o rosso (ovviamente con l’aggiunta di pomodoro) ma il procedimento e gli ingredienti restano pressappoco gli stessi. Il sartù e anche un ottimo piatto del riciclo visto che al suo interno è possibile trovare praticamente di tutto: piselli, uova sode, polpettina, salsicce, pancetta, fiordilatte o provola.

Neppure il pomodoro con cui viene condito è una salsa semplice, ma si tratta invece di un gustosissimo ragù napoletano! Nessuno può restare indifferente davanti a un buon sartù di riso alla napoletana, perciò il consiglio è sicuramente quello di assaggiarlo.

1. Polpo alla luciana

Il polpo alla Luciana è l'ultima ricetta di questo elenco, ma non certo per importanza! Si tratta di una preparazione tipica partenopea che prevede la cottura in umido di un polpo in casseruola condito con salsa di pomodoro, capperi e olive.

Una volta cotto, la ricetta prevede l’aggiunta di prezzemolo tritato. Quello che è importante è che durante la cottura non venga assolutamente aggiunta dell’acqua: questa regola ha dato vita anche a un famoso detto napoletano “'O purpo se coce dinto a ll'acqua soja” (il polpo si cuoce nella sua acqua).

Viene definito alla Luciana per via del quartiere di Santa Lucia, borgo marinaro dove questa ricetta fu inventata. Il polpo alla luciana è una ricetta estremamente versatile che può essere utilizzata sia come primo piatto, con l’aggiunta di spaghetti, sia mangiato come secondo piatto.

Da non sottovalutare poi, la possibilità di rendere questo piatto un delizioso antipasto, con la semplice aggiunta di crostini di pane. Per definire questa ricetta esistono soltanto due aggettivi: semplicità e gusto!

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