Piatti, ingredienti e cibi di lusso che sono il sogno di ogni palato fine. Il lusso di cui parliamo non è (solo) relativo al costo. Scoprite di più.
Gli ingredienti più pregiati e lussuosi della cucina italiana in una gustosa classifica. Scorrendo la nostra lista incontrerete prodotti che con molta probabilità conoscete già ma che (forse) non avete ancora provato. O, almeno, non tutti. Fatelo alla prima occasione buona. Vi assicuriamo che non hanno (sempre) un prezzo proibitivo, anzi. Il lusso che vogliamo raccontarvi non sta tanto nel costo elevato di alcuni cibi, ma nelle suggestioni che si portano dietro e nelle emozioni che sanno evocare. E il nostro numero uno ne è la prova.
10. Cibi di lusso: aceto balsamico tradizionale di Modena DOP
Modena, città d’arte, musica e sapori, è una certezza quando si parla di tavola e dintorni. La gastronomia cittadina non delude chi, a ragione, si aspetta da una città emiliana una miniera non d’oro ma di sapori, quelli sì, preziosi. Paste fresche, ripiene e non, cotechino, prosciutto, tigelle, gnocchi fritti. E poi, l’aceto, un’istituzione da questa parti.
Non solo il balsamico IGP, ma anche il pregiato ABTM DOP, acronimo che sta per aceto balsamico tradizionale di Modena. Cosa lo differenzia dalla sua controparte più diffusa? Il tipo di materie prime utilizzate e il processo di invecchiamento: mosto d’uva e aceto di vino per l’IGP, solo mosto cotto di vitigni selezionati per il DOP. Quest'ultimo prevede inoltre un lungo invecchiamento (almeno dodici anni) in botti di piccole dimensioni. Una coccola per il palato.
9. Cibi di lusso: formaggi da (ri)scoprire
Alcuni dei formaggi più pregiati e costosi al mondo sono prodotti in Italia. Il Bitto Storico ad esempio è un formaggio raro la cui stagionatura può essere anche di dieci anni. È valutato 300 euro al chilo ed è prodotto tra giugno e settembre in alpeggio a partire da latte di vacca crudo e latte di capra orobica, una razza a rischio estinzione tutelata dal Presidio Slow Food.
Scopri come prenotare il nobile formaggio Caciocavallo Podolico, una specialità prodotta prevalentemente in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia. Il Caciobufala, dalla peculiare forma lunga e tondeggiante, si ricava invece dal latte di bufale della Piana del Sele ed è venduto ad un prezzo di circa 90 euro al chilo.
Scopri di più sul Caciocavallo Podolico❯8. Olio extravergine di Brisighella
Il primo olio d’oliva ad aver ottenuto la denominazione di origine protetta DOP è quello di Brisighella, borgo medievale fiabesco nella valle del Lamone, nel cuore dall’Appennino Romagnolo. Forse non un luogo a cui verrebbe istintivamente da pensare come ideale per la proliferazione di piante d’ulivo. In realtà la particolare conformazione del territorio e un clima sorprendentemente favorevole hanno reso quest’area dell’Emilia Romagna un’oasi felice per la resa di un olio straordinario.
Una tradizione, quella dell’olio, che in queste zone ha radici millenarie testimoniate oltretutto dal ritrovamento di un antico frantoio di epoca romana. L’Extra Vergine DOP Brisighella è rigorosamente estratto a freddo ed è formato per il 90% da olive di qualità Nostrana di Brisighella, mentre il restante 10% è ricavato dall’impiego di altre varietà autoctone.
7. Prosciutto di Parma
Lo si riconosce dal marchio impresso a fuoco, una corona a cinque punte, che ne garantisce la qualità e la provenienza. Il prosciutto di Parma, tra gli alimentati italiani più apprezzati nel mondo, richiede pochi ingredienti: cosce di maiale di razza Large White, Landrace e Duroc nutriti con alimenti selezionati, sale, tempo e il clima delle colline di Parma.
Il viaggio che porta alla realizzazione di questo salume dolce e delicato comincia proprio dalla scelta dei suini provenienti da allevamenti del centro nord Italia e attraversa un lungo processo di preparazione (la sola stagionatura può durare anche tre anni) scandito da fasi di lavorazione rigorose e perfettamente cadenzate. Un tempo durante il quale i profumi e le fragranze del territorio (che per altro è circoscritto a un’area davvero limitata) contribuiscono a rendere il prosciutto di Parma un prodotto d’eccellenza.
Desideri assaggiare questa prelibatezza?
Scopri di più sul Prosciutto di Parma❯6. Caviale di lumaca
Mai sentito parlare di caviale di lumaca? È un prodotto innovativo realizzato in Sicilia che sta facendosi largo sui menù dei ristoranti d’alta gastronomia. Dal gusto spesso descritto come erboso e minerale, questo alimento decisamente insolito ha una consistenza cremosa e delicata che lo rende adatto ad essere impiegato in svariare ricette, dai piatti a base di pesce, come il sushi, alle zuppe e persino nei dolci.
Proprio come il caviale tradizionale, anche quello di lumaca non va cotto. Il modo più semplice di assaporarlo? Su un crostino di pane condito con un filo d’olio. Il prezzo si aggira intorno ai 1600 euro al chilo.
5. Colatura di alici di Cetara
È un condimento antico discendente del Garum romano e ricavato dalla salatura delle alici mediante un processo artigianale che si tramanda di generazione in generazione. La colatura di alici tipica di Cetara, piccolo comune sul mare nella provincia di Salerno, è frutto di un lavoro minuzioso ed elaborato. Rigorosamente manuale, ragion per cui è difficile trovarla lontano dalla Costiera amalfitana.
Questo prodotto, come altri di cui vi stiamo raccontando, è un DOP presidio Slow Food. Sapore e aroma sono molto intensi, con un inconfondibile sentore di mare. A Cetara esiste oltretutto un museo dedicato alla pesca e alla colatura di alici e una festa che celebra in dicembre la prima spillatura della colatura nuova.
Scopri di più sulla Colatura di alici di Cetara❯4. Gambero rosso di Mazara del Vallo
Tra i prodotti ittici più preziosi d’Italia non possiamo evitare di menzionare il gambero rosso di Mazara del Vallo, paese marinaro dell’estremità occidentale della Sicilia. Ed è proprio qui, tra le acque di Sicilia e Tunisia, che questa prelibatezza viene pescata. La sua peculiarità è, manco a dirlo, il colore rosso, intenso e brillante, del carapace.
A seconda della dimensione, si hanno gamberi rossi di I, II, III e IV scelta. Non esistono gamberi rossi d’allevamento, questo crostaceo è infatti pescato esclusivamente su fondali da duecento a mille metri mediante pesca a strascico e congelato sulle navi in modo da non alternarne le proprietà organolettiche. Le sue carni spiccano per sapidità e tenerezza e si qualifica come prodotto molto versatile in cucina e amato dagli chef.
Ti piacerebbe provare un gustoso sugo a base di questa squisitezza?
Scopri di più sul Gambero rosso di Mazara del Vallo❯3. Bottarga
La bottarga, il caviale del Mediterraneo, è un prodotto ittico per veri intenditori, con aree di produzione (alcune delle quali sono presidi Slow Food) che interessano Sardegna, Sicilia, Toscana, Campania e Calabria. Consiste nella sacca ovipara di tonno o muggine (più pregiata) salata, pressata e stagionata per almeno novanta giorni.
Il suo sapore particolarmente intenso lo rende un alimento da “maneggiare con cura”. In genere è infatti grattugiato sulle pietanze, un po’ come si fa col formaggio, anche se i cultori della bottarga azzardano una consumazione più sostanziosa, servendola a fette sottili condite con dell’olio extravergine d’oliva o utilizzandola nella preparazione di gustosi crostini di pane.
Gradiresti degustare questa specialità?
Scopri di più sulla Bottarga❯2. Tartufo bianco di Alba
È il cibo lussuoso per eccellenza, quello che mette in allerta le papille gustative di ogni buon intenditore al solo sentir pronunciarne il nome. Ne bastano pochissimi grammi per donare ad ogni pietanza un tocco inconfondibile. Sua maestà il tartufo è un tesoro ambitissimo. Quello bianco di Alba ne è l’espressione più nobile e ricercata, pensate che il suo prezzo si aggira intorno ai 4.000 euro al chilo.
Ma cosa rende questo fungo che cresce sottoterra una pietanza tanto preziosa e bramata? L’aroma, tanto caratteristico quanto effimero: dopo pochi giorni quel particolarissimo sentore penetrante, selvaggio, di terra e bosco, svanisce. I più pregiati e noti provengo da Alba, dove del resto è il territorio compreso tra Langhe-Roero e Monferrato ad essere felice punto di raccolta. L’autunno è poi un periodo perfetto per visitare la cittadina piemontese poiché ospita, da ottobre a dicembre, l’annuale Fiera del tartufo bianco, un appuntamento imperdibile per gli appassionati.
1. Pasta
Nella Napoli del ‘700 la pasta rappresentava il pasto degli ultimi, i cosiddetti lazzaroni. Ancora oggi viene identificato come un alimento povero, semplice sia per ingredienti che per preparazione. Ma allora, perché l’abbiamo inserita in questa raccolta dei cibi più lussuosi d’Italia, piazzandola addirittura al primo posto?
Primo, perché il concetto di lusso, a ben vedere, è un qualcosa che bazzica più dalle parti del cuore e delle emozioni che del portafogli. Far scivolare la forchetta in un turbine fumante di profumati spaghetti al pomodoro fresco è un’esperienza che rientra a pieno titolo nella categoria dei piccoli lussi alla portata di tutti.
Secondo, è indubbio che la pasta si lasci accompagnare più che volentieri anche da alimenti pregiati e costosi, dal già citato tartufo all’astice. Dopotutto, tornando alla Napoli del '700, non erano solo i lazzaroni ad andarne ghiotti ma pure i sovrani (a proposito, abbiamo raccolto in un articolo questa e tante altre curiosità sulla pasta, date un’occhiata).
Concediti un momento di piacere degustando questa tipicità.
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