Viaggia con noi alla scoperta delle ricette italiane più famose, in un itinerario da Nord a Sud tra le tradizioni gastronomiche del nostro Paese.
Quali sono le ricette italiane più famose? Quali piatti e quali prodotti sono meritevoli di descrivere e rappresentare il nostro paese nel mondo? Sono domande a cui non è facile dare una risposta netta e inequivocabile.
L’Italia è infatti un vero e proprio ricettacolo di straordinarie tradizioni culinarie. Ogni regione, o forse addirittura ogni provincia, possiede ricette tipiche e peculiari. In Italia il cibo è cultura, e simboleggia l’identità stessa di un determinato territorio.
Le ricette italiane più famose regione per regione
Foto di Moira Nazzari da Pixabay
Il nostro viaggio alla scoperta delle ricette più famose d’Italia sarà legato alle tradizioni regionali, e lo racconteremo seguendo un percorso che partirà dalle consuetudini gastronomiche del Nord Italia, passerà per i prodotti tipici del Centro per concludersi con i sapori più rinomati del Sud e delle Isole.
Durante il nostro itinerario esploreremo le curiosità culturali e le caratteristiche specifiche dei prodotti di ciascun territorio.
Come disse il grande gastronomo francese Brillat-Savarin, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo: “Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Nulla di più vero. E allora partiamo alla scoperta delle regioni del nostro Paese attraverso il racconto delle loro principali tradizioni culinarie.
20. Valle d’Aosta: viaggio da Nord a Sud tra le ricette italiane più famose
Nel selvaggio e magnifico paesaggio alpino che caratterizza la Valle d’Aosta, i formaggi rappresentano probabilmente il prodotto regionale di maggior pregio, in particolare la straordinaria Fontina Valdostana DOP che viene utilizzata per preparare la Fonduta Valdostana e la Cotoletta alla Valdostana.
In realtà, per quanto riguarda la Fonduta, non sappiamo di preciso dove abbia avuto origine. Una leggenda la associa a un monaco svizzero del XIII secolo: dato che nel suo monastero, durante la Quaresima, il consumo di formaggio era vietato, per aggirare questa regola decise di scaldarlo e renderlo liquido, così da trasformarlo in una zuppa, che era invece concessa.
La Fonduta Valdostana, uno dei piatti invernali più caratteristici e deliziosi d’Italia, è però leggermente diversa da quella della tradizione svizzera: da un lato proprio per l’utilizzo della Fontina Valdostana, dall’altro per il procedimento con cui il formaggio viene lasciato a riposare nel latte.
E la Fontina è l’elemento peculiare anche della Cotoletta alla Valdostana, che grazie all’uso di questo formaggio diventa una ricetta gustosa e dai tipici sapori montani.
19. Piemonte
Il Gran Bollito Misto Piemontese è una delle ricette italiane più famose. Risale addirittura a fine Quattrocento, ma fu sul finire del XIX secolo che divenne una portata imperdibile sulle tavole Reali, portato agli onori della cronaca da personaggi quali Cavour e Vittorio Emanuele II.
La ricetta tradizionale prevede 7 tagli di polpa, 7 ammennicoli e 7 bagnetti (salse). Quella odierna, invece, si “limita” a cinque tagli di carne e le tre salse: verde, rossa, al cren. Per la sua storia legata ai banchetti conviviali, consideriamo che secondo la tradizione il Bollito Misto Piemontese andrebbe servito per non meno di 12 persone!
Le salse del Bollito, ovvero i Bagnet, sono un’altra delle classiche ricette che non possono mancare nei ristoranti del Piemonte: il Bagnetto verde, in particolare, è una ricetta molto golosa che viene tradizionalmente usata per accompagnare secondi piatti sia di carne che di pesce.
Tra le più famose ricette del Piemonte non possiamo non citare anche la Bagna Cauda, letteralmente salsa calda, preparata con Olio Extravergine d’Oliva (un tempo prodotto localmente in Basso Piemonte), aglio e acciughe; il Vitello Tonnato, un secondo piatto freddo tanto semplice quanto goloso; e gli Agnolotti del Plin, una pasta tradizionale delle zone di Langhe e Monferrato che si caratterizza per un ripieno in cui viene utilizzata la carne arrosto. “Plin” significa “pizzicotto”, e indica il tipico modo di chiudere il raviolo attorno al suo ripieno.
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Le Trofie sono un tipo di pasta tradizionale della Liguria, in particolare dell’area tra Camogli, Recco, Avegno e Sori, che la tradizione fa risalire addirittura al periodo delle crociate. Un tempo preparate a mano dalle donne liguri, le Trofie hanno storicamente una forma irregolare, perché la pasta appena lavorata veniva dapprima arricciata sopra una sorta di ferro da maglia di legno e poi pressata con il palmo della mano.
Il secondo prodotto imprescindibile è ovviamente il Pesto, una salsa che si ottiene pestando a crudo basilico, pinoli e aglio e che rappresenta una delle ricette italiane più famose al mondo.
Le Trofie al Pesto sono infatti uno dei piatti liguri da provare assolutamente quando visitiamo questa regione.
Un’altra celebre ricetta ligure è quella della focaccia. La Focaccia Ligure è un prodotto molto famoso in Italia, ma non così diffuso all’estero. Si differenzia dalla focaccia tradizionale per il fatto di essere più unta e più gustosa, perché nell’impasto si usa l’olio o lo strutto. È una ricetta di origine molto antica: risale infatti al Medioevo, quando addirittura veniva servita in chiesa durante matrimoni e funerali (venne poi vietata per il troppo rumore che facevano i fedeli mentre mangiavano!).
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Bergamo e Brescia, in Lombardia, sono state unite come Capitali Italiane della Cultura nel 2023, ma sono storicamente città rivali, anche se non soprattutto in cucina. I Casoncelli sono infatti una pasta all’uovo tipica di entrambe le città.
Mentre però la ricetta bergamasca prevede una pasta più spessa, un ripieno ricco di carne di vitello e formaggio, e un condimento con burro, Grana Padano, salvia e pancetta, i casoncelli bresciani hanno un ripieno più delicato (pangrattato, burro e Grana Padano) messo in risalto da una pasta più sottile e un condimento senza l’uso della pancetta.
Tra le valli bergamasche e la Valtellina troviamo un’altra ricetta che possiamo annoverare tra le più famose in Lombardia: la Polenta Taragna, preparata con un mix di farina di mais e farina di grano saraceno, burro e formaggio.
E rimanendo in Valtellina, un altro piatto tradizionale e gustoso è costituito dai Pizzoccheri, vale a dire una pasta simile a delle tagliatelle realizzata con farina di grano saraceno (un prodotto rappresentativo di questo territorio, in particolare dell’area di Teglio) e condita con pezzi di patate, verza, formaggio, aglio e pestèda, un condimento aromatico usato nella provincia di Sondrio.
Spostiamoci ora nella pianura lombarda, in città. Milano è considerata la capitale mondiale della moda, ma anche in termini gastronomici offre alcune ricette di grande tradizione, tra cui il Risotto alla Milanese, l’Ossobuco (òss bus, in dialetto locale) e la Cotoletta alla Milanese.
Il primo, chiamato anche risotto giallo per via del colore dato dall’uso dello zafferano, sembra risalire addirittura al XVI secolo, quando si dice che venne creato da un pittore che voleva “dipingere” il piatto per impressionare i suoi ospiti.
L’Ossobuco invece, vera e propria icona di Milano, è un taglio di carne di vitello particolarmente tenero. Viene gustato come piatto unico oppure, a sua volta, abbinato al risotto allo zafferano, creando così una ricetta in grado di unire i due simboli culinari della città.
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Foto di klinik da Pixabay
Nella cappella del pittoresco Castel d’Appiano, non distante da Bolzano, possiamo ammirare alcuni straordinari affreschi romanici del XIII secolo. Uno di essi raffigura la "mangiatrice di canederli”.
A parte la sua indubbia bellezza artistica, quest’opera ci fa capire la grande tradizione di una ricetta che, nata originariamente in Baviera, Germania, è divenuta emblema indiscusso della gastronomia trentina.
I canederli sono gnocchi di grandi dimensioni, preparati con un impasto di pane vecchio e conditi in modi diversi nelle varie zone della regione (molto interessante la versione vegana). Rispetto ai canederli Tirolesi, quelli del Trentino prevedono l’aggiunta della luganega affumicata.
Un’altra ricetta trentina molto famosa è quella degli Strangolapreti, da non confondere con gli Strozzapreti, che sono invece tipici dell’Emilia-Romagna. Si tratta di una sorta di gnocchi con un impasto fatto con pane, uova, spinaci e grana, conditi poi con burro fuso e salvia.
Da dove nasce il nome “strangolapreti”? Si racconta che nel ‘700 un prete apprezzò questo piatto a tal punto che continuava a mangiarne di continuo. Finché, appunto, arrivò praticamente a strozzarsi, e venne salvato dalla padrona della locanda che lo colpì con un pugno tanto forte da fargli sputare il boccone di traverso!
15. Veneto
Lo stoccafisso, cioè merluzzo essiccato, è uno degli ingredienti fondamentali per la ricetta del Baccalà alla Vicentina. Il Baccalà è un prodotto che ha origini Nordeuropee: come mai, allora, fa parte della tradizione veneta fin dal XV secolo?
Pare sia stato il navigatore Pietro Querini, mentre si trovava in Norvegia alle isole Lofoten, a vedere degli stoccafissi appesi ad asciugare. Una volta “trasferita” la ricetta in patria, questa divenne di uso comune per aggirare il divieto religioso di mangiare carne di venerdì, senza essere obbligati ad acquistare il pesce fresco, che era troppo costoso.
Tra le ricette più famose del Veneto ce n’è però una ancora antica, che risale addirittura all’epoca romana. Si tratta del Fegato alla Veneziana, un piatto realizzato con fegato di maiale o vitello e la cipolla bianca di Chioggia, che serve a dare dolcezza per smorzare un sapore forte come quello del fegato. Si crea così un connubio di sapori regionali tipici, da gustare con un contorno di polenta bianca.
Rimaniamo nella splendida Venezia per citare la ricetta dei Risi e Bisi, una tradizionale zuppa di riso e piselli tipicamente primaverile (il periodo dei piselli freschi), che secondo consuetudine veniva offerta ai Dogi durante la festa di San Marco, il Santo Patrono della città.
E concludiamo il nostro tour gastronomico della Serenissima con le Sarde in Saor, sarde fritte e condite con aceto, cipolle, uvetta strizzata e pinoli. Anche in questo caso si tratta di una ricetta che affonda le proprie radici nella Storia di Venezia, essendo nata nel XIV secolo come piatto povero che i marinai veneziani sfruttavano durante i lunghi viaggi in mare (l’uso dell’aceto e delle cipolle conservava il pesce più a lungo).
Nel corso dei secoli questa preparazione è divenuta via via più elaborata, e le Sarde in Saor sono approdate anche sulle tavole dei ceti più ricchi, fino a giungere ai giorni nostri e diventare una delle ricette più famose del Nord Italia.
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I prodotti tipici del Friuli-Venezia Giulia sono la grappa, il prosciutto San Daniele e i formaggi, tra cui spicca il Montasio. Proprio quest’ultimo è l’ingrediente principale del Frico, una delle più famose ricetta regionale. Il Frico viene preparato morbido o croccante: nel primo caso, usando burro e patate, diventa in sostanza come una sorta di frittata. Se invece usiamo soltanto il Montasio, potremo gustare per l’appunto la sua variante friabile.
Un altro elemento tradizionale friulano è il Muset, un insaccato simile al cotechino. Brovada e Muset è una ricetta natalizia che unisce il maiale alle classiche rape bianche della regione.
Tra i primi piatti tipici, in Friuli-Venezia Giulia troviamo i Blecs, un tipo di pasta sottile preparata con grano, mais e grano saraceno, in pratica molto simili a dei maltagliati.
E tra i dolci? Non possiamo assolutamente non citare il Tiramisù, una vera e propria istituzione italiana famosa in tutto il mondo.
Il Tiramisù è un dolce realizzato con caffè, biscotti e crema al mascarpone, e la sua origine è oggetto di grande dibattito in ambito gastronomico: è una ricetta friulana oppure veneta?
Nel 2017 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha sentenziato che la regione di origine del Tiramisù è proprio il Friuli-Venezia Giulia, dove il dessert è nato in due differenti versioni, sotto forma di trancio in provincia di Udine e come coppa semifredda in provincia di Gorizia.
Altre fonti indicano invece Treviso, in Veneto, come luogo di nascita del Tiramisù. Pare che nell’Ottocento la tenutaria di una casa di piacere in città abbia creato questo dolce per “rivitalizzare” i suoi clienti!
Indipendentemente dalla sua vera origine, questa delizia italiana è fonte di grande vanto nazionale, replicata e apprezzata ovunque in Italia e all’estero.
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Foto di Hans da Pixabay
In Emilia-Romagna troviamo alcune tra le ricette italiane più famose in assoluto. Viaggiando all’interno della regione da Nord-ovest verso Sud-est, possiamo imbatterci in una serie di prodotti e di piatti di gusto e tradizione, a partire dallo Gnocco Fritto, passando ai Tortellini e alle Lasagne alla Bolognese, fino a raggiungere la riviera Romagnola con i classici sapori delle sue Piadine.
Lo Gnocco Fritto risale addirittura alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, probabilmente portato in queste zone dall’arrivo delle popolazioni germaniche. Nella cucina Longobarda, lo strutto, che è l’ingrediente principale dello Gnocco Fritto, veniva ottenuto dal tessuto adiposo dei suini. In questo modo si otteneva un pane più gustoso e saporito, che è la caratteristica peculiare di questa ricetta ancora oggi, quando viene condito dagli eccezionali salumi emiliani, come il Culatello, il Prosciutto di Parma, il Salame Piacentino e via dicendo.
Se lo Gnocco Fritto può rappresentare uno straordinario antipasto, l’Emilia è patria anche di alcuni primi piatti tra i più famosi in tutta Italia, ad esempio i Tortellini.
I Tortellini sono un involtino circolare di pasta all’uovo con un ripieno variabile (prosciutto crudo, mortadella, carne di maiale, e molto altro ancora).
Si tratta di una ricetta che ha un’origine ammantata di leggenda: pare sia nata alla locanda Corona, a Castelfranco Emilia, quando il proprietario sbirciò dal buco della serratura di una stanza dove si trovava una nobildonna. Quella visione lo ispirò a tal punto che scese immediatamente in cucina e iniziò a impastare, creando una pasta con la forma di ombelico.
Un’altra tradizione sostiene invece che alla locanda Corona, una sera, giunsero Venere, Bacco e Marte. Il mattino successivo Venere si svegliò, chiamò i suoi compagni scoprendo però che erano già partiti lasciandola sola. Sentendo i richiami, fu invece il proprietario a entrare in camera: vide Venere e rimase abbagliato dalla sua bellezza, che fu ancora una volta l’ispirazione per dare vita ai suoi primi Tortellini.
Tra le altre ricette tradizionali citiamo le Lasagne alla Bolognese, con i loro strati di pasta sfoglia farciti con besciamella e ragù, e conditi con una spolverata di gustoso Parmigiano Reggiano. Si tratta di un piatto da consumare in famiglia, che trasmette tutta la gioia e la conviviali tipica del popolo emiliano. Una ricetta che è diventata un pilastro della cucina italiana, e infatti le sue varianti regionali sono innumerevoli (ad esempio le Lasagne di Carnevale a Napoli).
Infine, giunti finalmente sul Mar Adriatico, non possiamo esimerci dal provare i sapori della Piadina alla Romagnola, detta comunemente Piada. Uno street food di origine popolare che però può diventare anche gourmet, a seconda di come viene farcita. L’origine è incerta, forse addirittura risalente al periodo Etrusco, per un cibo da assaporare avidamente più e più volte nei chioschi, in spiaggia o passeggiando al tramonto sul lungomare.
12. Toscana
Foto di smilingpixell da Pixabay
La Toscana è una terra fantastica, dai lidi lungo la costa tirrenica ai paesaggi incantati delle sue colline e dei borghi storici. In un territorio tanto vario quanto spettacolare, anche la componente gastronomica non può essere da meno, grazie a delle materie prime di eccellenza.
Qui troviamo infatti ricette conosciute in tutto il mondo, come la Bistecca alla Fiorentina, la Pappa al Pomodoro, le Tagliatelle al Cinghiale e il Cacciucco.
La Bistecca alla Fiorentina risale ai tempi degli Etruschi, anche se il nome bistecca è molto più recente e deriva dall’inglese (beef steak). I Cavalieri Inglesi, che nel periodo dei Medici o forse nel XIX secolo, si trovavano spesso nella meravigliosa città di Firenze, iniziarono a chiamare in questo modo i filetti di carne Chianina che si gustavano in estate, durante la Festa di San Lorenzo del 10 agosto. Questa ricetta, inoltre, si abbina perfettamente ai vini tipici della Toscana, come il Chianti, che rappresentano un’altro prodotto caratteristico della regione.
La Pappa al Pomodoro è un altro dei simboli culinari della Toscana. Ricetta semplice, di origine contadina, composta da pochi ingredienti (pane raffermo senza sale, come si usa in Toscana, e polpa di pomodori, basilico, olio, sale e pepe), ma comunque estremamente saporita.
Le Tagliatelle al Ragù di Cinghiale sono tipiche dell’entroterra toscano, soprattutto l’area della Maremma. Il segreto della ricetta sta nella lunga cottura della carne, che deve essere morbida e dare alla pasta un sapore intenso.
Infine, trasferiamoci nella splendida Livorno per gustare il vero Cacciucco Livornese. Si tratta di una ricetta che proviene dalle coste della Turchia Occidentale, introdotta a Livorno nel XVII secolo con la sola sostituzione di un ingrediente: il pomodoro, che solo da poco tempo veniva importato dalle Americhe, al posto dei capperi. Il nome è una conseguenza della terminologia turca küçük balik, ovvero pesce piccolo, a indicare una delle zuppe di mare più famose in tutta Italia e non solo.
Assapora lo street food di Firenze❯11. Umbria
Un territorio in cui convivono in modo complementare natura e arte, cultura e paesaggi: questa è l’Umbria, una regione a volte trascurata dal punto di vista gastronomico, ma che nonostante questo è in grado di offrire alcune ricette ben conosciute per i loro sapori d’eccellenza.
Una di queste è senza dubbio la Pasta alla Norcina, un piatto tipico della città di Norcia. Il termine norcino indica però un vero e proprio mestiere, ovvero lo specialista delle tecniche di lavorazione e stagionatura della carne, in particolare di quella di maiale tipica di queste zone. Gli ingredienti principali della Pasta alla Norcina sono infatti la salsiccia di Norcia, la ricotta fresca di pecora e, per chi apprezza sapori più decisi, una spolverata di tartufo nero pregiato, anch’esso caratteristico della regione.
L’Umbria ci regala poi altre ricette importanti: gli Strangozzi sono delle fettuccine preparate con un impasto senza uova, a base di farina 00, farina di semola, olio e acqua, da condire in modo molto semplice con sugo di pomodoro e prezzemolo tritato.
Invece, nella storica e bellissima città di Assisi, così come a Spoleto e in altre aree della regione, possiamo assaggiare un dolce particolare, la Rocciata. Dalla forma rotonda e dall’impasto sottile, si tratta di una torta condita con frutta secca, mele e noci, mentre una spennellata di liquore Alchermes (che però è di origine Toscana) gli conferisce un distintivo colore rossastro.
10. Marche
Patria di artisti, castelli e spiagge, nonché ricca di attrazioni sia naturali che culturali, in ambito gastronomico la regione delle Marche ci offre ricette tradizionali ed eterogenee.
Una di queste, forse quella più tipica dell’entroterra, è il Fritto all’Ascolana, declinato nel famoso piatto delle Olive all’Ascolana, uno degli street food italiani più famosi. Si tratta di sfere fritte in pastella con un ripieno di olive verdi ascolane in salamoia, a loro volta imbottite con un composto di carne bovina e suina del territorio, molto tenera e saporita.
In questo modo possiamo assaporare un cibo croccante, una ricetta la cui origine risale al XIX secolo, anche se la farcitura delle olive era in uso già dal 1600 e la coltivazione dell’olivo in questo territorio era presente addirittura ai tempi di Greci e Fenici.
Se dall’entroterra marchigiano ci trasferiamo sulle sponde del Mar Adriatico, in particolare ad Ancona, dobbiamo necessariamente citare un’altra celebre ricetta regionale, ovvero lo Stoccafisso all’Anconitana.
Come abbiamo visto parlando del Baccalà Vicentino, lo stoccafisso è sempre stato un prodotto molto adatto per i marinai che dovevano compiere lunghi viaggi in mare, e in effetti la città di Ancona non ha nulla da invidiare a nessuno in termini di tradizioni marinare.
La curiosità della versione Anconitana sta nel fatto che non esiste una vera e propria ricetta fissa, perché tradizionalmente si tratta di un cibo da abbinare a ciò che possiamo recuperare dall’orto di casa, che differisce a seconda delle varie zone o delle stagioni. Ricordiamo inoltre che, parlando di Stoccafisso e Baccalà, ci riferiamo in entrambi i casi al Merluzzo: ciò che cambia tra l’uno e l’altro è semplicemente la tecnica di conservazione.
Viaggia alla scoperta dei cibi e dei vini tipici delle Marche❯9. Lazio
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Alcune delle ricette italiane più famose non possono che avere origine nel Lazio, cuore geografico, storico e culturale d’Italia. Da dove possiamo cominciare? Forse dalla Pasta alla Carbonara, piatto straordinario e conosciuto in tutto il mondo, assolutamente da non perdere se ci troviamo in quel di Roma.
In realtà questa ricetta non ha radici certe, ma di sicuro non è particolarmente antica. Si narra infatti che nacque durante la presenza degli Alleati nel 1944, quando l’esercito Americano di stanza in Centro Italia doveva mangiare con i pochi alimenti che aveva a disposizione, vale a dire uova e bacon in scatola, ingredienti classici di una colazione anglosassone. Questo connubio di sapori venne apprezzato anche dai boscaioli degli Appennini, che lavoravano per ottenere il carbone dalla legna. Per loro gli ingredienti a disposizione erano uova e guanciale, cioè quelli che sono diventati i pilastri della ricetta che conosciamo oggi. Da qui deriva anche il nome Carbonara.
C’è del dibattito sul condimento della Pasta alla Carbonara: qualcuno predilige la pancetta e il parmigiano al posto del guanciale e del pecorino, ma la verità è questi ultimi due sono gli ingredienti corretti del piatto ufficiale. Il guanciale conferisce un sapore più dolce, e il pecorino era prodotto dagli stessi boscaioli, facile da conservare. La variante con il parmigiano è comunque apprezzata da chi preferisce un condimento meno salato, mentre quella con la pancetta da chi vuole una ricetta meno grassa (la pancetta è anche più economica).
Un’altro piatto regionale tipico è la pasta Cacio e Pepe. È un prodotto dalle origini umili, un piatto povero che proviene dalla tradizione pastorale, e infatti viene realizzato condendo la pasta con pecorino e pepe, cioè quegli ingredienti che i pastori romani portavano sempre con sé. La Cacio e Pepe, peraltro, è la base di un’altra famosa ricetta, quella della Gricia, che a pepe e pecorino aggiunge semplicemente il guanciale.
Un altro piatto della cucina contadina del Lazio sono gli Gnocchi alla Romana: si tratta di gnocchi abbastanza grandi che assomigliano a dei dischi, preparati con un impasto di semolino, uova, latte, burro e parmigiano (niente farina, né patate). La cottura in forno li rende più croccanti e particolarmente saporiti.
Infine, ci spostiamo in provincia di Rieti, nella bellissima Amatrice, per scoprire uno dei sughi più famosi d’Italia, vale a dire l’Amatriciana. Guanciale soffritto e sfumato con vino bianco, pomodoro, pecorino, peperoncino, olio extravergine d’oliva, sale e pepe: questi sono gli ingredienti di un sugo classico, gustoso, capace di trasmettere il colore e il calore delle popolazioni laziali. Una ricetta nata anche in questo caso per le tavole popolari, ma divenuta nel corso del tempo un vero simbolo del Lazio e di tutto il nostro Paese.
Partecipa a una degustazione di cibo e vino a Roma❯8. Abruzzo
Tra le ricette italiane più famose a livello di street food, gli Arrosticini Abruzzesi occupano un posto d’onore. Spiedini di ciavarra ( carne di pecora giovane) oppure di montone castrato, questo prodotto nacque secondo la leggenda nella prima metà del XIX secolo, attorno agli anni ’30.
Due pastori abruzzesi che vivevano nella zona tra L’Aquila e Pescara infilarono su un bastoncino di legno dei pezzi di carne di pecora vecchia, provando a cuocerli alla brace per migliorare la qualità di una carne che non era certamente pregiata. Il risultato positivo portò a provare lo stesso procedimento con tagli di qualità superiore, e nel secolo successivo questa ricetta è divenuta non solo un’icona regionale, ma dell’Italia intera, particolarmente apprezzata durante le grigliate nei mesi estivi.
Un altro piatto tipico dell’Abruzzo è quello degli Spaghetti alla Chitarra, nome che deriva dallo strumento usato per preparare la pasta. Non si tratta naturalmente della chitarra intesa in senso musicale, bensì di un attrezzo usato per tagliare la pasta stessa grazie alla presenza di una serie di corde metalliche. Lo spaghetto diventa così più rugoso e di forma squadrata, e riesce ad assorbire al meglio il condimento. Per la sua struttura, gli Spaghetti alla Chitarra vanno serviti con una cottura al dente.
7. Molise
Il Molise è una regione tanto piccola quanto ricca di sapori gastronomici di eccellenza e fortemente legati al territorio.
I Cazzutill con la Ventricina, usando i termini dialettali, rappresentano probabilmente la ricetta regionale più famosa, meglio nota in italiano come Cavatelli con la Ventricina. I Cavatelli sono un tipo di pasta nata in Molise, si dice a opera di una signora del luogo che sbagliò a preparare la pasta per le tagliatelle tagliando delle strisce troppo larghe. Per rimediare tagliò la pasta in piccoli rettangoli e tenendola a contatto con il tavolo la ruotò facendo pressione con tre dita, dandole una forma che è diventata di uso tradizionale.
La Ventricina è invece un tipo di carne suina tipico della regione, che viene condita con sale e peperoncino e lasciata stagionare per parecchi mesi.
A Termoli, sulla costa molisana, è invece famosa la ricetta della Zuppa di Pesce alla Termolese, un piatto povero nato grazie ai pescatori che riutilizzavano il pescato rimasto invenduto trasformandolo in una zuppa gustosa e saporita.
6. Campania
Foto di yiftahye da Pixabay
La Campania è una regione straordinaria, dalle meraviglie di Napoli, Sorrento, la costiera Amalfitana e i due Golfi, ai favolosi scenari del Cilento, la natura selvaggia dell’Irpinia e le bellezze artistiche di Caserta e Benevento. E molto, molto altro ancora. In questo contesto troviamo anche una tradizione gastronomica senza pari, ammirata in tutto il mondo, che dà vita ad alcune delle ricette italiane più famose in assoluto.
E quale cibo possiamo nominare per primo, se non la tradizionale Pizza Napoletana, esportata e amata in tutto il mondo? Infatti, se è vero che già tra gli Egizi era consuetudine impastare usando farina, acqua e miele, si deve alla città di Napoli l’aggiunta del pomodoro, prodotto di importazione americana, nel XVI secolo.
Oggi la Pizza è un simbolo non solo della città di Napoli e della Campania, ma è il principale emblema della gastronomia italiana nel mondo. Tra le varianti tipicamente napoletane c’è anche la Pizza Fritta, sviluppatasi in modo particolare nel secondo Dopoguerra.
Da un lato la mancanza di forni a legna disponibili a causa delle distruzioni causate dal conflitto; dall’altra il costo degli ingredienti della ricetta tradizionale, fecero sì che le donne dei ceti più poveri sviluppassero un impasto a base di farina, olio, acqua, lievito e sale, il quale veniva cotto in olio bollente e servito come street food. Dalla classica ricetta della Pizza Fritta sono poi derivate, nel corso degli anni, altre varianti come la Zeppola, il Calzone o la Montanara.
Un'altra ricetta tradizionale campana ammirata e riproposta in Italia e all’estero è quella degli Gnocchi alla Sorrentina. Gli ingredienti sono in sostanza gli stessi della Pizza che però vengono declinati in un primo piatto dal gusto deciso, i cui sapori trasmettono tutta la magia di un pomeriggio trascorso a Sorrento, godendosi il profumo del mare e ammirando i colori del Golfo di Napoli in lontananza.
Ci sono altri piatti tipici della regione degni di essere menzionati? A dire il vero ce ne sarebbero un’infinità: gli Spaghetti con colatura di Alici di Cetara, lungo la Costiera Amalfitana; i Paccheri allo Scoglio con la pasta di Gragnano, che costituiscono un’unione deliziosa tra la classica pasta campana e i sapori semplici e gustosi del pesce; o ancora il Casatiello di Napoli, una ricetta tipica di Pasqua con quattro secoli di Storia alle spalle. E sicuramente, per motivi di spazio, dobbiamo tralasciare molti altri piatti celebri e straordinari.
Un capitolo a parte sui dolci è però d’obbligo, con la Pastiera e il Babà che sono tra i più noti (e buoni) in assoluto. Sulla Pastiera Napoletana, una leggenda vuole che un giorno Maria Teresa d’Asburgo, sovrana nota per il suo carattere particolarmente austero, ne assaggiò una fetta. Mentre la assaporava, il suo viso improvvisamente si illuminò e il suo aspetto normalmente severo mutò in un’espressione di felicità, al punto che il marito, Ferdinando II di Borbone, ordinò al cuoco di preparare la Pastiera molto più spesso!
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Un territorio tanto bello e variegato come quello che contraddistingue la Puglia non può che essere il luogo di origine di varie ricette tra le più conosciute e apprezzate d’Italia.
Le Orecchiette sono un prodotto caratteristico di questa terra, dalle radici misteriose che si perdono nei secoli passati, forse con origini locale oppure, si dice, portate nel XIII secolo dai Conti di Provenza della dinastia D’Angiò, che a quel tempo regnavano in Puglia.
Il nome Orecchiette indica la forma della pasta, che appunto assomiglia a delle piccole orecchie, e la ricetta classica pugliese prevede che siano condite con le cime di rapa, con un ragù rosso, o comunque un sugo ben saporito, anche perché questo tipo di pasta riesce a raccogliere e valorizzare alla perfezione i condimenti.
Fave Bianche e Cicorie è un altra famosa ricetta tradizionale pugliese, portata in queste zone addirittura dagli antichi Greci, che sfrutta le coltivazioni dei legumi presenti sul territorio per creare un piatto iconico, semplice, schietto e genuino.
Se ci spostiamo lungo la costa, invece, possiamo assaporare ricette legate ai prodotti di mare, come i gustosi Cavatelli con le Cozze o il Ciambotto, una zuppa di pesce alla pugliese realizzata usando dei pesci di piccole dimensioni.
Infine, come non citare le celebre Bombette, così chiamate per via dell’esplosione di sapori generata da ogni singolo boccone. Si tratta di un involtino di capocollo di maiale di dimensioni contenute, con un ripieno preparato con formaggio, sale e pepe. Un cibo che racchiude tutti i sapori e le diverse anime di una regione dalle tradizioni millenarie.
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È una cucina povera, ma non per questo meno nutriente e gustosa, quella che caratterizza le ricette della Basilicata. In questa regione dove regna una natura selvaggia e straordinaria l’ingrediente basilare è il più semplice a cui si possa pensare, cioè il pane. Il pane Lucano è un prodotto ben conosciuto in tutta Italia, e possiamo gustarlo attraverso diversi piatti tipici come la Strazzata o il Pane Cotto.
Anche le focacce riescono col buco: la Strazzata è infatti una focaccia a forma di ciambella e ricca di pepe, che può venire farcita con i prodotti regionali più saporiti, come ad esempio il Caciocavallo o la Ricotta, per quanto riguarda i formaggi, ma anche gli affettati o la Ciambotta, che è uno stufato di peperoni, melanzane e zucchine.
Il Pane Cotto è invece una sorta di minestra condita con pane, uova, verdure e peperoncino. Si predilige l’uso di pane raffermo, in particolare il Pane di Matera Igp: quest’ultimo ha la forma di un cornetto e una lavorazione dalle origini antiche, che si svolgeva nei Sassi materani e che è da sempre basata sull’eccellenza del grano lucano.
Un’altra ricetta semplice ma al tempo stesso molto appetitosa è quella della Rafanata: si tratta della tradizionale frittata alta a base di rafano, uova e pecorino, con un ulteriore condimento opzionale di salsiccia, patate e mollica di pane. Viene cotta sulla brace in modo uniforme per esaltarne i sapori.
Visita il Museo dell’Olio di Oliva di Matera❯3. Calabria
Storia, natura, cultura e un patrimonio artistico ineguagliabile. La Calabria offre tutto questo e molto di più, oltre naturalmente a una favolosa tradizione gastronomica.
Dagli insaccati piccanti e saporiti come la ‘nduja e la soppressata, alle eccellenze vegetali come la Cipolla Rossa di Tropea, questa regione offre prodotti di sublime qualità che arricchiscono le più famose ricette della tradizione culinaria del territorio.
La Pasta alla ‘Nduja è una vera delizia per gli amanti del cibo piccante, soprattutto se condita con una spolverata di pecorino. Anche la soppressata è perfetta come sugo per la pasta, anche se uno dei modi più adatti per gustarsi al meglio questo prodotto è mangiarlo abbinandolo semplicemente a del pane fresco.
Anche la Cipolla di Tropea viene utilizzata nei piatti di pasta, ma una ricetta tradizionale particolarmente apprezzata è quella della Licurdia Calabrese. Si tratta di una zuppa in cui, insieme alla cipolla, troviamo crostini di pane e formaggio, precisamente il tipico e goloso Caciocavallo silano.
Infine, sempre rimanendo sui formati di pasta, dobbiamo citare le classiche Lagane calabresi, che ricordano le tagliatelle pur essendo un po’ più grandi. Le Lagane vengono abbinate ai ceci, lessati con l’alloro e saltati in padella con lardo, aglio e olio. Nasce così la famosa ricetta tradizionale Lagane e Ciciari.
2. Sicilia
La Sicilia è un mondo a sé, un universo ricco di tradizioni, di Storia, di paesaggi che sembrano giungere fino a noi da un altro tempo. L’arte, i monumenti e la natura si rispecchiano anche nella cucina tipica di un territorio da favola, una gastronomia che rispecchia le numerose culture che si sono succedute all’interno di una regione davvero magica e indimenticabile.
Da dove cominciare, dunque? Forse dallo street food siciliano, in quella che è senza dubbio una delle ricette italiane più famose: gli Arancini. O si dice “le ArancinE”?
La risposta dipende dal luogo dove poniamo la domanda. A Catania si usa il termine maschile, a Palermo quello femminile, a dimostrazione di come anche le ricette siciliane siano multisfaccettate e a volte differenti a seconda di dove ci troviamo all’interno dell’isola.
Resta il fatto che l’Arancino (o ArancinA) ha avuto probabilmente origine durante la dominazione Araba. Parliamo dunque di un prodotto che è presente sul territorio da oltre mille anni! Questo cibo tanto semplice quanto gustoso, realizzato con riso allo zafferano e condimenti di vario genere (tradizionalmente un ragù di carne), potrà avere denominazioni diverse, ma in tutta la Sicilia va tipicamente mangiato al contrario, cioè a testa in giù.
Passiamo a un altra famosissima ricetta della tradizione siciliana, la Pasta alla Norma. Il nome è una dedica all’opera del compositore Vincenzo Bellini, e la tradizione vuole che sarebbe stato il collega e ammiratore Nino Martoglio a complimentarsi con questo piatto, definendolo “una vera Norma”. Si tratta di una pasta condita con sugo di pomodoro, melanzane fritte (tagliate a dadini oppure a fette), ricotta salata, basilico e abbondante aglio per esaltare tutti i sapori.
Anche la Caponata, tipico contorno siciliano, utilizza come ingrediente principale le melanzane fritte, che in questo caso sono complementari a peperoni, olive, capperi, sedano e pomodori, per un risultato saporito e dal tradizionale gusto agrodolce.
Infine i dolci: il Cannolo Siciliano e la Cassata sono due eccellenze apprezzate in Italia e nel mondo. Se la Cassata è un altro cibo di derivazione araba, per il Cannolo non è facile risalire alle origini, anche se pare, secondo la tradizione, che sia stato realizzato la prima volta in un convento da una suora che voleva semplicemente fare uno scherzo alle sue consorelle!
1. Sardegna
Per concludere il nostro itinerario alla scoperta delle ricette italiane più famose, non c’è niente di meglio degli scenari favolosi e della cultura culinaria della Sardegna.
Anche se viene spesso associata solo al mare e alle vacanze, la Sardegna è una regione molto variegata e dalle forti tradizioni pastorali. È una terra dominata da una natura selvaggia e magnifica, con prodotti gastronomici d’eccellenza, come il rinomato Pecorino Sardo, che sfociano in ricette antiche, semplici e dai gusti forti e sbalorditivi.
Un esempio ce lo fornisce il classico Pane Carasau, che ha origine nella Barbagia, zona montuosa nel cuore dell’entroterra sardo. Ha una forma circolare e la particolarità è data dalla sfoglia sottile e croccante. Si tratta di un prodotto povero ma molto gustoso, soprattutto nella sua variante che prevede un condimento con olio e sale, chiamata Pane Guttiau.
Il Pane Carasau è anche la base per preparare il Pane Frattau, una sorta di lasagna le cui sfoglie vengono bagnate con un brodo di agnello oppure, per un sapore più leggero, di verdure.
Oltre al pane e ai piatti che ne derivano, un'altra ricetta tipica della Sardegna e famosa in tutta Italia è il Porceddu, vale a dire un maialino sardo da latte cotto allo spiedo. Si tratta di un piatto dalla tradizione secolare, in cui il maiale va pulito alla perfezione sia all’interno che all’esterno, prima di venire infilato in uno spiedo e cotto in modo indiretto. Nella cottura indiretta, la carne va esposta al calore con molta attenzione e non troppo da vicino. La cottura è molto lenta, e deve riuscire a rendere la pelle croccante mantenendo la carne interna morbida e tenera, creando così un mix davvero delizioso di consistenze e sapori.