L’arancino è tra le ricette siciliane più apprezzate al mondo. Che sia tradizionale o gourmet, l’amata pallina di riso continua ad essere amata da tutti.
Gli arancini possono assumere una forma arrotondata o principalmente conica. C'è un dibattito quasi secolare sulla denominazione poiché esse si chiamano “arancine” a Palermo e nella parte occidentale della Sicilia, “arancini” a Catania e nella parte orientale. Tale discussione in merito al nome sembra non arrivare a nessuna conclusione perché non ci sono delle prove ufficiali che ne dimostrino la corretta pronuncia. L’etimologia porta a credere che il nome derivi proprio dalla forma, simile a quella di un’arancia.
Storia e curiosità
Storicamente una della prime testimonianze sull’esistenza di questa pietanza, risalirebbe al Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi (1857) dove si fa riferimento all’arancinu, una vivanda dolce fatta di riso, con una forma che ricordava sia un’arancia che una mela. Quindi inizialmente l’arancino era un dolce
Non esiste un vero e proprio inventore dell’arancino. Infatti, si sta parlando di un cibo nato dalla tradizione popolare e che ha subito molte trasformazioni nel corso della storia. Le varie versioni (arancino a punta o arancina rotonda) che oggi gustiamo, sono il risultato di tante variazioni. Tuttavia è possibile collocare l’inizio della preparazione e consumazione dei primi prototipi di arancino all’epoca della dominazione araba della Sicilia (827-1091). È certo che gli arabi erano soliti mangiare il timballo di riso (inventato dall’emiro Ibn al Thumna) aromatizzato con lo zafferano. Durante i banchetti, infatti, si collocava un vassoio carico di riso allo zafferano al centro della tavola e lo si consumava appallottolandolo nel pugno e condendolo con carne di agnello e verdure. L’impanatura tipica è successiva, con il regno di Federico II che avrebbe assicurato un’ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità. Infatti, si suppone che, inizialmente, l’arancino era considerato principalmente un cibo d’asporto, da consumarsi durante il lavoro in campagna o le battute di caccia (ancora oggi esso è il re dello street food siciliano). Dopo la scoperta dell' America venne introdotto come ingrediente anche il pomodoro che, con il tempo, lo si utilizzò per preparare il ragù, usato oggi come ingrediente principale.
Esiste anche un giorno per celebrare l’arancino (proprio chiamato Arancin* day): il 13 dicembre, che coincide con la festività di Santa Lucia. Niente pane né pasta per il giorno in cui secondo tradizione cristiana è avvenuto il martirio di Santa Lucia. A tavola solo arancine ( e cuccia, che è un’altra preparazione tipica siciliana). Il 13 dicembre solo riso (quindi le arancine di tutti i gusti e forme), verdure e legumi, poiché le ragazze del popolo credevano aiutassero ad avere dei begli occhi (Santa Lucia è considerata la protettrice degli occhi).
Gusti tradizionali e creative varianti
Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha inserito “l’arancino di riso” nell’elenco dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani).
La versatilità dell’arancino è stata sfruttata per diverse sperimentazioni culinarie.
Gli arancini più diffusi in Sicilia sono quelli al ragù (con piselli e carote), quelli al burro (con mozzarella e prosciutto) e quelli agli spinaci (conditi anch’essi con mozzarella), mentre nel catanese sono diffusi l’arancino alla catanese (con melanzane) e quello al pistacchio di Bronte.
L’arancino può essere tradizionalmente salato, oppure dolce con cacao e zucchero, con crema al pistacchio o gianduia.
La Pasticceria dei F.ll Aiello
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Al di là delle preparazioni dolci che celebrano da sempre la Sicilia, i loro arancini siciliani, sono curati non solo nel gusto ma anche nell’aspetto esteriore. Le numerose varianti possono soddisfare gusti e palati diversi, dai più semplici ai più raffinati, assaporando ad esempio l’arancino funghi e cinque formaggi o quello alla norma. Tutti gli ingredienti provengono dal territorio etneo circostante alla pasticceria stessa, quindi a kilometro 0, sempre freschi e di qualità. La panatura dorata e croccante racchiude forme diverse, scelte ad hoc per contraddistinguere e dare personalità ad ogni preparazione.