Nel paese del buon cibo, anche una passeggiata diventa un bel pretesto per un goloso spuntino! Scopriamo insieme i 20 street food più amati in Italia.
Mai privarsi del piacere di mangiare: probabilmente è questo il principio da cui nasce l’idea dello street food.
In un paese come l’Italia, ricco di antiche tradizioni culinarie e di prodotti straordinari, possiamo assaporare ricette uniche anche mentre camminiamo immersi nelle attrazioni di una città d’arte o negli scenari idilliaci della natura.
Viaggiamo allora alla scoperta dei 20 street food più amati dagli italiani (e non solo!), percorrendo le strade del Bel Paese in un itinerario gastronomico che ci regalerà una vera e propria esperienza culturale tra i sapori più autentici d’Italia.
Un itinerario da Nord a Sud per conoscere lo street food italiano
Nel mondo della gastronomia moderna, lo street food riveste un ruolo di grande importanza. Questo particolare tipo di cucina, caratterizzato da piatti pratici da consumare e spesso economici, offre una vasta gamma di sapori e specialità regionali, e per questo motivo rappresenta l’espressione culinaria più autentica della cultura di un territorio.
È proprio la forte connotazione territoriale a rendere l’Italia il luogo ideale in cui andare alla scoperta dei prodotti e delle ricette tipiche dei cibi da strada.
Ecco perché abbiamo intrapreso un itinerario dal Nord al Sud del paese (isole comprese), che ci porterà a conoscere uno street food per ogni regione.
Dalle Focacce genovesi ai Panzerotti pugliesi, dai Bretzel del Trentino-Alto Adige ai Supplì romani: ogni boccone è un viaggio attraverso la storia e le tradizioni di un luogo, un'esperienza imperdibile che ci porterà a svelare i segreti della cucina popolare italiana.
20. Pane e Fontina DOP: lo street food atipico della Valle d’Aosta
Lo street food della Valle d’Aosta rappresenta perfettamente la conformazione geografica della regione. Generalmente, infatti, il cibo da strada è un elemento caratteristico delle città, nelle cui vie affollate si va alla ricerca di un pasto veloce ed economico.
In Valle d’Aosta, invece, potremmo quasi parlare di un cibo da montagna, da baita, da sentiero. In un contesto del genere, lo street food viene identificato da prodotti molto semplici e tipici del territorio, come Pane e Fontina DOP.
La Fontina, in particolare, è un cibo che fa parte della storia e della cultura regionale: prodotto fin dal XIII secolo in alta montagna, là dove le mucche autoctone pascolano e si nutrono di foraggio profumato, possiede un gusto dolce e pieno, nonché una consistenza morbida quando è sciolta.
Questo formaggio ha infatti la capacità di fondersi uniformemente, diventando cremoso e con un sapore ricco e delicato che si abbina perfettamente al gusto neutro e alla croccantezza del pane, per un’esperienza gustativa autentica e appagante.
19. Belecauda, la farinata piemontese
La Belecauda, o Bela Calda, è una gustosa variante della più classica Farinata, uno street food comune tra Liguria e Toscana che vanta un’origine molto antica, risalente addirittura all’epoca dell’Impero Romano.
In seguito questa ricetta si è sviluppata nel Basso Piemonte, in particolare nella zona del Monferrato, per via dei commerci lungo la Via del Sale, e oggi è una presenza fissa nei banchetti delle tradizionali feste di paese.
La Belecauda è un classico esempio di street food per via della sua semplicità: croccante ai lati e morbida al centro, saporita e perfetta come spuntino da strada. La caratteristica della Farinata piemontese, come indica il nome stesso, consiste nel fatto di essere servita caldissima (in questo senso ricorda un’altra ricetta tipica del Piemonte, la Bagna Cauda).
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Gli Sciatt della Valtellina sono piccole e gustose frittelle in grano saraceno, con una caratteristica forma rotonda, ripiene di formaggio fuso e spesso accompagnate da cicoria.
Devono il loro nome al termine dialettale valtellinese "sciatt", che significa "rana". Si presume che abbiano assunto questa denominazione a causa della forma che assumono durante la frittura, che ricorda per l’appunto una piccola rana.
Al di là dell'etimologia, gli Sciatt rappresentano un'importante espressione culinaria del territorio, uno street food che si inserisce alla perfezione nel contesto della Valtellina, splendido territorio situato tra le montagne nel nord della Lombardia.
L’uso del grano saraceno, un cereale tipico della zona, conferisce a questo prodotto un gusto particolare e autentico, che riflette le risorse naturali e la cultura gastronomica della regione.
Gli Sciatt incarnano dunque l'essenza di una tradizione culinaria che valorizza ingredienti e tecniche di preparazione locali. Inoltre, la combinazione di formaggio fuso e cicoria aggiunge una nota di sapore unica, e li rende ideali da gustare lungo le pittoresche strade della Valtellina.
17. Brezel del Trentino, un intreccio tra gusto e tradizione
Il Bretzel, tipico delle nazioni del Centro e del Nord Europa, è uno street food che in Italia è particolarmente diffuso in Trentino-Alto Adige, dove prende il nome di Brezel. Si tratta di una sorta di pane dalla forma sottile e intrecciata, con una crosta lucida dal colore ambrato impreziosita da tanti granelli di sale grosso.
Nati nel VII secolo d.C. e presenti nelle strade di Germania, Alsazia e Tirolo, i Bretzel venivano spesso offerti come dono a persone importanti durante celebrazioni e matrimoni. Oggi sono diventati un'icona della cultura alimentare non solo tedesca, ma anche trentina.
Dal punto di vista del gusto, i Brezel del Trentino-Alto Adige offrono un mix unico di sapori. La crosta esterna croccante si fonde perfettamente con l'interno morbido e leggermente dolce, creando un contrasto piacevole che li rende irresistibili, anche grazie al tocco di sale grosso sulla superficie che aggiunge ulteriore sapore.
Rappresentano inoltre un'opzione salata perfetta da gustare durante una pausa veloce, magari insieme a un boccale di birra, oppure mentre esploriamo i luoghi più scenografici della regione, o ancora passeggiando tra i tipici mercatini di Natale del Trentino.
16. Frico, alla scoperta dello street food del Friuli
Vera e propria icona dello street food friulano, il Frico è una prelibatezza gastronomica che incarna la storia e le tradizioni culinarie della regione.
Le sue origini si perdono dei secoli e risalgono alle comunità contadine delle zone montane del Friuli, dove veniva preparato come piatto genuino e sostanzioso per affrontare le lunghe giornate di lavoro nei campi, senza sprecare nemmeno i ritagli della preparazione del formaggio.
Il Frico, infatti, è una sorta di frittata di formaggio e patate, spesso arricchita con l'aggiunta di cipolle o altre verdure. La combinazione tra formaggio fuso e patate regala un gusto intenso e avvolgente, per una ricetta semplice ma che richiede abilità nella cottura per ottenere la giusta croccantezza esterna mantenendo morbido l’interno.
C’è un profondo legame tra il Frico e il territorio friulano, perché gli ingredienti principali (formaggi locali e patate) sono prodotti tipici della regione. Inoltre, il Frico è spesso associato a eventi e feste tradizionali, dove viene preparato e assaporato con gioia sia dai turisti che dai residenti.
15. Cicchetti veneziani: Sarde in Saor e Crostini con Baccalà Mantecato
In Veneto, e in particolare nella meravigliosa città di Venezia, street food fa rima con Cicchetti. I Cicchetti non sono altro che piccoli stuzzichini, o tapas, che vengono serviti nei bacari, i tipici bar veneziani.
Vengono solitamente accompagnati da un bicchiere di vino locale, così da creare un'esperienza enogastronomica autentica e conviviale.
Tra i Cicchetti più comuni ci sono le Sarde in Saor e i Crostini con Baccalà Mantecato: le prime sono sardine marinate in una salsa agrodolce a base di cipolle, aceto, uvetta e pinoli, per una ricetta che riflette alla perfezione l'influenza storica delle culture marinare e orientali sulla cucina veneziana.
I Crostini con Baccalà Mantecato, invece, sono fette di pane croccante su cui viene spalmata una crema a base di baccalà essiccato, latte, olio d'oliva e aglio: un prodotto semplice e saporito, cibo da strada ideale da gustare camminando nei luoghi più iconici di una città unica e inimitabile come Venezia.
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Street food tipico della Liguria, la Focaccia Genovese rappresenta un simbolo di convivialità e tradizione italiana da gustare in ogni momento della giornata, sia da sola che accompagnata da ingredienti come formaggi, salumi o verdure.
Una delle sue caratteristiche più distintive è data dalla consistenza soffice, arricchita da numerosi alveoli in superficie, noti anche come "buchi". Questa struttura porosa è il risultato di una lievitazione lenta e accurata dell'impasto, che conferisce alla focaccia una leggerezza senza pari.
Gli ingredienti di base sono incredibilmente semplici (acqua, sale e olio), ed è proprio questa semplicità a rendere così speciale questo street food, che riesce a conquistare i palati con il suo sapore autentico e genuino.
Il clima mite della Liguria e la ricchezza di ingredienti locali, come l'olio d'oliva e il sale marino, hanno contribuito alla diffusione e alla popolarità della Focaccia Genovese, la quale è divenuta nel corso del tempo uno dei simboli culinari dell'Italia e uno dei prodotti da forno più apprezzati in tutto il paese.
13. Piadina alla Romagnola, street food simbolo dell’Emilia-Romagna
La Piadina alla Romagnola, icona dello street food dell’Emilia-Romagna, veniva considerata in origine come un cibo povero, consumato principalmente dai contadini. Nel corso dei secoli la sua fama è cresciuta a tal punto che oggi è diventata un simbolo culinario imprescindibile della Riviera Romagnola e dell’intera regione.
Preparata artigianalmente, la Piadina, anche chiamata semplicemente Piada, è un sottile disco di pane non lievitato che viene cotto su una speciale piastra chiamata "testo", solitamente di terracotta o metallo.
In questo modo ottiene una consistenza unica ed è pronta a essere farcita con una varietà illimitata di ingredienti, dai classici ripieni di salumi e formaggi alle verdure grigliate o alle più gustose salse. Senza dimenticare le varianti dolci con ripieno di cioccolato o marmellata!
La Piadina alla Romagnola non è solo uno street food apprezzato per il suo sapore delizioso, ma anche per il significato culturale e sociale che riveste. Viene infatti consumata spesso nelle sagre paesane, dove rappresenta un momento importante di convivialità e condivisione tra le persone.
12. Panino con Lampredotto, una tradizione fiorentina
Il Panino con Lampredotto è un must della cucina toscana e dello street food italiano. Si tratta di una ricetta che è protagonista delle strade fiorentine, e che racconta una storia ricca di tradizione e genuinità.
Il Lampredotto è lo stomaco del bovino, un taglio meno pregiato ma ricco di sapore. In realtà, la Lampreda è un pesce d’acqua dolce simile all’anguilla, un prodotto particolarmente pregiato che in epoca Rinascimentale veniva gustato soprattutto dai nobili e dai ricchi.
La bocca del pesce Lampreda somiglia molto alla forma particolare dell’abomaso (che è appunto una parte specifica dello stomaco del bovino); ecco perché i cittadini fiorentini, che non potevano permettersi il lusso di gustare il pesce, decisero con la loro classica ironia di chiamare la frattaglia “Lampredotto”.
Per quanto riguarda la preparazione, viene dapprima bollito nel brodo, in modo da renderlo morbido e succulento, e poi condito con ingredienti semplici, come sale e pepe, oppure arricchito con una salsa a base di uova, capperi e acciughe.
Quando è pronto, il Lampredotto viene inserito all’interno di un panino rotondo, pronto ad essere gustato in strada tra il vociare dei mercati e l'odore invitante dei banchetti.
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Negli splendidi e variegati paesaggi delle Marche, regione situata nel centro Italia, tra le colline ondulate dell’entroterra, le coste frastagliate che si affacciano sull’Adriatico e i borghi medievali ben conservati, la tradizione enogastronomica gioca un ruolo di straordinaria importanza.
In particolare, per ciò che riguarda lo street food, non si possiamo prescindere dall’assaggio di un prodotto che rappresenta un vero e proprio simbolo del territorio: le Olive Ascolane.
Si tratta di un tipo di oliva originaria delle Marche, nota per la particolare polpa verde, morbida e croccante. Vengono raccolte nel mese di settembre, poi subiscono un processo di lavorazione per eliminare l'amaro naturale, e in seguito vengono conservate in salamoia.
La loro storia affonda le radici nell'antichità romana, ma la ricetta delle Olive Ascolane Ripiene come le conosciamo oggi risale al XIX secolo, quando un cuoco di una famiglia aristocratica di Ascoli Piceno ebbe l'idea di farcirle con carne avanzata da un banchetto.
Da allora, sono diventate un'icona culinaria molto amata, diffondendosi dalla nobiltà alle tavole popolari e diventando uno street food gourmet ideale da gustare mentre si passeggia nei pittoreschi borghi delle Marche e nelle città di tutta Italia.
10. Torta al Testo, delizia umbra
La Torta al Testo, comunemente chiamata anche ciaccia o crescia, è un tipo di pane rotondo e piatto che viene cotto su un testo (ovvero una specie di piastra) e può essere farcito con vari ingredienti, come salsicce, formaggi e verdure.
Si tratta di uno street food molto goloso e dalle origini antiche, forse risalenti addirittura alla civiltà etrusca, che abitava la regione prima dei Romani. In ogni caso, questo prodotto veniva tradizionalmente preparato dai contadini e dai pastori, che portavano con sé il testo mentre lavoravano nei campi e cuocevano il pane su un fuoco aperto.
Oggi possiamo gustare la Torta al Testo durante feste e celebrazioni, o semplicemente mentre esploriamo le bellissime città dell’Umbria, dove ogni anno si tengono sagre dedicate esclusivamente a questo street food semplice e delizioso, che riflette perfettamente le ricche tradizioni culinarie della regione.
9. Supplì alla Romana: le origini del cuore filante di Roma
Una palla di riso condita con ragù di carne, mozzarella e altri ingredienti, poi impanata e fritta. Il Supplì alla Romana è uno street food tipico della cucina romana, conosciuto anche come "Supplì al Telefono" per il filo di mozzarella filante che si crea quando viene spezzato a metà.
Pare che il nome “Supplì” derivi dal termine francese surprise, che starebbe proprio a indicare la sorpresa che si prova nello scoprire, e assaporare, il delizioso cuore di mozzarella. Ciò combacia con le ipotesi più probabili sull’origine di questo gustoso prodotto, che sembrerebbero risalire all’arrivo delle truppe francesi in quel di Roma a inizio XIX secolo.
L’esercito francese aveva già occupato alcuni anni prima il Regno di Napoli, che in precedenza era sotto l’influenza borbonica, al punto che si era venuto a creare uno stretto connubio tra la cultura gastronomica napoletana e quella siciliana.
Il riso, portato in Sicilia dagli Arabi, era diventato protagonista del "pall 'e ris” napoletano. Questo prodotto, una volta giunto a Roma, assunse una nuova identità, trasformandosi nel famoso Supplì.
Oggi, oltre alla versione classica, esistono varianti con aggiunta di ingredienti di ogni tipo, e il Supplì alla Romana è diventato un simbolo culinario della città e di tutto il Lazio, uno street food semplice e perfetto da gustare mentre camminiamo circondati dalle meravigliose attrazioni della Città Eterna.
Impara a cucinare piatti tipici della cucina romana❯8. Arrosticini, eccellenza d’Abruzzo
Uno degli street food più celebri, gustosi (uno tira l’altro!) e apprezzati di tutta Italia: gli Arrosticini Abruzzesi sono dei succulenti spiedini di carne di ovino cotti alla brace o alla piastra. Gioiello della tradizione culinaria dell’Abruzzo, gli Arrosticini sono nati nei primi decenni del ‘900, e originariamente venivano preparati utilizzando le parti meno pregiate della pecora.
Infatti, i pastori che vivevano in questo territorio avevano l’esigenza di ridurre il più possibile gli sprechi; per raggiungere questo scopo, tagliavano i pezzi di carne di pecora vecchia e li inserivano su dei bastoncini di legno per poi cuocerli sulla brace ardente. In questo modo, rendevano commestibili anche i tagli meno nobili.
Nonostante le loro umili origini, anzi forse anche grazie ad esse, oggi gli Arrosticini Abruzzesi sono diventati una prelibatezza, un prodotto che è partito dalla splendida cornice dei monti e delle valli del Gran Sasso per diventare parte integrante della cultura abruzzese e simbolo gastronomico di tutto il paese.
7. Pampanella, gli spiedini di carne del Molise
Dall’Abruzzo scendiamo verso sud dirigendoci verso la piccola ma affascinante regione del Molise. Qui potremo gustare uno street food tradizionale non troppo diverso rispetto agli Arrosticini: la Pampanella.
Si tratta di carne di maiale, generalmente pancetta o guanciale, marinata con spezie e aromi e quindi affumicata. In seguito, viene infilata su uno spiedo e cotta lentamente sulla brace, fino a raggiungere una consistenza croccante.
Il nome “Pampanella” potrebbe derivare dal termine "pàmpino", ovvero le foglie di vite che un tempo erano utilizzate per ricoprire la carne durante la cottura. Inizialmente questa ricetta era concepita come casalinga, ma con il passare del tempo ha guadagnato popolarità attraverso le feste tradizionali nei paesi locali.
Grazie al suo sapore ricco e alla sua semplicità, la Pampanella è diventata un’icona del cibo da strada molisano, entrando a far parte con pieno merito della tradizione culinaria regionale.
6. Pizza a Portafoglio: i segreti dello street food di Napoli
La Pizza a Portafoglio, protagonista indiscussa della street food culture partenopea e conosciuta anche come Pizza a Libretto, è una variante della celebre pizza napoletana.
Le sue dimensioni sono leggermente più ridotte rispetto alla pizza tradizionale, e la caratteristica distintiva è la modalità di consumo: viene infatti ripiegata due volte su sé stessa, un po’ come quando si richiude un portafoglio. In questo modo possiamo sia mangiare più facilmente la pizza mentre siamo in movimento, sia creare uno spazio per aggiungere ulteriori ingredienti o condimenti.
L'origine della Pizza a Portafoglio non è certa. Potrebbe infatti risalire già alla Napoli del XVIII secolo, benché il successo e la diffusione di questo prodotto sia avvenuto a inizio ‘900. In quel periodo, la Pizza a Portafoglio rappresentava il perfetto pasto veloce per lavoratori e viaggiatori in transito, perché poteva essere consumata per strada senza l'ausilio di piatti o posate.
La sua popolarità è cresciuta nel corso del tempo, trasformandola da un semplice spuntino di strada a un'icona culinaria di Napoli e della Campania.
Oggi, assaporare una Pizza a Portafoglio mentre passeggiamo nelle vie pittoresche del centro storico di Napoli oppure sullo splendido Lungomare rappresenta un’esperienza imperdibile, un’opportunità ideale per scoprire i sapori straordinari e autentici della città e della regione.
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Originario della penisola Salentina, ma diffuso in tutta la regione e specialmente nel capoluogo di Bari, il Panzerotto Pugliese è uno street food famoso per la sua forma a mezzaluna e la deliziosa farcitura, che lo fanno apprezzare sia dai locali che dai turisti che hanno la fortuna di poterlo assaggiare durante un viaggio nella bellissima Puglia.
La preparazione del Panzerotto inizia con un impasto di farina, acqua, sale e lievito, steso in sottili sfoglie e poi farcito con una varietà di ingredienti. La farcitura classica include salsa di pomodoro e mozzarella filante, ma ci sono molte varianti regionali che aggiungono ingredienti come prosciutto, olive o funghi, dando vita a un'infinita possibilità di sapori.
Una caratteristica distintiva del Panzerotto è la sua cottura, che avviene tradizionalmente friggendo in olio bollente fino a ottenere una crosta dorata e croccante. In questo modo il Panzerotto ottiene una consistenza irresistibilmente croccante all'esterno e morbida all'interno, con il formaggio fuso che si scioglie delicatamente in bocca.
Oltre ad essere deliziosi, i Panzerotti Pugliesi sono anche molto pratici da consumare in strada, uno spuntino ideale da assaporare mentre esploriamo le strade della regione, tra sole, natura, città d’arte e borghi meravigliosi.
4. Strazzata, street food rustico e deciso della cucina lucana
La Strazzata è un cibo tradizionale della cucina lucana, una focaccia rustica arricchita con pepe in grani. Si tratta di un perfetto esempio di street food particolarmente diffuso nelle feste di paese e durante le gite fuori porta dei lucani.
Preparare la Strazzata è piuttosto semplice: si tratta infatti di una pasta lievitata, appiattita e poi bucata al centro. Successivamente, viene condita con olio extravergine d'oliva, sale e abbondante pepe nero intero, in modo da conferire alla focaccia un sapore ancora più intenso e deciso. Una volta condita, la Strazzata viene cotta in forno fino a ottenere una crosta dorata e croccante.
Questo prodotto rappresenta un simbolo della cultura gastronomica locale, molto apprezzato per il suo sapore rustico e genuino, nonché per la sua storia legata alla vita contadina e alle antiche tradizioni della regione, caratteristiche che lo hanno reso un cibo da strada amato da generazioni di lucani.
3. Pitta, un assaggio delle eccellenze calabresi
La Pitta è un cibo delizioso che si presta bene a essere gustato in compagnia, durante una passeggiata o come spuntino. La sua preparazione è relativamente semplice e richiede pochi ingredienti, ma il risultato è un prodotto dal sapore eccellente che rappresenta la ricca tradizione gastronomica della Calabria.
Si tratta in sostanza di una sorta di panino ripieno, preparato con un impasto di farina, acqua, sale e lievito, simile a quello utilizzato per la pizza, ma con una consistenza più soda e compatta.
Il ripieno della Pitta calabrese varia a seconda dei gusti e delle tradizioni locali, ma solitamente include ingredienti dal gusto deciso, come gli straordinari salumi e formaggi locali, acciughe, peperoni, o la cipolla di Tropea.
In passato, la Pitta era un prodotto di scarto, perché veniva impiegata solamente per testare la temperatura del forno a legna prima di cuocere il pane in modo ottimale.
Oggi, invece, questo street food è particolarmente diffuso durante sagre e feste paesane, dove viene preparato e consumato in grande quantità. È un cibo versatile e apprezzato per la sua bontà e la sua praticità, ideale da gustare ovunque e in ogni momento della giornata.
2. Arancini o Arancine? Un itinerario gastronomico nella splendida Sicilia
Il dibattito sul nome è ancora aperto: “Arancini” per i Catanesi, “Arancine” per i Palermitani. Ciò che è certo è che, a prescindere dal nome e dalla forma, è difficile resistere alla bontà di queste palline di riso allo zafferano condite, nella versione classica, con salsa al ragù e ricoperte da una golosa panatura croccante!
La presenza dello zafferano e della carne richiama l’eredità culinaria della cultura araba, mentre l’introduzione della panatura sembrerebbe risalire a Federico II di Svevia: il sovrano apprezzava a tal punto questa ricetta da farla preparare per avere un pasto completo durante le sue battute di caccia, e la panatura dorata rendeva il cibo facile da trasportare.
Oggi, gli Arancini rappresentano un simbolo della tradizione culinaria della regione, amati da locali e turisti. Oltre alla versione classica, esistono numerose varianti regionali che offrono una vasta gamma di sapori e forme. A Palermo, ad esempio, le Arancine sono generalmente rotonde; a Catania, invece, gli Arancini sono più spesso di forma conica.
Al di là delle differenze, ogni morso a questo straordinario street food racconta una storia di sapori intensi e di passione, che lo rendono un simbolo perfetto della ricca e variegata cucina siciliana.
1. Seadas, il dolce street food della Sardegna
Concludiamo il nostro viaggio tra i sapori dello street food italiano in Sardegna, con un delizioso dessert dal sapore intenso e raffinato: la Seada.
Le Seadas sono piccoli ravioli dolci a base di pasta di semola e formaggio, conditi esternamente con un generoso strato di miele, che conferisce una dolcezza appagante e una delicata croccantezza esterna.
La presenza di formaggio, in particolare del tipico Pecorino sardo (che ha un gusto più burroso rispetto a quello romano), regala un gusto in perfetto equilibrio tra dolce e salato.
Alcune varianti delle Seadas prevedono anche l'aggiunta di scorza di limone grattugiata o una spolverata di zucchero a velo sulla superficie, così da accentuare ulteriormente i sapori per questo street food che non si limita a essere un piacere per il palato, ma rappresenta anche un'importante tradizione culinaria regionale, tramandata di generazione in generazione.