La Basilicata è una delle regioni che va a comporre l’estremo sud dell'Italia. Incastonata tra tre regioni essa confina a nord e a est con la Puglia, a nord e ovest con la Campania, a sud-ovest si affaccia sul mar Tirreno nel Golfo di Policastro, a sud confina con la Calabria, a sud-est invece si affaccia sul mar Ionio nel Golfo di Taranto.
La Basilicata ha una superficie che supera di poco i diecimila chilometri quadrati, è suddivisa in due province: Potenza e Matera.
Ha un territorio in gran parte montuoso e collinare e solo per una piccola parte pianeggiante. La sua unica zona pianeggiante è la piana del Metaponto, posizionata a sud della regione lungo il versante ionico.
I suoi massicci sono le cime più alte che vanno a comporre l’ Appennino Lucano con il Monte Pollino (2.248 m) il Monte Papa (2.005 m) il Monte Alpi ( 1.900 m) il Monte Raparo (1.764 m) e il Monte Volturino (1.835 m).
Il Monte Vulture nella zona nord-occidentale è un vulcano ormai inattivo. La sua zona collinare è costituita in gran parte da terreno argilloso motivo per cui la Basilicata è una regione soggetta a frane e smottamenti.
Ricca di fiumi a regime torrentizio, tra i più noti il Basento, il Bradano,il Cavone, il Sinni, l’Agri e il Noce. Al confine con la Puglia e la Campania il fiume Ofanto. Inoltre sono presenti torrenti degni di nota come il Sauro che converge nel fiume Agri e il Gravina di Matera e il Gravina di Picciano che invece convergono nel fiume Bradano.
Per quanto riguarda i laghi di maggiore rilevanza abbiamo quello di Monticchio, alle pendici del monte Vulture.
Di origine vulcanica, divenuto riserva regionale nel 1971. Luogo ricco di vegetazione e habitat di una rara specie endemica di una farfalla notturna : la Brahamaea europaea.
Il lago di San Giuliano, il lago di Monte Cotugno, di Gannano e il lago di Pietra del Pertusillo sono tutti artificiali, costruiti per uso irriguo o potabile.
Le sue coste si diversificano molto, sul versante tirrenico ha delle coste alte e rocciose, sul tratto ionico invece abbiamo coste basse e sabbiose. La Basilicata ha un patrimonio ambientale ricco e diversificato, infatti il suo territorio viene suddiviso in sei diverse sotto-aree, ognuna con una sua caratteristica:
● Vulture-Melfese situata a nord-est caratterizzata da altopiani coltivati a grano, invece nel Vulture abbiamo una presenza di boschi alternati a viti;
● Potentino e Dolomiti Lucane situate a nord-ovest con una forte presenza di boschi e le sue montagne hanno altezza compresa tra i 1.200-1.500 metri;
● Massiccio del Pollino e Monte Sirino situato a sud-ovest che costituisce le cime più imponenti della Basilicata con altezze superiori ai 2.000 metri , zona caratterizzata dalla presenza di foreste e boschi;
● Val d’Agri situata nel centro-ovest, è un altopiano a un'altitudine di 600 metri che segue il percorso del fiume Agri fino a raggiungere la piana di Metaponto;
● Collina materana situata al centro-est costituita da colline di media altezza caratterizzate da terreni argillosi soggetti a forti erosioni delle acque piovane che danno vita a fenomeni geomorfologici conosciuti come calanchi e brulle;
● Metapontino situato a sud-sud-est caratterizzato da una grande pianura di origine alluvionale, sfruttata con l’agricoltura intensiva.
La Basilicata era conosciuta col nome di Lucania fino al X secolo. Al nome Lucania vengono attribuite diverse origini : la prima è che si pensi derivi dal latino da “leucos”, che significa bianco, lucente.
Collegato alla leggenda di un popolo in viaggio verso sud che arrivato in questa terra dalla quale poteva vedere sorgere il sole, la luce, la chiamò Lucania cioè “terra della luce”.
Un’altra variante potrebbe essere l’origine da “lucus” che significa bosco . Molto probabile anche l’origine dal greco dal termine “lycos” che significa lupo, derivante da hirpos, troverebbe analogia nel nome degli Hirpini una tribù molto vicina ai lucani il cui nome significava appunto lupo.
L’origine del nome Basilicata invece potrebbe avere origine dal greco basileus che significa funzionario del re, ma pare non siano esistite tali figure. L’ipotesi più accreditata è che il nome derivi dalla basilica di Acerenza, poiché il vescovo aveva giurisdizione su tutto il territorio.
Il nome comparve per la prima volta nel Catalogo dei Baroni, il quale corrispondeva ad un elenco di feudi dell’impero normanno, dipendente quindi dall’Impero Romano d’Oriente.
Anticamente la Lucania era più vasta e i suoi confini erano diversi da quelli che conosciamo oggi, comprendeva gran parte dei territori della Campania e della Calabria. Non comprendeva però il territorio di Matera, e la zona più settentrionale del Vulture.
Le fonti del V secolo ci dicono che si facesse riferimento alla Grande Lucania e che i suoi confini fossero estesi fino allo stretto di Messina e fosse abitata da un popolo di origine sannitica.
Tali confini vennero mantenuti anche quando furono istituite le regioni augustee nel 7 d.C. facendo parte della Regio III Lucania et Bruttii. Diverso fu per Matera e il Vulture che vennero incluse nella Regio II Apulia et Calabria
Per quanto riguarda la storia del territorio, partendo dalla preistoria abbiamo i primi insediamenti che risalgono al Paleolitico. Abbiamo rifugi risalenti al Mesolitico. Villaggi fortificati risalenti al V millennio a.C. e nell’età del ferro si insediò una cultura indigena. Nel 300 a.C. ci furono i primi contatti con i Romani che contribuirono alla conquista di Taranto e la via Appia venne prolungata fino a Brindisi. Vennero fondate due colonie: Potentia e Grumentum.
In seguito alla caduta dell’ Impero Romano fu sotto dominio bizantino fino al 568 con il dominio dei longobardi che la inclusero nel Ducato di Benevento. Tornò sotto dominio bizantino nel 968 con l’istituzione del thema di Lucania,che scomparve con la conquista da parte dei Normanni lasciando spazio alla nascita del Ducato di Puglia e Calabria di cui Melfi fu la capitale. Nel 1231 fu istituito il giustizierato di Basilicata da Federico II che emanò anche la Costituzione di Melfi.
I suoi confini iniziarono a coincidere con quelli attuali, esclusa Matera che venne inclusa nel 1663, parte del Melandro, la Val d’Agri e il Metapontino. Durante la dominazione angioina ci fu un calo demografico che trovò una crescita solo nella metà del XV secolo, con l’esodo dalle regioni greche e albanesi, dopo la caduta di Costantinopoli.
In età moderna la Basilicata fu fortemente contesa tra francesi e spagnoli. Siamo tra il XV e il XVI secolo, durante questo periodo Melfi fu assediata dall’esercito francese.
Nel 1642 riuscì ad avere un’autonomia istituzionale. Nel 1663 venne istituita Matera come capoluogo che fino ad allora fece parte della Terra d’Otranto. In questo modo ne assicuravano un miglior controllo.
Nel 1735 cadde sotto il dominio dei Borbone di Napoli e nel 1799 fu proclamata la Repubblica di Napoli.
Sette anni più tardi i francesi riuscirono ad impadronirsi del territorio nonostante la resistenza del popolo e spostarono la provincia della Basilicata da Matera a Potenza. Fissato il quartier generale a Potenza, Charles Antoine Manhès attuò una forte azione contro il brigantaggio tra la Calabria e la Basilicata.
Dopo l'Unità d’Italia nel 1860 la Basilicata fu la prima provincia del continente del Regno delle Due Sicilie a dichiarare la sua inclusione allo stato unitario. Infatti Garibaldi raggiunse la Basilicata senza incontrare opposizione e a lui si unirono tremila uomini della brigata “Cacciatori Lucani”.
In seguito all’Unità d’Italia, però, la Basilicata non vide il cambiamento e il miglioramento tanto auspicato infatti si arrivò ad una rivolta che assunse sempre più i tratti di una guerra civile. Tale guerra andò avanti per i dieci anni successivi, interessando le province dell’ex Regno delle Due Sicilie causando migliaia di morti.
A fine '800 ebbe inizio un movimento politico, il Meridionalismo, atto a favoreggiare il mezzogiorno. I suoi esponenti di maggiore rilievo furono: Francesco Saverio Nitti, Ettore Ciccotti, Raffaele Ciasca. Grazie a tale azione La Basilicata ebbe uno sviluppo importante, furono realizzate scuole,acquedotti, la bonifica di alcuni territori, la costruzione di vie di comunicazione.
Durante il periodo fascista la Basilicata divenne terra che ospitava gli oppositori al regime, tra questi vi era Carlo Levi che descrisse la sua esperienza nel romanzo “Cristo si è fermato a Eboli “, dove narra le condizioni di vita e l’arretratezza di quei territori.
Nel 1927 Matera divenne provincia. Nel 1943 Matera fu la prima città del Mezzogiorno ad opporsi al regime fascista, subendo rappresaglie insieme a Rionero. Città come Maratea, Potenza e Lauria furono bombardate dagli alleati.
Nel 1944 ci fu un grave incidente ferroviario, sulla linea ferroviaria Battipaglia-Metaponto dove morirono oltre 500 persone.
Subito dopo la seconda grande guerra si verificarono proteste legate alla distribuzione delle terre tra i contadini.
Nel novembre del 1980 la Basilicata fu sconvolta dal terremoto dell’Irpinia che causò 3.000 vittime.
I Sassi di Matera nel 1993 divennero patrimonio dell’umanità sotto tutela dell’ UNESCO.