La Sardegna è una regione a statuto speciale, la terza d’Italia per estensione con una superficie di ventiquattromila chilometri quadrati, la seconda isola più estesa dopo la Sicilia. La Sardegna ha un territorio vasto ma con una densità piuttosto bassa (sessantasei abitanti per chilometro quadrato) .
Posizionata a occidente nel mar Mediterraneo è circondata da alcune isole e piccoli arcipelaghi. Spesso proprio a causa della scarsa presenza dell’uomo il suo territorio risulta ancora incontaminato e del tutto selvaggio.
La Sardegna ha un territorio molto vario. Si spazia dalla costa alla pianura passando per montagne rocciose, fitti boschi millenari, corsi d’acqua e lunghe spiagge di sabbia finissima. Proprio per questa varietà essa ha anche diversi ecosistemi che la portano ad essere considerata un micro continente.
La sua posizione strategica e il sottosuolo ricco di minerali, hanno favorito : il suo popolamento, lo scambio commerciale e culturale.
Il territorio è in gran parte montuoso, la zona di maggior rilievo è il massiccio del Gennargentu. Costituito da rocce di origine scistosa formatosi dunque durante il Paleozoico, caratteristica che testimonia le antiche origini della Sardegna. Esso è situato al centro dell’isola con il Monte Spada,il Bruncuspina, e Punta la Marmora che sono le sue cime più alte.
Nel Supramonte attorno al Gennargentu tra le vette di maggior spicco abbiamo il Monte Corrasi. Più a Nord abbiamo invece il massiccio del Limbara costituito principalmente da rocce granitiche. Capace di catturare l’attenzione per via delle forme bizzarre delle sue rocce. In Ogliastra spicca Punta Seccu.
Nella Sardegna centro occidentale abbiamo il massiccio vulcanico del Montiferru, il più esteso della regione, Monte Urtigu e Monte Entu le sue cime più alte. Nel Marghine, una sub-regione del Logudoro abbiamo la cima più elevata con Punta Palai. A sud invece troviamo tra i più rilevanti il Massiccio dei Sette Fratelli, Monte Linas e Monte Serpeddì. Monte Lisone nell'iglesiente e nel Sulcis Monte Is Caravius.
Passando alle pianure, la più estesa è la pianura del Campidano, posizionata tra i monti dell'iglesiente e il massiccio centro settentrionale.
La seconda zona pianeggiante più rilevante è la pianura della Nurra situata nella parte nord-occidentale della Sardegna, compresa tra i comuni di Sassari, Alghero e Porto Torres.
Tra i fiumi più importanti troviamo il Tirso che è il più lungo e ampio, a seguire il Flumendosa, il Coghinas , il Cedrino e il Flumini Mannu.
I principali sono chiusi da dighe, andando a formare dei bacini utilizzati per l’irrigazione dei campi.
Il più vasto è il Lago Omodeo che è il più grande tra i bacini artificiali di tutta Italia, seguito dal bacino del Flumendosa, del Coghinas e del Posada.
L’unico lago naturale è il Lago di Baratz situato a nord dell’isola nel comune di Sassari. Lungo la costa i golfi di maggior rilievo sono a nord il Golfo dell’Asinara, procedendo verso ovest il Golfo di Alghero e il Golfo di Oristano.
A sud il Golfo di Cagliari, a est il Golfo di Orosei e a nord est il Golfo di Olbia. La Sardegna ha una zona costiera che si estende per quasi duemila chilometri, in alcuni tratti il mare grazie a delle rientranze della costa va a formare delle paludi o degli stagni dando vita a importanti ecosistemi. Lo stagno di maggiore rilevanza è lo stagno di Cabras.
L’isola è accompagnata da altre isole minori, la più grande è l’isola di Sant’Antioco, a seguire l’isola dell’Asinara, l’isola di San Pietro, La Maddalena e Caprera.
Il clima dell’isola è di tipo mediterraneo, lungo le coste grazie al mare gli inverni sono miti e le estati calde e umide. Grazie alla costante brezza le temperature estive risultano essere più sopportabili anche se spesso superano i 35 °C.
Nelle zone più interne invece abbiamo estati più calde e inverni più rigidi. Sui massicci durante l’inverno nevica spesso con temperature sotto lo zero, le estati sono più fresche.
La Sardegna è particolarmente ventilata durante tutto l’anno, i venti predominanti sono il maestrale, il ponente e il libeccio.
Un’altra grande caratteristica geografica di quest’isola sono le grotte e le sorgenti presenti su tutto il territorio. Tra le grotte di maggior rilievo si distinguono quelle del Supramonte, del Sulcis-Iglesiente e del promontorio di Capo Caccia.
Le rocce granitiche modellate dagli agenti atmosferici talvolta creano forme bizzarre, tra le più note la roccia dell’elefante nel territorio di Castelsardo e l’orso nel territorio di Palau.
Un territorio così ricco e vario che l’ente regionale ha deciso di tutelare, istituendo innumerevoli parchi e aree marine protette.
In totale abbiamo sessanta riserve naturali, due parchi nazionali e due parchi regionali, diciannove monumenti naturali , cinque oasi del WWF e sedici aree naturalistiche. Il tesoro naturalistico di questa grande isola si integra bene con il patrimonio storico e culturale.
La Sardegna ha un trascorso storico di notevole importanza. Il patrimonio storico comprende innumerevoli siti archeologici.
Sin dai tempi più remoti l’isola è stata attracco di tutti coloro che attraversavano il Mediterraneo, l’isola ha saputo sfruttare la sua posizione strategica e la sua insularità. La sua ricca storia può essere suddivisa in diverse età.
L’età prenuragica caratterizzata da diverse culture archeologiche e dai traffici di ossidiana provenienti da Monte Arci che ebbero inizio nel Mesolitico.
In quel periodo comparvero anche i megaliti, i circoli tombali, i menhir, i dolmen e le domus de janas. Di notevole interesse il tempio a gradoni di Monte d’Accoddi. L’età nuragica si può collocare dalla metà dell’età del bronzo fino all’età del ferro. Essa è caratterizzata dalla presenza di circa ottomila nuraghi, dalle tombe dei giganti, i pozzi sacri, i bronzetti e le statue di Mont’e Prama.
L’età fenicio-punica periodo in cui vennero fondati nuovi approdi spesso in coincidenza di insediamenti nuragici. I più noti sono Caralis, Tharros, Nora, Sulki, Bithia. Da qui si svilupparono gli scambi commerciali sia con le popolazioni delle zone interne sia con quelle d’oltremare.
In seguito i Punici conquistarono la parte meridionale e centro-occidentale dell’isola. L’età romana ebbe inizio subito dopo la prima guerra punica, la Sardegna insieme alla Corsica formarono un’unica provincia, la seconda dopo la Sicilia.
I Romani espansero le città costiere già esistenti, ne fondarono delle altre, costruirono ponti, strade e acquedotti. La civiltà Romana ebbe la meglio insediandosi definitivamente in tutta l’isola e tutti i sardi divennero cittadini romani.
La Sardegna venne considerata uno dei granai di Roma per la sua grande ricchezza di piombo e argento, venivano esportati anche pelli, vino, grano, sale, lana e formaggi. L'età romana durò fino all’arrivo dei vandali a metà del V secolo.
I vandali erano una popolazione germanica che conquistò inizialmente alcune città costiere per poi conquistare tutta l’isola.
L'età bizantina è caratterizzata dalla nascita dei regni giudicali durante i quali la Sardegna iniziò a coltivare una sua indipendenza.
L’età giudicale che ebbe inizio alla fine del X secolo, durò per circa quattrocento anni. Questo periodo è caratterizzato dal tentativo dei musulmani di conquistare la Sardegna sventato dai sardi e via mare dalle flotte di Genova e Pisa.
In seguito a questo episodio si formarono quattro province indipendenti: Torres, Gallura, Arborea e Calari, esse diedero vita a una grande organizzazione politica, che si caratterizzò maggiormente per l’istituzione della Carta De Logu, una raccolta di leggi scritte in lingua sarda destinate ai giudicati.
L'età signorile e comunale caratterizzata dal fatto che pose fine ai giudicati per dare spazio all’organizzazione signorile facente riferimento all'Italia centro-settentrionale. Il Regno di Sardegna iniziò nel XIII secolo per finire nel 1861 con il Regno d’Italia. In questo periodo la Sardegna fu contesa tra Aragonesi,Angioini e Papa Bonifacio VIII. A testimonianza di questo periodo, la presenza di innumerevoli torri aragonesi lungo le coste costruite per la difesa del territorio.
In età contemporanea in Sardegna persistette il banditismo fortemente combattuto dallo stato. Durante la prima guerra mondiale la Brigata Sassari conquistò l’Altopiano di Asiago.
Negli anni a seguire furono bonificate diverse zone paludose tra le quali la Nurra e Terralba.
Negli anni della seconda guerra mondiale la Sardegna non fu interessata da combattimenti a terra ma Cagliari fu crudelmente bombardata.
Nel 1948 la Sardegna venne nominata regione a statuto speciale in grado quindi di emanare leggi amministrative in maniera autonoma.