Un viaggio sensoriale, alla riscoperta di noi stessi e dell'antico legame con la Terra. Una full immersion nella natura, dagli innumerevoli benefici per il corpo e per la mente.
La cosa più importante nell’uomo sono gli occhi e i piedi. Bisogna poter vedere nel mondo e andare verso di esso.
Origini del barefooting: una pratica antica quanto l'uomo
ll barefooting walking, più che un'attività in sé, è uno stile di vita, una vera e propria filosofia che si fonda sul contatto diretto con la natura. Il termine inglese barefooting deriva dal termine "barefoot" cioè piede scalzo, senza scarpe. Tuttavia, riflettendoci bene, non si tratta per niente di un'invenzione, bensì di un ritorno alle origini dell'uomo. Infatti, tornando indietro di centinaia di migliaia di anni, possiamo affermare con ogni certezza che gli uomini primitivi camminavano scalzi senza nulla che si frapponesse tra loro e l'ambiente circostante. È proprio da qui che nasce il concetto che ispira il barefooting: ritrovare il legame autentico con la natura che, con migliaia di anni di evoluzione e progresso, l'essere umano è andato via via perdendo. Sebbene il pregiudizio collegasse erroneamente l'essere scalzi alla sciatteria e la povertà, il barefooting è invece sinonimo di libertà di movimento senza alcun tipo di costrizione. Si tratta, in realtà, di un riappropriarsi dell'ambiente naturali e delle sensazioni che esso può "comunicare" al nostro corpo a contatto diretto con il suolo.
La libertà di camminare scalzi
Camminare a piedi nudi sentieri, correre o addirittura scalare non è qualcosa di insolito o strano per i barefooter, detti anche gimnopodisti o "nati scalzi".
Chi di noi non ha provato una sensazione di libertà nel camminare a piedi nudi su una distesa di sabbia fresca, su un prato morbido o addirittura sul pavimento a casa? La scienza lo conferma: fa bene al corpo ma anche alla mente.
Chiaramente non ci si può improvvisare barefooter, ma bisogna approcciarsi in maniera graduale a questa pratica antica quanto l'uomo stesso, onde per evitare problemi. Il piede, come in ogni disciplina va allenato ed abituato, visto che oggigiorno indossiamo le scarpe che costituiscono un filtro, un ostacolo tra noi e l'energia della terra.
Si può iniziare in casa, camminando scalzi, per poi passare a superfici naturali come la sabbia o un prato per abituare e rafforzare tendini, muscoli e ossa, che le calzature hanno "indebolito". Successivamente, ci si potrà cimentare, tranquillamente e senza problemi, con i sentieri di montagna opportunamente adibiti e passare alla roccia. Non è un caso che molti sport vengono praticati a piedi nudi come il beach tennis, il beach volley, il pilates, lo yoga, il karate e il judo. Per chi si affaccia per la prima volta al barefooting, è opportuno ricordare, di prestare attenzione a eventuali asperità del suolo e ad eventuali ostacoli presenti.
I benefici di camminare scalzi sulla salute
La passeggiata a piedi nudi dà luogo, in primis, un distensivo e rilassante massaggio plantare e, in secondo luogo a potenziare il tono muscolare delle dita e delle gambe, a ispessire la pianta del piede e a favorire la circolazione. Secondo uno studio condotto dallo scienziato americano Erik Trinkaus, professore della Washington University a St Louis, infatti, l'uso delle scarpe, nel corso dei secoli avrebbe proprio contribuito ad un indebolimento delle ossa dei piedi.
Ma il professor Trinkaus non è stato né l'unico, né il primo a capire l'importanza del piede, sostegno per tutto l'organismo e fondamentali nel processo di termoregolazione. Fu Leonardo da Vinci, nelle sue vesti di anatomista, a definire il piede come "opera d'arte, un capolavoro di ingegneria" proprio per la sua complessità strutturale e per la molteplicità di funzioni svolte.
Nei piedi sono presenti numerosi muscoli e terminazioni nervose, per cui lasciarli liberi equivale a prevenire numerose patologie che riguardano, ad esempio, la schiena e le ginocchia.
La pratica del barefooting in Italia
Tale pratica nasce in Nuova Zelanda intorno agli anni Sessanta, ma in Europa, Italia compresa, è giunto solo in tempi più recenti. Infatti, da nord a sud, numerosi sono i percorsi dove praticare il barefooting: in Alto Adige a Bolzano (sentiero di Pilgerweg), in Val di Rabbi Trentino Alto Adige (il percorso Kneipp), nel bosco che conduce alla Malga Monte Luco, la Spiaggia Nera di Maratea in Basilicata, il Golfo di Policastro in Campania, la bianca e finissima sabbia di Chia in Sardegna, Percorso Francescano per la Pace che collega Gubbio ad Assisi in Umbria, tra i più famosi in assoluto. D'altronde, in Italia non mancano paesaggi naturali incontaminati dove poter godere appieno, in tutta armonia e nel pieno rispetto dell'ambiente, delle meraviglie del creato.
Barefooting in Valle d'Aosta, il percorso di Morgex
Ci focalizzeremo, però, sul percorso di Morgex, situato in posizione privilegiata al centro della Valdigne in Valle d'Aosta. Esso rientra nell'ambito del progetto denominato "Autour du Mont Blanc”, inserito nel Piano Integrato Transfrontaliero Espace Mont-Blanc nel quadro del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia (Alcotra 2007-2013) cofinanziato dall’Unione Europea (FESR).
Dedicata a Franco Alleyson, appassionato di sci di fondo ormai scomparso, è la prima pista di barefooting ricavata all'interno dell'area sportiva del comune. Il percorso, circa 600 metri liberamente accessibili a tutti, si snoda su superfici di vario genere da poter sperimentare: acqua, erba, muschio, sabbia, fango, ghiaia, pietra, legno, foglie, fieno e, a seconda delle stagioni, petali di fiori, aghi di larice e pigne.
La sua realizzazione si fonda su due principi fondamentali: camminare scalzi per riscoprire ed il contatto con l'ambiente in piena armonia con esso e, cosa non meno importante, trarne dei benefici per la salute. Non dimentichiamo, poi, gli enormi vantaggi e proprietà benefiche sull'umore, un vero toccasana anche per la mente.
Tornando al percorso Franco Alleyson, questa esperienza sensoriale non coinvolgerà solamente il tatto ma anche l'olfatto e l'udito. Infatti, oltre al tracciato su diversi tipi di terreni (erba, muschio, sabbia, acqua, fango, ghiaia, foglie, fieno, ecc.), sono previste anche una postazione dedicata a riconoscere i profumi della natura e una a individuare il canto degli uccelli montani. Vi sono, poi, ulteriori postazioni per identificare le orme degli animali, il tipo di albero toccandone le foglie o le diverse montagne presenti. Infine, il percorso consente anche agli ipovedenti e ai non vedenti di sperimentare questa particolare esperienza essendo opportunamente attrezzato e predisposto, grazie alla presenza di cartelli in Braille. Dunque, un tracciato inclusivo che non nega proprio a nessuno la possibilità di sperimentare questa disciplina.
Praticare una passeggiata sensoriale in stretta connessione con la natura, ci dona energia nuova e positiva provocando una reazione attiva e non una risposata reattiva all'ambiente che ci circonda. Una vera e propria fuga dal mondo per ritrovare noi stessi in sintonia con dei luoghi incantevoli.
Siete pronti? vi siete già tolti le scarpe?
FOTO CREDIT - SITO DEL TURISMO UFFICIALE DELLA VAL D'AOSTA