Esplora i tesori dell'affascinante Ponzano di Fermo, pittoresco borgo ricco di storia, cultura, natura e tradizioni artigianali in provincia di Fermo.
A volte perdersi è l’unico modo per trovarsi davvero. Viaggiando nel cuore delle Marche, tra colline silenziose e profumate di fiori, ho imboccato una strada secondaria. Così ha preso vita il mio vero viaggio: un'avventura inattesa tra undici borghi nascosti de Le Marche, dove storia e bellezza si intrecciano in ogni angolo. In ogni episodio vi accompagnerò in un borgo unico, svelandovi i segreti delle sue antiche vie, tra paesaggi che tolgono il fiato e storie senza tempo.
Venite con me: questo è Hidden Gems - The Enchanting Villages of Le Marche.
Oggi andiamo a Ponzano di Fermo per intraprendere un magnifico tour all’insegna della storia, dell’arte, dell’archeologia e degli straordinari scenari naturalistici di quest’incantevole meta.
Ascolta "Hidden Gems - The Charming Villages of Le Marche: Ponzano di Fermo"
Capitolo 1: Una magnifica giornata a Ponzano di Fermo - Ecco il mio itinerario
Incastonato come una pietra preziosa sulla cima di un colle, come se tentasse di custodire meglio i suoi tesori, Ponzano di Fermo è un pittoresco borgo che disvela lentamente i segreti della sua gloriosa storia secolare.
Da quando ho iniziato il mio viaggio tra i borghi delle Marche, avevo sentito parlare di questo borgo desiderando scoprirne di più. Mi avevano parlato della magnificenza dei capolavori artistici racchiusi nel centro storico e la mia curiosità aumentò.
Oggi, finalmente, dopo aver percorso la SP56, ho imboccato la deviazione per Ponzano di Fermo, arrivando ben presto alle sue porte. Come un viaggiatore romantico dell'Ottocento, guidato da un'irresistible brama di avventura e di scoperta, la prima sensazione è stata quella di trovarmi un dipinto: un piccolo microcosmo come quello realizzato dai pittori del Medioevo e del Rinascimento.
Mi conquistarono la quiete, l’armonia e la bellezza di questo luogo bucolico, che si stagliava tra le colline verdeggianti. Non vedevo l’ora di addentrarmi di più nel paese.
Capitolo 2: L’atmosfera magica e suggestiva del centro storico di Ponzano di Fermo
“Chissà quali incredibili capolavori artistici e quali piacevoli incontri mi riserverà questo luogo silenzioso, affascinante e fermo nel tempo” pensavo, mentre camminavo verso il cuore della città. Mi colpì subito una torre più alta delle altre costruzioni. Deve essere il Castello di Ponzano di Fermo, mi dissi. Ed era proprio lì che volevo andare.
Edificato ai primi dell’XI secolo, risulta menzionato in un documento risalente al 1059, in pieno Alto Medioevo. Nel 1214 il marchese Aldovrandino, figlio di Azzo d´Este, lo riconobbe come castello in aggiunta a quelli di S.Martino in Plumbarano, Montone, Longiano e S.Cipriano. Nel XV secolo subì occupazioni da parte delle truppe di Carlo Malatesta, signore di Cesena, e di Francesco Sforza. Attraversando l’elegante e magnifico loggiato, impreziosito da arcate e fornici a sesto acuto, si accede all’ insediamento urbano dove mi sentii come se fossi entrato in un mondo antico.
Quando giunsi al Castello potei ammirare meglio la torre con l’orologio e la porta d’ingresso, sovrastata da un torrione, ricostruito nella seconda metà del XV secolo e decorato da raffinati merli a coda di rondine. Dopo aver esplorato il maestoso maniero, decisi di proseguire la mia visita attraverso le strade sinuose del borgo.
Capitolo 3: Un tuffo nel Passato di Ponzano di Fermo
Qualcuno del posto mi aveva raccontato di una suggestiva rievocazione storica che si tiene ogni anno a Luglio e che celebra la ritrovata autonomia del Castello dalla città di Fermo e il suo passaggio a libero Comune, trasformando le strade della città in una festa. Pensai che mi sarebbe piaciuto ritornare per la celebrazione. Intanto mi era venuta fame, decisi dunque di fermarmi al bar della pizza per una veloce colazione, ma non vedevo l’ora di continuare a passeggiare per il dedalo di vicoli e stradine che costellano il piccolo paesino.
Esplorando gli stretti vicoli del centro storico del villaggio, la mia attenzione è stata richiamata dalla laboriosità, dalle voci e dai suoni provenienti dalle botteghe degli abiti maestri artigiani, che si prodigano nel realizzare con impegno, passione e dedizione le loro mirabili opere d'arte con la stessa maestria tramandata attraverso le generazioni. Ciò che mi colpì in particolare fu la creatività, la fantasia e il fervente ingegno degli artisti, che potei constatare visitando qualche antica bottega storica. Il ricordo delle strade animate e vivaci di un tempo diventava più vivido a ogni passo.
La mia passeggiata mi condusse ad alcuni dei più importanti punti d’interesse che punteggiano l’antico villaggio. Di fronte a me svettavano la splendida chiesa romanica di S.Maria Mater Domini, conosciuta anche come Chiesa di San Marco, risalente al 1100 e un magnifico presbiterio, la chiesa di Santa Maria realizzata nel 1792, il Palazzo della Comunità e il Museo della Cultura Popolare. Ciascuno di questi luoghi custodiva meraviglie nascoste, come i antichi reperti archeologici risalenti al 300 d.C o complessi dettagli architettonici
Tra gli altri tesori incastonati in questo magnifico territorio potei contemplare il torrione, il Campanile del 1400, la Fonte Moscogna, il Parco di San Marco, la Chiesa di San Simone con il prezioso altare ligneo realizzato in abete, su cui ha trovato sede la residenza della Madonna delle Grazie e il Palazzo del Consiglio Comunale, rimanendo ipnotizzata da una simile bellezza. La storia remota del borgo continuava a svelarsi ad ogni angolo, rivelando secoli di tradizione.
Capitolo 4: Verso Torchiaro
“Dovresti visitare anche Torchiaro e Capparuccia” mi disse Nino, il barista che mi aveva servito il secondo caffé della giornata. “Sono due piccole frazioni non lontane da qui e sono davvero deliziose”. Parlò con la saggezza di un locale che conosceva bene i segreti del territorio. Avevo passato a Ponzano di Fermo solo qualche ora ma decisi che il consiglio di un local va sempre ascoltato.
Ritornai all’auto e partì alla volta di Torchiaro, la mia prima tappa. Mi ritrovai su una strada che si snodava tra la lussureggiante vegetazione, in un territorio costellato di cammini e di antichi percorsi che conducono alle località limitrofe. Non appena arrivai, potei constatare di essere giunta in un villaggio fiabesco popolato da un centinaio di abitanti.
Percorsi il ponte che attraversava il fosso Rio e la ripida salita che conduceva al centro abitato. Oltrepassando la soglia delle possenti mura, rimasi ammaliata dall’aura magnetica emanata dalle località che hanno attraversato la storia.
Giungendo nel cuore del caratteristico centro storico, mi fermai ad ammirare la zona più antica del magnifico nucleo abitato rappresentata da un’ancestrale porta a stesso acuto, risalente al XIV secolo. A poca distanza mi ritrovai nella graziosa piazzetta, dove tra le principali attrattive, destarono in me fascino e meraviglia alcuni incantevoli punti d’interesse, tra cui la Chiesa dei Santi Simone e Giuda, ristrutturata nel 1827, che custodisce un’antica acquasantiera del XIII secolo e reperti romani attribuibili all’epoca imperiale.
Potei ammirare anche le colonne marmoree che sostenevano la tribuna, una magnifica Porta del ‘300, l’antico Lavatoio, la Torre angolare e le mura castellane che circondavano il settore più antico dell’abitato. Nonostante la sua ridotta estensione, mi resi perfettamente conto della bellezza di quest’oasi di cultura, immersa negli stupendi paesaggi marchigiani. Rimasi per un po’ ad osservare quella bellezza, mentre un vento leggero e profumato mi accarezzava. Ero felice.
Capitolo 5: Andiamo a Capparuccia
Come suggerito da Nino, la seconda tappa in giro per le Frazioni di Ponzano di Fermo era Capparuccia. Ripartì da Torchiaro e percorsi la Strada Provinciale Val d'Ete Vivo/SP112.
Arrivando a Capparuccia, oltre alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, decisi di concedermi un autentico ed emozionate viaggio nel tempo esplorando il Museo della Cultura Popolare, una vera gemma. Questo museo conquistò il mio cuore riempiendomi di fascino e di nostalgia, mentre camminavo attraverso la vasta collezione tra fotografie d’epoca, arredi originali, attrezzi dell’antico mondo contadino marchigiano, strumenti delle botteghe artigiane e fedeli ricostruzioni delle aule scolastiche databili ai primi anni del Novecento.
È stato un viaggio emozionante e autentico nel tempo, che mi ha permesso di dare uno sguardo alla vita quotidiana degli artigiani e dei contadini delle Marche. Il museo ha offerto una rara e commovente opportunità di entrare in contatto con il passato, dove ogni oggetto raccontava una storia di tradizione, duro lavoro e comunità.
Capitolo 6: Visita al misterioso sito della Madonna delle Cataste
Lasciai Capparuccia e mi rimisi in viaggio, girovagando per la periferia di Ponzano di Fermo. Mi fermai dove la mia attenzione fu attirata da una struttura piuttosto particolare. Era la Madonna delle Cataste - qualcosa a cui i locali mi avevano già fatto riferimento, un luogo mistico situato nella lussureggiante Val d’Ete, in Contrada Schito. Mi avevano detto che questo luogo conservava un significato profondamente spirituale, ma nulla avrebbe potuto prepararmi all'atmosfera che mi attendeva. “Che emozione inspiegabile poter esplorare un luogo così pregno di spiritualità!” pensai.
Le rovine dell'antico tempio erano avvolte da una bellezza soprannaturale, ricoperte di muschio e viti. Queste pietre, da tempo abbandonate, conservavano ancora i sussurri di miracolose apparizioni mariane, che hanno attirato i pellegrini per secoli. La gente del posto parlava di avvistamenti di una donna vestita di bianco, che si diceva fosse la Madonna stessa, apparsa tra le rovine per offrire speranza e benedizioni. Mentre la esploravo, sentii il peso di secoli di devozione.
Nell’adiacente prato incontrai un gruppo di persone, alcune delle quali erano intente a praticare attività fisica, altre a rilassarsi godendosi la brezza del pomeriggio, altre stavano facendo una breve sosta durante un entusiasmante percorso di e-bike. Era una giustapposizione affascinante: questo antico sito sacro ora serviva anche come rifugio tranquillo per i visitatori moderni.
Mi sedetti su una pietra per un po', lasciando che l'aria tranquilla mi investisse. La Madonna delle Cataste mi aveva offerto un'esperienza spirituale diversa da tutte le altre: un viaggio non solo nella storia, ma nell'anima.
Finale: Un saluto a Ponzano di Fermo, prezioso scrigno di tradizioni secolari e di bellezza
Lasciando questo luogo, al calar del sole, mi pervasero un’irrefrenabile emozione e lo stupore per aver visitato luoghi attraversati e modellati da millenni di storia, abitati da genti operose, consapevoli dell’eccezionale unicità di questi territori, del proprio patrimonio culturale dal valore inestimabile, fieri delle proprie tradizioni e delle proprie origini, che risalgono a un’epoca remota e tutta da esplorare. Queste terre, con la loro incomparabile bellezza, custodiscono molti segreti che attendono di essere scoperti.
Questa località è un caleidoscopico Eden, che sintetizza in modo armonico e sublime la straordinaria bellezza del borgo e dei suoi capolavori artistici, architettonici, dei suoi paesaggi spettacolari e la tranquillità di un’oasi incantata, quasi fiabesca, in cui il tempo è scandito da ritmi più rilassati e a misura d’uomo. Il mio tour nel passato e nei borghi vicini è stata un'avventura in una dimensione senza tempo.E’ arrivato il momento di rimettermi in viaggio. Mi chiedo dove mi condurranno le strade. A un altro borgo, a un’altra storia, a un’altra gemma nascosta delle Marche.