Dozza, borgo medievale nella regione dell'Emilia-Romagna, negli anni '60 ha escogitato un modo creativo per attrarre i visitatori.
Il modo più semplice e veloce per raggiungere Dozza da Bologna è in auto. Troverete un parcheggio gratuito nei pressi dell’ingresso al centro storico. In alternativa potete prendere un treno per Imola e da qui proseguire in autobus (da prenotare in anticipo) o in taxi.
Idee per una gita fuori porta
Se siete a corto di idee per una gita fuori porta last minute, fate un salto a Dozza, non ve ne pentirete. La piccola ma vivacissima (e coloratissima) cittadina famosa per i suoi murales dista circa 40 minuti da Bologna ed è una splendida meta in cui trascorrere una giornata circondati dall’arte e dalla storia. Una vera e propria perla nascosta tra le colline dell’Appennino tosco-emiliano annoverata tra i Borghi più belli d’Italia. Siete curiosi di scoprire cosa fare a Dozza? In questo articolo vi raccontiamo qualcosa in più su questo centro della street art italiana.
Che cos’è la Biennale del muro dipinto di Dozza
La Biennale del Muro Dipinto è una singolare manifestazione dedicata alla pittura sui muri esterni degli edifici. Nasce nel 1960 e nel corso dei decenni ha letteralmente plasmato l’immagine di Dozza, facendo dell’antico borgo medievale un innovativo centro artistico in continua evoluzione. Il primo consiglio che ci sentiamo di darvi è di stare attenti a dove mettete i piedi. Sì, perché in genere da queste parti i turisti camminano con lo sguardo rivolto in alto, alle raffigurazioni sui palazzi. E non potrebbe essere altrimenti. Qui le pitture murali si insinuano alla perfezione nell’architettura (e nella storia) del paese.
Opere permanenti — guardate quelle degli anni ’60 e ne rimarrete stupiti per l’ottimo stato di conservazione — realizzate da oltre duecento artisti sulle facciate delle abitazioni. Dal 2007 l’iniziativa coinvolge inoltre la frazione di Toscanella, dove i protagonisti sono writer e street artist. Il tratto distintivo del festival? Lo stretto contatto che si crea tra il pubblico e gli artisti durante l’esecuzione delle opere. La Rocca Sforzesca ospita poi il Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto, che conserva non solo i bozzetti ma pure alcuni murales “strappati” dalle pareti a scopo conservativo. C’è anche un’app gratuita, Guida al Muro Dipinto di Dozza, che vi aiuta ad orientarvi tra i lavori e a conoscerne la storia. Di “muri dipinti” a Dozza ve ne sono davvero molti, a cominciare dall’ingresso cittadino del Rivellino. Sulla porta settecentesca ritagliata nelle antiche mura difensive spiccano le nuvolette azzurre dipinte da Alfonso Frasnedi nel suo Arcobaleno. Poco distante, noterete una grande figura rosa “appoggiata” ad un portone ligneo di Via XX Settembre: è l’Angelo di Dozza, opera di Giuliana Bonazza.
E ancora: draghi, paesaggi fantasiosi, creature antropomorfe e scene oniriche. Sogni che prendono vita in immagini e si imprimono sui muri. Già, passeggiare tra le strade di Dozza è un po’ come entrare in un sogno.
Dozza, un borgo di arte e storia
Dozza è una cittadina “tascabile”: è piccola e si gira facilmente. Questa caratteristica la rende una destinazione perfetta per una fuga estemporanea dal caos cittadino. In mezza giornata la potrete visitare con calma. Proprio le dimensioni compatte e l’atmosfera di rilassata vitalità sono parte del fascino di questo borgo in cui la bellezza è tutta condensata. Gran parte del centro storico è un’esplosione di colori. Tra i vicoli in cui si alternano salumerie, enoteche, botteghe artigianali, gelaterie, chiese e palazzi storici, le facciate degli edifici sono la tela privilegia delle centinaia di opere che rendono Dozza una galleria a cielo aperto in continua evoluzione. Evoluzione che rimandata al concetto di fluidità, all’acqua, elemento un tempo scarso e dunque prezioso che si insinua non solo nei toponimi di alcuni degli edifici storici (la chiesa di Santa Maria Assunta in Piscina e la pieve di San Lorenzo in Piscerano), ma anche nell’origine dell’antico Castrum Dutie: il termine doccia indicherebbe infatti la presenza di un condotto utilizzato per la raccolta dell’acqua in una cisterna.
Lo stesso stemma civico rappresenta un grifo intendo ad abbeverarsi. Vista la posizione strategica sulla Via Emilia, Dozza fu a lungo e per molti un “oggetto del desiderio”. La storia del borgo si intreccia alle vicende di Galli, Longobardi e Bizantini, alle dispute tra guelfi e ghibellini e alle vicissitudini delle famiglie più potenti della nobiltà italiana. Sede di una delle quattro fortezze medievali dominio di Catrina Sforza, leggenda vuole che il fantasma dell’impavida guerriera “signora delle Romagne” persista a proteggere, irriducibile, le sale della sua Rocca. Chissà che ancora non cerchi di sconfiggere i soldati di Cesare Borgia, che conquistò il castello nel 1499.
Successivamente, Dozza fu feudo dei Malvezzi prima e dei Campeggi poi. Nel 1830 rientra tra i possedimenti dello Stato della Chiesa e con la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 diviene infine Comune autonomo. Oggi, il suo territorio conta poco più di 6600 abitanti e include la frazione di Toscanella.
Cosa vedere e cosa fare a Dozza
Anzitutto, fate una passeggiata per il centro storico e suoi vicoli artistici, magari sorseggiando del buon vino, fiore all’occhiello della produzione locale. Come già accennato, Dozza è un piccolo borgo, e una volta parcheggiata l’auto riuscirete a girarlo tutto in un pomeriggio. Murales a parte, ecco le principali attrazioni che non potete mancare di visitare. Come ogni città medievale che si rispetti, anche Dozza ha il suo castello, e che castello!
La Rocca Sforzesca del XIII secolo è una struttura ottimamente conservata che fa ancora sfoggio degli arredi d’epoca (si passa dal Rinascimento al Barocco). Nel corso dei secoli, l’edificio è passato dall’essere un complesso prettamente militare a palazzo signorile. Potrete visitare le stanze nobiliari, la piccola pinacoteca, le cucine (con fuochi, camini e utensili cinquecenteschi), le prigioni macabramente segnate dalle scritte dei detenuti, la stanza della tortura, la sala delle armi. I camminamenti di guardia, poi, offrono un bellissimo scorcio sulle valli e i vigneti nei dintorni. La Rocca ospita inoltre l’Enoteca regionale Emilia Romagna, con una mostra permanente, una ricca e suggestiva cantina dai soffitti a volta e attività di degustazione. Insieme alle pitture murali, il vino è l’altro tratto distintivo di Dozza: l’Albana, il primo bianco italiano DOCG, nasce proprie tra queste colline.
Proseguite la vostra esplorazione raggiungendo Santa Maria Assunta in Piscina, chiesa del XII secolo in cui potrete osservare una tavola del 1492 raffigurante la Madonna con Bambino tra San Giovanni Battista e Santa Margherita, opera dell’artista Marco Palmezzano. Proprio accanto alla chiesa c’è il Palazzo Comunale dietro cui si apre la scenografica campagna emiliana. Al suo interno c’è l’Archivio Storico, che conserva documenti e pergamene risalenti fino al X secolo. Segnaliamo anche la pieve di San Lorenzo, il convento di Monte del Re, un edificio risalente al XIII secolo oggi adibito ad albergo, e il santuario della Madonna del Calanco.
Quest’ultimo risale al ‘600 e conserva l’effige miracolosa della Beata Vergine del Calanco, un bassorilievo trasportato in processione in occasione della festa patronale di Dozza. Prima di andare via, incamminatevi lungo la panoramica Via S. Anastasia per un ultimo, scenografico saluto al borgo e alla magnifica Valsellustra.