Conosciamo Santa Vittoria in Matenano tra natura, arte e storia. Un vero e proprio tuffo nella pace e nel silenzio della slow life marchigiana.
A volte perdersi è l’unico modo per trovarsi davvero. Viaggiando nel cuore delle Marche, tra colline silenziose e profumate di fiori, ho imboccato una strada secondaria. Così ha preso vita il mio vero viaggio: un'avventura inattesa tra undici borghi nascosti de Le Marche, dove storia e bellezza si intrecciano in ogni angolo. In ogni episodio vi accompagnerò in un borgo unico, svelandovi i segreti delle sue antiche vie, tra paesaggi che tolgono il fiato e storie senza tempo.
Venite con me: questo è Hidden Gems - The Charming Villages of Le Marche.
Oggi andiamo a Santa Vittoria in Matenano.
Ascolta Hidden Gems - The Charming Villages of Le Marche: Santa Vittoria in Matenano
Capitolo 1: Il profumo della natura a Santa Vittoria in Matenano
Santa Vittoria in Matenano è un paesino incantevole che si trova sulla cima d'un colle, il Matenano, per l’appunto. E’ un colle gentile, il Matenano, con pendenze, sì, decise ma non così tanto da scoraggiare le lunghe passeggiate nel verde. E il verde direi che è proprio il colore preponderante qui intorno, oltre al rosso e al marrone tipici delle chiome degli alberi in autunno. Le roverelle e i lecci sono solo alcuni degli alberi centenari che si possono trovare qui intorno e che riempiono l’aria con il loro profumo selvaggio.
Faccio un bel respiro e assaporo questo aroma intenso prima di iniziare il percorso. Mentre mi guardo intorno e ammiro il verde intorno a me, salgo per la pendenza e arrivo pian piano nel centro storico di questo borgo. Santa Vittoria è davvero molto molto piccolo, il centro è molto raccolto e conta appena 1200 abitanti. I pochi rumori che si sentono appartengono alla natura. Il vento è piacevole e accarezza le fronde, gli uccellini cantano e io mi sento davvero in simbiosi con quello che mi circonda. Ecco perché ho deciso che comincerò il mio giro al cospetto dei colossi, dei “dominatori” di queste zone, i Monti Sibillini.
Sono letteralmente rapita dai profili di questi monti dal nome evocativo che, pensate, erano chiamati “monti azzurri” da Giacomo Leopardi, forse la personalità più celebre delle Marche, e in effetti si vedono benissimo con questo cielo limpido. Maestosi e imponenti e sì, dal colore azzurrino. Mi godo questo meraviglioso spettacolo da un angolo direi privilegiato, ovvero il Balcone dei Sibillini, un bellissimo belvedere dove immagino tramonti romantici e poetici - e il naufragar m’è dolce in questo mare, per restare in tema!
Capitolo 2: I Farfensi e la torre medievale
Da qui ho deciso di iniziare il mio giretto e quindi, a fatica, mi stacco da questo panorama da cartolina ma sono decisa a ritornarci per ammirarlo con la luce del tramonto. Quindi entro nella porta vera e propria del paesino, la Torre di Odorisio e attraverso il suo portale gotico.
Dovete sapere che la torre è una, se non la principale, delle testimonianze lasciate dai Farfensi, che sono stati un po’ i fondatori di Santa Vittoria. Si tratta di un gruppo di monaci che nell’Ottocento d.C. fuggì dall’Abbazia centrale di Fara Sabina per salvarsi dai Saraceni e qui fondò una sorta di “succursale”. Si occuparono anche della costruzione di molte delle chiese e degli edifici che sono ancora qui presenti ma anche della divulgazione di tecniche agricole e artigianali ancora oggi in uso. E infine furono loro a portare qui le reliquie di Santa Vittoria, a cui è dedicato il maestoso Santuario e ovviamente il nome della città. Pensate dunque a quanta storia si concentra in un paesino così piccino: incredibile, no?
Ma non divaghiamo: la torre, dicevo, è dedicata all’abate Odorisio, personalità di spicco tra i Farfensi che alla fine del 1200 fu il Podestà del Comune e che quindi contribuì al suo sviluppo a livello amministrativo. Quella che ci ha lasciato in eredità è una struttura splendida e imponente, alta 28 metri, che sicuramente fu eretta a scopo di osservazione e difesa ma che oggi domina sul centro storico con il suo orologio e il suo campanile. Inoltre, come amano raccontare i cittadini, agli inizi di agosto porta davvero la magia nel borgo, perché a un certo orario il sole, tramontando, centra perfettamente il suo portale e regala degli spettacolari giochi di luce. Addirittura gli dedicano un festival, la Festa del Sole!
Nell'attraversare questo magico portale mi sembra quasi di passare attraverso uno Stargate e di tornare indietro nel tempo, fino al Medioevo. L’energia che si percepisce è davvero fortissima! Sarà il sole che tramonta, o lo spirito di Odorisio che mi accompagna, chissà…
Nel cuore del centro storico riscontro ovunque lo stile architettonico tipico del Medioevo, le strade acciottolate e gli edifici realizzati in pietra rossastra e noto come è in grado di conservare intatto il fascino unico dei secoli passati. Mi fermo un attimo per rendermi conto di essere effettivamente ancora nel presente e proseguo.
Capitolo 3: Il potere spirituale e temporale
Pensate che in questo paesino così piccino si trovano tantissime chiese che si susseguono, come quella della Madonna della Pace e di San Salvatore. Così come tantissimi palazzi nobiliari in rappresentanza delle famiglie che ci hanno abitato (come i Monti, i Melis, i Lamponi, i Macilenti) e che nell’Ottocento hanno anche fatto realizzare il bellissimo Teatro del Leone. Che eleganza, ragazzi!
Ma ora voglio soffermarmi su un altro simbolo di Santa Vittoria, il palazzo del comune. Dovete sapere che questo edificio è una perfetta unione tra la vita secolare, perché per l’appunto è sede dell'amministrazione locale, e la vita religiosa, perché in parte è ricavato dall’antico convento di Sant'Agostino, che fu ceduto al comune. Quelle che allo stesso tempo, potremmo dire, sono le due anime del paese si uniscono in questa struttura signorile e solenne, dove sono conservati molte antichissime pergamene che documentano il glorioso passato di Santa Vittoria. Oggi in effetti la struttura è un mix interessante di stili ma il carattere istituzionale si percepisce benissimo.
Capitolo 4: Buon cibo e convivialità
Una cosa che mi ha colpito di Santa Vittoria è sicuramente la serenità che si percepisce negli occhi di chi ci vive. Ho avuto modo di chiacchierare con gente del posto e ho visto la loro gentilezza, i loro sorrisi, la loro accoglienza - sono tutti così rilassati da fare invidia. Infatti c’è un detto da queste parti: “se vuoi vivere calmo e sano torna Matenano”. E come potrebbe essere altrimenti! Il verde, la natura, il silenzio, la bellezza del centro storico: qui siamo in un mondo a parte, in una piccola oasi lontana dal caos e dalla frenesia delle città, dove si respira aria pulita. Qui si sta veramente bene!
Ma la passeggiata mi ha fatto venire fame, quindi entro nella prima osteria che mi viene consigliata dai locali. Subito mi accomodo e chiedo di assaggiare le loro specialità e l’oste e il suo staff mi accontentano dispensando aneddoti, cenni storici e consigli di abbinamento. Ovviamente, siamo nelle Marche: non possono mancare i salumi, principalmente il ciauscolo, e i formaggi, come la caciotta, protagonisti di un abbondante tagliere. Li abbino ovviamente al pane appena sfornato su cui versare delizioso olio dal sapore intenso e deciso. Proseguo con pasta fresca fatta in casa al tartufo, che quasi mi stordisce con il suo profumo di bosco, e accompagno il tutto con calici di vino Falerio, un bianco corposo che credo non dimenticherò tanto facilmente.
Capitolo 5: La “casa” di Santa Vittoria
Questo pranzo abbondante mi ha davvero soddisfatta ma ora ho davvero bisogno di una passeggiata digestiva e quindi saluto lo staff dell’osteria e i gentilissimi avventori e riprendo il mio percorso. Attraverso il parco di San Francesco, dove trovo l’ex convento omonimo e mi lascio sedurre da questo edificio in mattoni, immaginando quanta storia custodisse al suo interno. Continuando a camminare con il naso per aria, mi rendo conto, senza neanche accorgermene, che sono arrivata in un altro fondamentale punto di interesse: il Santuario della nostra Santa Vittoria, la Collegiata come viene affettuosamente chiamata qui. Voglio avvicinarmi e così salgo le scale che mi conducono all’ingresso ma purtroppo, a causa del terremoto che ha colpito il borgo, non è agibile.
Subito resto colpita dal silenzio, dall’atmosfera serena e contemplativa di questo luogo in cui sono sola. Mi piacerebbe davvero molto visitare l’interno, perché vi si trova la cripta di Santa Vittoria che custodisce le sue spoglie. È una splendida opera scultorea in pietra, sul cui “coperchio” viene rappresentato il martirio della santa, che fu uccisa perché non volle sposare il nobiluomo che l’aveva rapita e soprattutto perché non volle rinunciare alla sua Fede. Ma, secondo alcuni scritti del Vangelo, prima di morire fece in tempo a scacciare il drago che terrorizzava il territorio in cui era relegata, liberando i suoi abitanti: un’eroina sfortunata, insomma.
Capitolo 6: Un tramonto da sogno sui Sibillini
Circondata da tanta bellezza ho decisamente perso la cognizione del tempo, quindi quando esco dal Santuario il cielo autunnale si sta lentamente oscurando. Accelero il passo perché non posso perdere il mio appuntamento con i monti. Ebbene sì, me lo ero ripromesso e quindi torno al Balcone dei Sibillini per ammirare il panorama al tramonto.
Le luci rosa e violette delle nuvole accompagnano il sole che si perde all’orizzonte e i rumori della natura fanno da colonna sonora per questo spettacolo mozzafiato. E così, mentre seduta mi perdo nei miei pensieri, la nostra passeggiata a Santa Vittoria in Matenano si conclude qua.
Finale: La fine della mia giornata a Santa Vittoria in Matenano
È ora di lasciare Santa Vittoria in Matenano, di tornare alla mia auto e anche, direi, di tornare al mondo reale. Mi dispiace davvero lasciare questo angolo di Medioevo immerso nel verde e nella sensazione di pace che mi dava. Ma soprattutto mi dispiace lasciare i Monti Sibillini e i loro contorni bluastri di cui credo di essermi innamorata.
Mi ritrovo a pensare che sia davvero importante visitare e parlare di questi borghi e delle meraviglie che nascondono perché, come credo sia abbastanza evidente, ci sono così tante storie (e pezzi di Storia) che si possono scoprire, non solo del piccolo paese o della regione in cui si trovano, ma dell'Italia in generale e che forse molti di noi ignorano.
È tempo di rimettermi in viaggio. Mi chiedo dove mi condurrà la strada. A un altro villaggio, a un'altra storia, a un'altra gemma nascosta delle Marche.