Scoprite l'isola più autentica, attraverso 5 itinerari slow in Sardegna, nel silenzio dei paesaggi granitici e dei ginepri in equilibrio sul mare

Il momento migliore per godere dei profumi e panorami mozzafiato della Sardegna?

Prima e dopo l’estate, ancora meglio se attraverso esperienze autentiche, fornite dagli operatori sul posto, per visitare e apprezzare un’inedita Sardegna fuori stagione.

Lontani dalle rotte turistiche e dalle principali attrazioni, potrete immergervi nel silenzio dei paesaggi granitici, tra gli ulivi secolari e i ginepri arrampicati a strapiombo sul mare.

Preparate allora abbigliamento comodo, caricatore portatile, acqua e scarpe adeguate: vi portiamo a esplorare 5 itinerari slow in Sardegna, tra profumi della macchia mediterranea e scorci indimenticabili!

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Itinerari slow in Sardegna per scoprire la sua parte più autentica

Visitare la Sardegna con un itinerario slow

Negli ultimi anni si parla molto di impatto ambientale e di overtourism: i social, insieme a voli sempre più low cost, hanno esasperato il fenomeno del cosiddetto turismo di massa, ma non tutte le destinazioni sono pronte ad accogliere numeri così grandi e flussi sempre più abbondanti e soprattutto concentrati - come nel caso della Sardegna e Sud Italia - nei mesi centrali dell’estate.

Un ottimo antidoto a questo fenomeno, che minaccia gli equilibri economici ed ambientali, è quello di un turismo consapevole e lento, insieme alla destagionalizzazione delle visite.

Si tratta di muoversi in modo consapevole e più possibile sostenibile, coniugando l'attività sportiva a quella esperienziale nell’ambiente e nella tradizione: tutto questo è possibile pianificando un tour in Sardegna fuori stagione.

La Sardegna è uno splendido esempio di un reale approccio in tal senso, in quanto presenta le caratteristiche adeguate alla messa in pratica del turismo lento: un’abbondanza di eventi e kermesse tutto l’anno, che va di pari passo ai ritmi della natura e delle tradizioni che ritrovi nel calendario di Salude & Trigu; una sempre più ampia diversificazione dell’offerta di attività all’aperto, dal mare alla montagna, dall'archeologia sino al turismo religioso; e infine un territorio magnifico, di inesauribile bellezza, e costellato da medaglie di enogastronomia di qualità.

Molti viaggiatori, specialmente provenienti dalla Germania e dal Nord Europa, l’hanno capito da tempo, la bellezza della Sardegna non è legata necessariamente al mare d’estate!

Vogliamo perciò ispirarvi, presentandovi 5 mini itinerari slow in Sardegna.

Prima tappa: la Costa Smeralda in sella ad una bici

Dimenticate l’immagine della Costa Smeralda come un approdo di soli yacht e turismo del lusso, perché questo territorio offre moltissimo anche per chi vuole vivere la vacanza a basso impatto e a contatto con la natura, facendo sport e muovendosi nel rispetto dell’ambiente.

Tra montagne e colline, spiagge e baie, sentieri e scogliere dove ammirare l’alba, la Costa Smeralda offre ottime opportunità per escursioni a piedi, in bicicletta, o anche in sup e canoa.

Ma ultimamente, è il cicloturismo una delle esperienze più richieste e praticate.

Dopo il boom del 2017, quando la Sardegna ospitò il centesimo giro d’Italia, si creò profonda consapevolezza ed entusiasmo verso la pratica su due ruote.

L’isola infatti si presta benissimo all’esplorazione slow in bicicletta, specialmente fuori stagione, dove le strade sono poco trafficate e il clima comunque mite.

La bici, inoltre, è la compagna ideale per raggiungere angolini che sarebbero poco praticabili in auto, quindi i vantaggi sono molteplici… e cicloturisti sempre di più!

Avventure, mare e natura, paesini dove sostare e ciclovie ben ramificate sono gli ingredienti perfetti per scoprire la Costa in bici.

Per gli appassionati - e abbastanza allenati - ciclisti, partendo da San Teodoro, per esempio, è possibile sia muoversi in percorsi ad anello, sia portare avanti un tragitto lineare con arrivo a Palau.

Quest’ultimo, con una percorrenza prevista di circa 5 ore, può essere diluito in uno o anche due giorni, per meglio ammirare gli scorci marini e l’esperienza immersiva nella natura.

Passando dalla Statale 125, da San Teodoro si arriva agevolmente a Porto San Paolo, accolti dal maestoso scenario dell’Isola di Tavolara.

Superati Porto Istana e Le Saline, si arriva ad Olbia, citta del Vermentino. Se volete trattenervi per una degustazione, sono numerose le iniziative e kermesse dedicate al pregiato vino bianco.

Smaltiti un po’ i gradi e i fumi alcolici, si può proseguire per Liscia Tujia e la caraibica Capriccioli.

Siamo allo sprint finale di questo percorso affacciato sul mare, entrando nel territorio di Arzachena e Cannigione, fino alla spiaggia di Porto Faro a Palau.

Impagabile mangiare una focaccia farcita con la vista del piccolo faro bianco, incastonato tra le rocce tondeggianti, modellate dal vento marino.

Seconda tappa: trekking tra le rocce tra Palau e La Maddalena

Forse l’immagine più famosa della costa nord orientale: l’affascinante profilo e i chiaroscuri della Roccia dell’Orso di Palau!

Un singolare masso granitico, scavato e modellato dagli agenti atmosferici nella sua forma caratteristica che ricorda appunto un grande orso.

Dopo aver fatto tappa a Palau, nei suoi ristorantini oppure visitando la Fortezza di Monte Altura, potete fare un giro alla Spiaggia di Talmone, e divertirvi a saltare da un masso all’altro. Sono tutti diversi, e certamente si prestano per splendidi set fotografici.

Già che vi trovate qui, perché non approfittare per visitare quante più isolette possibili dell’Arcipelago de La Maddalena?

Prendendo un traghetto proprio per questa, la maggiore delle isole, potrete godervi un caffè e gelato nelle viuzze dello splendido centro portuale. Poi con l’auto proseguire per la piccola Isola Giardinelli, collegata da una sottilissima lingua di terra.

Qui si trova la spiaggia Capocchia d’u purpu, ovvero Testa del Polpo, dall’omonima roccia che domina la visuale. Un enorme masso chiaro, scavato all’interno e rotondeggiante.

Al sole di mezzogiorno l’acqua sarà cristallina e la sabbia lucente, sembrerà di stare alle Maldive!

Ma non solo, proseguendo sul ponte per l’isola di Caprera gli appassionati Instagramers potranno anche immortalare la singolare roccia a serpente, o a tartaruga, presente a Cala Andreani.

Qui potrete anche visitare il Museo Garibaldi - proprio qui a Caprera l'eroe dei due mondi visse i suoi ultimi anni, e qui morì e fu seppellito - e le famose Spiaggia del Relitto, Cala Napoletana e ovviamente… sua maestà Cala Coticcio, rinominata “la piccola Tahiti”.

Questi paragoni a mete esotiche sono forse superflui, perché il mare della Sardegna non ha bisogno di competere con altri luoghi.

Ma non solo mare appunto, perché sono tanti gli scorci capaci di catturare l’attenzione, e suscitare sorpresa!

Quante foto avreste già scattato?

Terza tappa: Costa Paradiso tra calette e ville segrete

Scopri la Sardegna con un itinerario fuori stagione


Costa Paradiso, Costa Rossa. Luogo di acque turchesi, rocce rosse frastagliate dal vento… e grandi amori.

Set di film iconici, e altrettanto iconici personaggi. Qui si trova infatti la famosa Bini Shell, la Cupola di Dante Bini, villa pionieristica appartenuta al regista Michelangelo Antonioni nonché suo nido d’amore con l’indimenticabile Monica Vitti.

Qui la Costa Paradiso divenne territorio di conquista dei ricchi e famosi, attirati da quello stile di vita nascosto ed esclusivo, in villa futuristiche dotate di ogni comfort, ma mimetizzate tra le rocce, e dalle feste mondane nelle segrete calette, frequentate dagli attori e attrici di cinecittà, sino a registi come Andrej Tarkovskij, fino ai maggiori imprenditori.

Perciò fu ribattezzata “Costa Paradiso”, un paradiso lontano da tutto, dal grigiore delle loro città.

Ma a parte questo formicaio di ville incastonate sul costone rosso e gli specchi d’acqua, ci sono sentieri sterrati e piscine naturali d’acqua turchina.

Forse il tratto di costa nord ideale per il SUP e paddle, perfetto per esplorare tutte le insenature, specie se impossibili da raggiungere via terra.

Partendo proprio da Costa Paradiso, è possibile completare un semplice percorso ad anello, visitando prima la splendida Li Cossi, con il suo singolare paesaggio di lingue d’acqua che segmentano la spiaggia, e mare turchese. Si prosegue poi per Li Canneddi, fino alle insenature di Cala Tinnari. La vista è veramente incantevole, aspra e spigolosa per le rocce disordinate, ma che racchiudono specchi d’acqua di mille sfumature azzurre, sembrano gioielli preziosi. E che dire dei tramonti qui? Davvero suggestivi.

Volendo proseguire linearmente invece, si può arrivare sino all' Isola Rossa, e visitare il suo centro, un ex borgo di pescatori, e i suoi ittiturismi.

Potrebbe essere l’ora adatta per gustare una splendida fregula di mare, anche se ad una zuppa cuata o una zuppa gallurese non si può certo dire di no!

Quarta tappa: il Parco dell’Asinara, un gioiello tra gli itinerari slow in Sardegna

Itinerario slow per visitare la Sardegna


Il Parco Nazionale dell’Asinara, è davvero un gioiello del turismo lento.

L’isola è ancora incontaminata, se non per qualche recente struttura d’accoglienza, l’ostello e il servizio trasporto delle guide. Ma il modo migliore per girarla è ancora in bici, oppure a piedi. Tra la bassa macchia mediterranea, e gli incontri con i timidi asinelli che abitano l’isola, questa è meta di camminatori silenziosi e amanti dei profumi della Sardegna più profonda, che sono qui racchiusi in un vero bouquet olfattivo indimenticabile.

Da queste piante vengono anche tratti numerosi prodotti officinali, e sono presenti anche dei laboratori didattici per poterle riconoscere e saper utilizzare.

Mirto, Elicriso, Calendula, ma anche olio d’oliva e latte d’asina, sono questi i profumi che non dimenticherete visitando l’isola, conoscendo i suoi prodotti.

Chi la vive, parla dell’Asinara come un piccolo continente a sé; un mondo a parte, preservato dalla lunga attività del carcere - ora museo - che la rendeva inaccessibile a liberi visitatori, e per i suoi aspri saliscendi tra sentieri e collinette, che sotto il sole si fanno sentire. Il periodo migliore per godere di questi travolgenti silenzi e splendente bellezza è senza dubbio la primavera, dove la macchia esplode nei suoi profumi e colori più brillanti.

E ovviamente si trova tempo anche per i primi tuffi, nelle cale cristalline che sono accessibili sull’Isola.

Insomma, un’esperienza davvero fuori dal tempo, lontana dal frastuono e dalle troppe comodità, e con un profumo che non dimenticherete presto!

Quinta tappa: equiturismo e tramonti lungo la Baia di Porto Ferro e il Parco di Porto Conte


Siamo giunti all’ultima tappa, e all’ultimo mini itinerario, che fa capo alla città di Alghero, la piccola Barcellona del Nord Sardegna.

Ma non è dentro la città che vogliamo portarvi, dato che non mancheranno occasioni e motivi per visitarla, visti i suoi sempre ricchi eventi o le specialità culinarie.

Stavolta vogliamo accompagnarvi alla scoperta della sua costa lontana dai centri urbani, nell’Area Marina Protetta del Parco di Porto Conte.

Anche se visitabile sia a piedi che in bici, è la gita a cavallo che vogliamo davvero consigliarvi. L’andatura lenta, le soste e la placida conduzione dell’animale, daranno a quest’esperienza un mood totalmente diverso, un respiro davvero lento e immersivo nella natura.

L’allevamento e la compagnia dei cavalli fa parte della tradizione della Sardegna, e anche l’equiturismo sta raggiungendo sempre più livelli di nuova consapevolezza ed imprenditorialità.

Qui partendo dal Lago di Baratz, in circa due ore si possono lentamente esplorare i sentieri circostanti il golfo di Porto Ferro. Dal lago si procede verso la Spiaggia di Porto Ferro, quartier generale dei surfisti di zona e Bandiera Blu, e raggiungere le due torre aragonesi che dominano la visuale, la Torre Bianca e la Torre Nera.

A ritroso, si procede invece verso il sentiero che costeggia il Belvedere sul mare, dal Lago di Baratz fino alla Torre di Mont Girat, nota anche come Torre di Porto Ferro.

Da lì, volendo anche a piedi, si può costeggiare il mare per i sentieri di bassa macchia mediterranea, da Cala del Turco e Cala del Vino, fino alla splendida Torre del Porticciolo.

Un percorso lento e mozzafiato, dove respirare a pieni polmoni la salsedine, e magari imbattersi in qualche daino di passaggio.

Consideriamo prudenza anche per la presenza di cinghiali, meglio muoversi in gruppo, anche perché tramonti così spettacolari, sono più belli se condivisi!

Buona passeggiata, e buon turismo lento!

Fa bene ai ricordi, e all’ambiente.

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