L’Italia è una destinazione che attrae il turismo arcobaleno fin dall’Ottocento. Ma quali sono le città più gay friendly d’Italia oggi? Eccone 10!
L'Italia, si sa, è uno dei paesi più famosi al mondo per la sua accoglienza calorosa; un paese di viaggiatori, di commercianti, di studiosi e di giramondo fin dalle sue origini, un crocevia di popolazioni e turisti di ogni genere, che è abituato e ben lieto nell’ospitare chi desidera conoscerne le meraviglie. Forte di questo spirito, nonostante la malcelata ostilità di una certa classe politica e di chi conserva una visione più “tradizionalista” della vita, l’Italia è da circa un paio di secoli una meta ampiamente considerata in Europa dal turismo arcobaleno, dove i membri della comunità LGBTQI+ possono sentirsi rappresentati e ben accetti e trovare contesti in cui divertirsi, arricchirsi e socializzare.
In questo articolo ti presentiamo quali sono secondo noi le 10 città più gay friendly in Italia, dove potrai aggiungere un po’ più di glitter al tuo viaggio nel Bel Paese.
Le città più gay friendly in Italia tra storia contemporanea e attualità
L'apprezzamento per l’Italia da parte della comunità LGBTQI+ ha origini antiche ma non così tanto: siamo alla fine dell’Ottocento e il nostro paese risulta essere una di quelle nazioni in cui non sono state istituite leggi anti-omosessuali. Attratti da questa libertà e tolleranza, molti omosessuali cominciarono a recarsi in mete come Capri, Taormina, Venezia, ma anche Firenze, Roma e Napoli, che ispiravano racconti suggestivi e avventurosi per i loro diari di viaggio.
Col dopoguerra, questo tipo di turismo in Italia viene meno, lasciando spazio principalmente alle famiglie, fino al nuovo Millennio, che ne ha visto una ripresa sostanziale. Oggi il turismo LGBTQ+ è prettamente urbano e si concentra principalmente nei mesi di giugno e luglio, durante i quali tutte le città più importanti festeggiano il Pride, la manifestazione dell’orgoglio gay e della comunità LGBTQI+, della parità dei diritti di genere e dell’apertura verso ogni forma d’amore.
Ma al di là delle parate e dei carri esistono molte località italiane dove si concentra il turismo arcobaleno, per una villeggiatura estiva classica - dunque sul mare - oppure per un tour che tocchi delle tappe importanti per la storia della comunità. Se dunque sei alla ricerca di una destinazione rainbow per il prossimo Pride oppure per la villeggiatura, vieni con noi e scopri le 10 città più gay friendly d’Italia da nord a sud.
10. Roma: la Gay Street e il Gay Village
Roma non ha bisogno di presentazioni - nella Città Eterna tutto è possibile! Epicentro della cultura omosessuale nell’antichità e poi nel Rinascimento, fino ad arrivare ai fasti della Dolce Vita, Roma ha una sua Gay Street e si trova giusto di fronte al Colosseo. Stiamo parlando di via San Giovanni in Laterano, luogo di ritrovo per la comunità gay fin dagli anni Sessanta. Qui troverai tutti i locali gay più famosi della Capitale.
La manifestazione LGBTQI+ più importante a Roma, oltre al Pride, è sicuramente il Gay Village, che si tiene ogni estate, in zona Testaccio, dal 2001. Si tratta di una serie di eventi che si svolgono in tutta la città, finalizzati alla lotta contro l’omofobia e la violenza in genere.
10.1 Arte Gay in Vaticano
Ma oltre il divertimento, Roma offre anche tanta cultura. Da non perdere quindi una visita ai Musei Vaticani, magari guardandoli con un’ottica inedita. Ebbene sì, proprio qui sono “nascoste” tantissime cose mai raccontate su Michelangelo e l’arte gay. Fra le sale dei musei potrai ripercorrere la storia d’amore fra l’imperatore Adriano e Antinoo - dalle loro statue fino alla ricostruzione del Serapeo del Canopo di Villa Adriana a Tivoli, luogo che l’imperatore fece costruire in un onore del suo amante.
Michelangelo, nella Cappella Sistina, esprime tutta la sua sessualità: per il volto di Gesù Cristo si ispirò a Tommaso de’ Cavalieri, di cui era follemente innamorato e dal quale fu rifiutato. Inoltre, sempre nell’affresco del Giudizio Universale, nel mezzo della disperazione, ci sono ben tre coppie di uomini che si baciano.
Scopri l’arte gay e non solo della Cappella Sistina ❯
9. Catania, la città più gay friendly della Sicilia
Prima abbiamo parlato di Taormina in quanto meta del turismo gay di fine Ottocento. A oggi le spiagge di Taormina rimangono tra le più frequentate, ma in Sicilia a battersi il primato di destinazione più LGBTQI+ è sopraggiunta Catania.
A Catania ferve una dinamica comunità che si aggira sostanzialmente ovunque, dal mare alla periferia. La sua Gay Street si trova a pochi passi da Piazza Università, tra i locali che si trovano nella scalinata Alessi.
Catania ha anche una forte presenza di realtà associative che si battono per i diritti della comunità LGBTQI+. Oltre all’Arcigay Catania, che organizza spesso eventi e attività nella sua sede di Via Sant’Elena, esistono anche altre meno note con un ricco calendario di incontri e attività. Tra queste Queer as Unict, un’associazione studentesca universitaria, volta a sensibilizzare la società sulle differenze di genere e a contrastare gli stereotipi.
Inoltre, da vent’anni, tra fine giugno e inizio luglio, la città è inondata dai colori dell’arcobaleno con una serie di iniziative che si concludono nella tradizionale parata.
9.1 L’Albero Rosso
Se deciderai di visitare Catania, non puoi perdere una visita in uno dei luoghi storici simbolo della comunità LGBTQI+: subito dopo la stazione dei pullman, oltre gli archi e prima di entrare nel cuore della città, c’è l’Albero Rosso o in dialetto Arvulu Russu.
Qui negli anni ’30, c’era una delle comunità gay più grandi d’Italia e l’albero era un luogo d’incontro per arrusi, come venivano chiamati gli omosessuali catanesi. La loro storia è stata raccontata nel libro La città e l’isola di Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti, in cui si rievocano le sale da ballo per soli uomini e gli amori furtivi vissuti in spiaggia, fino a quando la repressione fascista e l’orrore della guerra non cancellarono ogni cosa.
Quell’albero esiste ancora e ha una profonda frattura al suo interno, quasi a testimoniare la ferita inferta alla città e a una parte di essa.
8. Bologna Rossa e Arcobaleno
Proseguiamo il nostro viaggio tra le città più gay friendly d’Italia a Bologna - e non potrebbe essere altrimenti!
Bologna è spesso definita città Rossa, per il colore dei suoi edifici e il suo retaggio storicamente di sinistra, ma considerata la sua fervida vita giovanile e universitaria e i numerosissimi ritrovi e locali LGBTQIA+, la si può definire a tutti gli effetti anche città Arcobaleno.
È stata infatti tra le prime città italiane ad aprire un centro per tutelare i diritti degli omosessuali e a vantare un fervente attivismo. Con questo obiettivo è nato il Cassero LGBT Center in via Don Minzoni, il celebre circolo che dal 1978 promuove molte iniziative, tra cui il Gay Pride, laboratori, convegni, feste e momenti di aggregazione in generale. Bologna è inoltre la prima città al mondo ad aver eletto una donna trans come consigliera comunale, Marcella Di Folco.
Esistono però molti altri luoghi di incontro e simbolici a Bologna, anche perché la città ha dato i natali a due icone queer italiane: Pier Paolo Pasolini, celebre regista e intellettuale, e Lucio Dalla, cantautore di cui si è resa pubblica l’appartenenza alla comunità solo dopo la morte.
8.1 Bologna LGBT+: i luoghi più rappresentativi
La casa di Pasolini si trova in via Borgonuovo, 4, ma a lui è dedicata anche una sezione della Biblioteca Renzi della Fondazione Cineteca di Bologna, ovvero il Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini che conserva documenti dell’artista, riviste e monografie, nonché più di mille audiovisivi coi suoi film.
Ricordiamo inoltre il Giardino Stefano Casagrande, artista e attivista; Porta Saragozza e i Giardini di Villa Cassarini, dove si trova il primo monumento italiano dedicato alla persecuzione nazista nei confronti di gay, lesbiche e trans; Piazza Cavour, la celebre “Piazza Grande” che Lucio Dalla omaggia nell’omonima canzone e che rappresenta uno degli scorci più suggestivi di Bologna.
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7. Firenze: storicamente gay friendly
Tra le città più gay friendly d’Italia storicamente parlando, non può mancare Firenze.
È stata per molti secoli considerata la città “perfetta” per la vita omosessuale, in parte grazie alla relativa tolleranza culturale. Già in epoca rinascimentale, i fiorentini ridevano di situazioni per le quali i contemporanei di altre città mandavano al rogo. È stata inoltre la prima città ad abolire la pena di morte nel 1786 e nel 1853 le pene per l’omosessualità. Ancora prima, la dinastia de’ Medici, che governò la città dal XV al XVIII secolo, promuovendo arte, cultura e tolleranza, comprende tra i suoi rappresentati, membri che erano di certo omosessuali: Papa Leone III (Giovanni de’ Medici), Ferdinando II e Giovanni Gastone de’ Medici.
Inoltre, già nel ‘400 –‘500, esistevano a Firenze delle “mappe” dei luoghi dove si potevano avere incontri omosessuali. E infine, qui venne aperto il primo locale gay d’Italia, nei pressi di Piazza Signoria.
Oggi a Firenze, il viaggiatore LGBTQI+ può trovare un valido supporto nell’AITGL – Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian, associazione senza scopo di lucro nata nel 2009 per rendere l’Italia un paese sempre più accogliente e fornire informazioni di tipo turistico, assistenza (anche legale) e servizi dedicati.
7.1 Arte LGBTQ+ agli Uffizi
Dal punto di vista artistico, non tutti sanno che all’interno della Galleria degli Uffizi sono custodite opere d’arte attraverso le quali è possibile scoprire un po’ di cultura della comunità LGBTQ+, soprattutto di epoca rinascimentale.
A rappresentazione del mito greco troviamo ad esempio l’Ermafrodito Dormiente, Ganimede con l’Aquila, Pan e Dafni e persino La Nascita di Venere recherebbe diversi significati, uno tra questi l’idea della conchiglia come vulva. All’interno si trovano anche numerosi dipinti di Caravaggio, che alcuni storici dell’arte affermano fosse apertamente gay in base al suo rapporto con il pittore siciliano Mario Minniti, che divenne un modello sensuale per diversi suoi dipinti, fra cui il Bacco esposto in museo.
Visita gli Uffizi ❯6. Milano, capitale fashion arcobaleno
Tra le città più gay friendly d’Italia non può mancare certamente Milano, centro globale della moda e la capitale finanziaria del paese.
Queste industrie hanno fatto da vera calamita per tanti ragazzi queer italiani e non, che ora vivono la loro vita con orgoglio e alla luce del sole: qui i gesti d’affetto come il tenersi per mano o il baciarsi sono diventati la routine.
6.1 Porta Venezia e la sua Gay Street
Milano è ricca di attrazioni e locali e la movida arcobaleno non manca di certo e il centro storico della Milano LGBTQI+ si trova vicino alla Stazione Centrale, in via Sammartini, dove esistono discoteche e gay club.
Tuttavia, negli ultimi anni la comunità è cambiata e cresciuta e il nuovo punto di ritrovo è il quartiere Porta Venezia, più precisamente in via Lecco: durante la Pride Week l’intera strada è piena di stand e diventa la Pride Square della città. Le bandiere sono ovunque per celebrare questo evento che è importante non solo per la comunità ma per tutti i cittadini. Ogni giorno in questa strada i ragazzi si incontrano con gli amici per trascorrere la notte e sorseggiare cocktail.
Iniziare la serata da Porta Venezia ti permetterà di conoscere nuovi amici, frequentare le migliori feste con i tuoi amici, il tuo partner o da single.
Vivi l’atmosfera milanese❯5. Napoli, patria dei femminielli
Torniamo al sud e dirigiamoci a Napoli, che è una delle città di riferimento per la comunità LGBTQI+ meridionale oggi ma anche in passato. Il rispetto e l’affetto che i napoletani coltivano nei confronti delle persone queer ha origini antiche e si riflette in una figura molto amata del folklore locale, il cosiddetto femminiello, parola che indica un uomo dai tratti e dagli atteggiamenti femminili.
Secondo la tradizione, il femminiello è un elemento importante del tessuto sociale ed è portatore di fortuna, motivo per cui è molto richiesto durante il rituale della tombolata natalizia, per chiamare i numeri - che spesso enuncia in una maniera canzonatoria e alquanto sboccata seguendo la tradizionale smorfia e dando vita a veri e propri show.
È inoltre il protagonista di rituali antichi, come ad esempio la figliata dei femminielli - rito propiziatorio durante i quali si simula un parto, con tanto di smorfie e lamenti da doglie, accompagnato da canti e litanie - e la juta dei femminielli - annuale pellegrinaggio di gruppi appartenenti, in particolare, alla comunità trans verso il santuario di Montevergine, il 2 febbraio, per onorare la Madonna, che si conclude con canti e balli.
5.1 La vita notturna rainbow di Napoli
Per quanto riguarda la vita notturna, Napoli vanta numerosi locali gay friendly, dai bar alle discoteche, specialmente nel centro storico e in particolare a Piazza Bellini, nei pressi del conservatorio musicale, una zona molto movimentata di aggregazione e socialità, frequentata da studenti, giovani, turisti membri della comunità e non.
Ti consigliamo infine di non perdere il Pride di Napoli, sempre nel centro storico e generalmente con traguardo in zona lungomare, dove l’atmosfera di festa tipica partenopea assume un tono ancor più vibrante e sentito.
4. Padova, centro turistico arcobaleno contemporaneo
Isola felice nel Veneto, Padova è certamente una città aperta e all’avanguardia, ma soprattutto inclusiva, molto più di altre in regione, e presenta numerosi luoghi di aggregazione per il mondo LGBTQI+.
Il turismo gay nella Città degli Aperitivi non ha radici antiche come altrove, ma si tratta certamente di un luogo che ne vede una rapida ascesa negli ultimi anni, poiché anche la stessa Venezia non offre molte opzioni specifiche in tal senso. Eppure anche qui c’è una grande attività da parte delle associazioni, in primis da parte di Tralaltro, comitato provinciale dell’Arcigay.
4.1 Dal Village alle saune rainbow
Ma cosa è possibile fare a Padova? Sicuramente fare un salto al Padova Pride Village, il più grande contesto del nord Italia, che come in città quali Roma e Torre del Lago, si presenta come il fulcro dell’estate rainbow.
Il Village, fondato nel 2008 dal deputato del PD Alessandro Zan (promotore dell’omonimo disegno di legge contro l’omofobia, la misoginia e l’abilismo) e propone eventi, feste, intrattenimento in club, locali, discoteche per chi desidera trascorrere nottate folli e divertenti tra musica, balli e cocktail. Anche in centro città bar e locali permettono di creare ambienti rilassanti per la socialità, mentre in club ti aspettano se preferisci contesti più movimentati - specialmente se ti piace la musica anni ‘80.
Padova offre anche saune e centri termali gay, per chi preferisce contesti più tranquilli e silenziosi, magari insieme alla sua dolce metà. Insomma, Padova è attualmente tra le città più gay friendly d’Italia e propone opzioni turistiche per tutti i gusti.
3. Torre del Lago e le sue spiagge rainbow
Situata nel cuore della Versilia, a pochi chilometri da Viareggio, Torre del Lago (LU) non è semplicemente tra le città più gay friendly d’Italia ma una delle mete estive più amate dalla comunità LGBTQI+ da almeno sessant’anni.
Sede del Festival Pucciniano della lirica, Torre del Lago ha infatti esercitato da sempre un grande fascino per gli amanti di questo genere musicale e in particolare per i gruppi di omosessuali che oltretutto in questo luogo trovavano contesti più tranquilli e meno caotici di altre località balneari e ne approfittavano per villeggiare in serenità.
Negli anni Sessanta avvenne un vero e proprio boom del turismo gay, che si concentrò sulla spiaggia dei Leccioni, comunemente conosciuta come “le dune”, che offriva un luogo intimo e riservato per coppie, amici e perché no, anche per nudisti. I campeggi, inoltre, agevolavano la privacy e il contatto con la natura, lontano dagli occhi indiscreti dei benpensanti, specialmente per i più giovani che non potevano permettersi gli alberghi.
3.1 Torre del Lago: Friendly Versilia
Alla fine degli anni Novanta, nasce l’iniziativa Friendly Versilia, per incentivare il turismo rainbow e stilare una guida sui luoghi consigliati da frequentare; aprono celebri locali notturni con serate dedicate, come il famosissimo Mama Mia, ancora oggi importante punto riferimento, si organizzano spettacoli di drag queen e sopratutto il Mardi Gras, uno dei gay pride più famosi e apprezzati d’Italia che si tiene generalmente ad agosto dal 2015. Il primo bagno gay, infine, viene istituito proprio da un’iniziativa del Mama Mia, il Mama Beach, e comincia la sua attività nel 2003.
Oggi Torre del Lago è una destinazione imperdibile per chi cerca un clima rilassato e inclusivo durante le ferie estive, per chi vuole godere del mare e del contatto ravvicinato con la natura - molto più intenso rispetto a luoghi maggiormente noti e frequentati - ma anche per chi desidera conoscere da vicino un luogo così significativo per la storia della comunità. E naturalmente per chi desidera folleggiare nei numerosi locali, club e discoteche partecipando a feste ed eventi che difficilmente è possibile trovare in altre città.
2. Gallipoli: spiagge arcobaleno (e nudiste)
Scendiamo fino in Puglia e concentriamoci su Gallipoli, una delle mete più amate e frequentate dai giovani per la villeggiatura. Ma non molti sanno che negli ultimi anni questa splendida località del Salento è diventata anche un’importante meta per il turismo gay in Italia. La ragione è dovuta in primis dalla presenza di numerose spiagge gay friendly, dove il è possibile vivere il mood perfetto mood vacanziero pugliese, tra divertimento, relax e aggregazione.
L’accoglienza e la mentalità aperta si riflettono anche nella presenza di numerose spiagge dedicate ai naturisti, tra le quali la più famosa è certamente Punta della Suina, o anche Spiaggia degli Innamorati, che è divenuta ancor più nota perché location del film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek.
2.1 La vita nottura LGBQI+ di Gallipoli
Quando il sole cala, Gallipoli offre anche tantissime opzioni per una nightlife divertente e movimentata: club, locali e discoteche con serate LGBTQI+, spettacoli di drag queen, dj set e tanto altro ti terranno sveglio fino al mattino!
Se invece cerchi contesti più tranquilli e vuoi provare la cucina locale, sappi che esistono persino masserie queer, luoghi in cui la tradizione pugliese si veste di mille colori; qui potrai godere delle delizie locali, fare amicizia e sorseggiare drink mentre ascolti buona musica e ti rilassi in piscina: una vacanza con una marcia in più.
1. Pisa e il primo Gay Pride
Ancora Toscana, altra tappa storica per la comunità arcobaleno italiana: ci spostiamo a Pisa. Qui, nel 1979, si concluse la prima manifestazione dell’orgoglio gay italiano, una sorta di antesignano del Gay Pride che conosciamo oggi, con un simbolico e toccante girotondo intorno alla Torre Pendente, sull’onda di uno spirito di emancipazione che risentiva dell’eco dei Moti di Stonewall.
La scelta di Pisa è quantomai mirata, poiché, come altre località toscane che abbiamo passato in rassegna, rappresentava un luogo ampiamente friendly per gli omosessuali, che in Piazza dei Miracoli e in Piazza dei Cavalieri (sede dell’Università La Normale) trovavano luoghi di aggregazione e socialità. Ragionando su un’ideale tour di questa imprescindibile meta per il turismo gay in Italia, proseguiamo fino a Vicolo dei Tinti, dove si trovava la sede del Circolo Orfeo, una delle prime associazioni nazionali a tutela delle persone LGBTQI+ e che si occupò dell’organizzazione della manifestazione del ‘79 ma anche di molte altre iniziative in ambito culturale e artistico.
1.1 Il murales Tuttomondo di Haring
Altro fondamentale simbolo per la storia della comunità è certamente il murales Tuttomondo di Keith Haring, uno dei massimi esponenti rainbow a livello internazionale. Nella piazza che oggi porta il suo nome, sulla facciata del convento dei Frati Servi di Maria, realizzò un’opera d’arte imponente (10 metri di lunghezza per 18 d’altezza) per rappresentare la fratellanza, la pace e la gioia di vivere.
Attualmente, infine, Pisa è sede di una delle testate più importanti che riguardano il mondo LGBTQI+, ovvero Gay.it.
Scopri le bellezze di Pisa❯Città più gay friendly d’Italia: destinazioni di punta per un turismo safe
Secondo una ricerca condotta da Booking nel 2022, molti turisti LGBTQI+ hanno vissuto esperienze di viaggio spiacevoli, perché si sono sentiti discriminati e non accolti, oppure in pericolo, e dunque non hanno potuto godere appieno della gioia che dovrebbe essere una parte fondamentale di qualsiasi viaggio. Scegliere quindi una destinazione che comunichi sicurezza e benessere è una necessità per un gran numero di turisti queer e gender fluid.
Sebbene l’Italia non sia certo tra le primissime posizioni al mondo per ciò che riguarda i diritti della comunità arcobaleno, bisogna dire, per contro, che essa è certamente tra le mete più amate dai viaggiatori che ne fanno parte. Questo dato è davvero positivo e incoraggiante e speriamo che spinga le istituzioni di tutte le zone della Penisola a seguire l’esempio di lungimiranza attuato dalle città più gay friendly d’Italia di cui abbiamo parlato, in modo che il nostro Bel Paese rimanga sì un punto di riferimento per il divertimento e il relax estivo ma anche e soprattutto di inclusione, per una vacanza a misura di tutti e tutte.