La baia di San Fruttuoso è un’insenatura pittoresca lungo la costa tra Camogli e Portofino. Tra boschi e mare, qui si staglia la splendida Abbazia.
Un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, tanto da non poter essere raggiunto che a piedi con un percorso di circa un’oretta, oppure via mare: questa è la splendida Baia di San Fruttuoso di Capodimonte, nella Liguria di Levante.
La natura della baia è senza dubbio protagonista, ma anche cornice perfetta del piccolo borgo di pescatori di San Fruttuoso. Qui, per importanza e bellezza, domina l’incantevole Abbazia benedettina, patrimonio del FAI dal 1983.
Senza indugio, dunque, che sia a piedi o in barca, sveliamo un po’ alla volta i tesori di questo angolo di Liguria.
Il borgo di pescatori: una perla nel Parco Naturale di Portofino
Incastonato tra 33 ettari di macchia mediterranea e lo splendido mare della Liguria di Levante, si trova il piccolo borgo di San Fruttuoso. Ogni giorno partono dalla sua marina i battelli per Camogli e Portofino, ma anche per il Tigullio, la Baia del Silenzio e Genova.
Su questo borgo, poco più che una manciata di case di pescatori, una spiaggia e una chiesetta, veglia uno dei due simboli del paese: la Torre Doria. Voluta a metà Cinquecento dal celebre ammiraglio Andrea Doria, la torre doveva difendere il promontorio dai frequenti attacchi dal mare.
E se decidi di allungare lo sguardo verso quelle acque blu, proprio lì, a circa 30 metri dalla riva, saprai che si trova uno dei siti di immersione più famosi della regione: il Cristo degli Abissi.
Il Cristo degli Abissi, adagiato sul fondo della Baia
Immersa a circa 17 metri di profondità, la celebre statua del Cristo degli Abissi è alta circa 2,5 metri per circa 260 kg. La sua enorme mole venne appositamente adagiata sul fondale del mare a metà Novecento.
L’idea venne a Duilio Marcante, subacqueo italiano, nonché uno dei padri fondatori di quest’attività. Fu in effetti proprio lui che arrivò a teorizzare il metodo didattico di avvicinamento alla subacquea. Con la statua, realizzata poi dallo scultore Guido Galletti, si volle ricordare la scomparsa in mare di Dario Gonzatti. Non solo, le braccia del Cristo che mirano al cielo vogliono essere un inequivocabile simbolo di pace.
La bella scultura bronzea può essere ammirata con un’immersione oppure, se la visibilità è buona, anche a pelo d’acqua, usando un batiscopio. Inoltre, già dal 1974, una copia della statua è conservata proprio all’interno della Chiesa di San Fruttuoso. L’originale in gesso si trova invece a Marina di Ravenna.
Ogni anno, l’ultimo sabato di Luglio, si celebra la Festa del Cristo degli Abissi, una cerimonia suggestiva per ricordare tutti coloro che sono scomparsi in mare. La festa ha luogo dopo il tramonto, quando l’intero borgo di San Fruttuoso viene illuminato soltanto dalla luce di fiaccole e candele. Una processione luminosa accompagna la benedizione delle acque seguita da un’immersione di subacquei che depongono sulla statua una corona di alloro.
Ed ora, siamo finalmente pronti per uno sguardo alla splendida Abbazia che fronteggia il mare.
L’Abbazia di San Fruttuoso, prezioso tassello di storia tra terra e mare
Narra la leggenda che fu proprio il Vescovo di Tarragona, Fruttuoso, a scegliere questo luogo per le sue spoglie. Egli infatti, martire del III secolo, apparve in un sogno a cinque monaci, dove indicò che, lungo la costa ligure, avrebbero trovato il luogo ideale per la sua sepoltura. Esso sarebbe stato identificabile da tre segni: un drago feroce, una caverna e una fonte d’acqua.
Guidati da un angelo, dunque, i monaci arrivarono a Capodimonte. Annientato il drago e trovati gli altri simboli, la leggenda vuole che abbiano poi edificato la cappella. Le spoglie di San Fruttuoso in effetti oggi riposano in un cofano argenteo sull’altare maggiore della Chiesa.
Ad ogni modo, però, una prima costruzione dell’Abbazia di San Fruttuoso risale al IX secolo, poi ricostruita tra X e XI. Proprio allora fu affidata ai monaci benedettini che aggiunsero un piano all’edificio.
Dopo la presenza dei Doria, seguirono anni di abbandono e di utilizzo dell’Abbazia come residenza privata. La famiglia Doria Pamphilj donò infine l’Abbazia nel 1983 al FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Per ripercorrere al meglio le vicende, è possibile visitare l’interno del complesso monastico, nelle cui sale è allestito un museo dedicato alla storia dell’abbazia. Impreziosite da un’architettura di stampo romanico, sono esposte diverse ceramiche da tavola scoperte in un deposito del monastero, e tutte dalle più svariate origini.
Il Chiostro dell’Abbazia: sulle tracce della famiglia Doria
Gli anni di gloria dell'Abbazia si devono soprattutto alla famiglia genovese dei Doria che la allargarono e arricchirono nel lungo periodo in cui ne furono proprietari. Furono infatti loro a promuovere la costruzione della grande torre Doria nel Cinquecento, e il loggiato a due ordini di trifore nel Duecento. Ancora oggi è visibile sulle due facciate rivolte verso il mare lo stemma della famiglia Doria raffigurante l’aquila imperiale.
Nel Cinquecento promossero anche la ricostruzione del chiostro superiore. L’interno è a dir poco magnifico, con un uso importante di capitelli in stile romanico, ma anche di colonne di stili differenti.
Al livello inferiore, invece, è presente il sepolcro della famiglia Doria, a quest’ultima concesso dagli stessi monaci benedettini. Qui si trovano le tombe del XII e XIII secolo di ben sette membri della famiglia. Sono bicrome, com’è tipico dello stile ligure, in marmo bianco e pietra grigia.
Accanto sono presenti altre due tombe ed un sarcofaco romano, ma ad oggi è sconosciuta l’identità di questi illustri personaggi.
Come arrivare a San Fruttuoso: battello, treno o a piedi?
Senza dubbio, il modo più semplice di giungere a San Fruttuoso è dal mare, percorrendo uno dei tratti più belli della costa ligure.
I battelli del servizio pubblico partono infatti tutto l’anno da Camogli. Nei mesi estivi, si aggiungono le tratte da Genova, Portofino, Santa Margherita, Rapallo, Chiavari, Recco, Chiavari e Sestri Levante.
In alternativa, è possibile raggiungere il borgo di pescatori arrivando in treno. La fermata Camogli-San Fruttuoso dista infatti solo poche centinaia di metri dal molo.
Il modo più avventuroso, però, è senz’altro quello di giungere al borgo percorrendo i sentieri del Parco Naturale di Portofino, di diversa durata ed intensità. Se però solitamente l’arrivo a San Fruttuoso è quasi tutto in discesa, il ritorno sarà da fare soprattutto in salita.
In ogni caso, sarà certamente un’escursione che non dimenticherai!