Gaetano  Del Gaiso

Gaetano Del Gaiso

Ecco la guida che stavi aspettando su alcune delle destinazioni da tenere in considerazione per le tue vacanze di Pasqua in Italia nel 2025

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Quello primaverile è, certamente, uno dei periodi migliori in cui far visita al Bel Paese.

E cadendo Pasqua, quest'anno, proprio nel pieno della stagione dei fiori e delle rondini, perché non cogliere due piccioni con una fava? 

Ecco una lista di dieci destinazioni da tenere in seria considerazione per le tue vacanze di Pasqua in Italia nel 2025, in un meraviglioso itinerario alla scoperta di alcuni fra i luoghi più magici e sensazionali in cui trascorrere le nostre vacanze pasquali, dal nord al sud del nostro meraviglioso stivale.

Iniziamo.

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Dove andare per la settimana di Pasqua in Italia nel 2025?

Dove andare per la settimana di Pasqua in Italia nel 2025?

La settimana di Pasqua nel 2025 cade tra il 14 e il 21 aprile. La Domenica di Pasqua sarà il 20 Aprile, ma i riti della Settimana Santa iniziano, secondo la tradizione, a partire dal giovedì santo ( 17 Aprile 2025 ). 

Trascorrere la Pasqua in Italia nel 2025 è un'occasione unica per assistere ad alcune dei più affascinati riti religiosi della tradizione cristiana, che in tanti casi coinvolgono interi paesi e comunità rendendo questi giorni particolarmente sentiti.

Quest'anno poi le celebrazioni religiose saranno ancora più solenni: siamo nell'anno del Giubileo e la Pasqua rappresenterà un momento centrale per tutta la Cristianità. Anche se non fa parte della tua spiritualità, essere presente in questa atmosfera sarà sicuramente interessante ed emozionante. 

La Pasqua è anche il momento per visitare l'Italia in primavera, assitere alle prime fioriture e godersi la natura che si risveglia. 

In questo articolo ti daremo 10 idee per trascorrere le tue vacanze di Pasqua in Italia nel 2025 tra boschi, città d'arte e borghi nascosti. Partiamo? 

10. Val Gardena, il paradiso dei fiori

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Hai mai sognato di immergerti in un paesaggio dove la natura si risveglia in un tripudio di colori e profumi? Un luogo in cui l'aria frizzante di montagna si fonde con il tiepido abbraccio del sole primaverile? Un posto in cui poter quasi dimenticare di essere ancora sul pianeta Terra e non, piuttosto, in uno di quei regni fantastici che tanto desideravi visitare da bambin*?

Ebbene, allora crediamo che la Val Gardena possa decisamente fare al caso tuo.

Dimenticati delle folle estive e della frenesia invernale. La primavera in Val Gardena è un segreto sussurrato, un'esperienza intima e rigenerante. Immagina immense distese di crochi selvatici a reimmaginare le tinte anche dei pendii più alti delle 'Monti Pallidi': più di 800 specie di fiori selvatici ti aspettano in Vallunga, sul Seceda, sul Col Raiser e sul Sëurasas e sotto il Monte Pic.

Oppure sentieri escursionistici, come il Poststeig, il sentiero della posta, il tracciato che conduce al Rifugio Resciesa oppure il percorso che va da Ortisei a Pic - tutti sentieri a bassa altitudine facilmente conquistabili -, che si snodano tra boschi profumati e cime imponenti che vi invitano a conquistarle.

E ancora: maestosi specchi d'acqua smeraldina, come quello del lago lago alpino Lech de Ciampedel, in Vallunga, che tornano, a poco a poco, a conquistare la loro liquida forma originale - anche se solo per un breve periodo di tempo -, dai quali vedi sbucare, di tanto in tanto, le cime di qualche albero.

Ma la Val Gardena non è solo natura. È anche cultura, tradizioni secolari e un'accoglienza calorosa che vi farà sentire a accolti come in casa vostra. Visita i caratteristici villaggi di Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena, ammira le loro chiese antiche, i musei e le botteghe artigiane dove il legno prende vita sotto le mani esperte degli scultori locali.

E se pensi che la primavera sia una stagione tranquilla, allora dovremmo decisamente ridimensionare le vostre aspettative. La Val Gardena è un crogiolo di eventi: festival musicali come il 'Rock the Dolomites', competizioni sportive come la 'Südtirol Gardenissima' e manifestazioni folkloristiche che vi faranno immergere nella vera essenza di questa terra.

9. Imperia, la città dell'olio di oliva

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Città ligure nata nel 1923 dall'unione forzata di due borghi storici - Oneglia e Porto Maurizio -, Imperia mantiene ancora oggi una duplice anima che si riflette non soltanto nelle tradizioni, ma anche nei dialetti parlati dai suoi calorosi abitanti e persino nel suo assetto urbanistico.

La stagione primaverile offre un'opportunità irripetibile di esplorare questa affascinante città la quale, grazie al suo clima particolarmente mite e accogliente, rappresenta la meta perfetta per tutti gli amanti delle attività all'aria aperta.

Il centro storico di Porto Maurizio si manifesta, in questa stagione, nel suo massimo splendore, con i caratteristici caruggi del Parasio punteggiati da variopinti vasi fioriti di cui gli abitanti si prendono cura in un modo che ha quasi del maniacale.

La passeggiata degli innamorati, un romantico e scenografico percorso pedonale della durata di circa dieci minuti, che unisce Borgo Foce a Borgo Marina, offre la possibilità di potersi perdere con lo sguardo a rimirare uno dei mari più belli d'Italia circondati dai colori e dai profumi di rigogliosi cespugli di mirto, lavanda e rosmarino. Quando il mare è calmo e limpido, poi, è anche possibile scorgere gli scogli tipici del basso fondale ligure , anche chiamati 'ratteghe'.

Le logge panoramiche del monastero di Santa Chiara, che collegano il plesso all'antica cinta muraria della città, regalano, poi, un panorama mozzafiato sulla Riviera dei Fiori.

La parte pianeggiante di Oneglia, invece, invita a scoprire i suoi palazzi storici e i portici di influenza piemontese, insieme alla casa natale di Edmondo De Amicis e alla Biblioteca civica "Leonardo Lagorio".

Per gli amanti e cultori dell'enogastronomia,  prima italiana, poi ligure, una visita al Museo dell'Olivo Carlo Carli è quel che ci vuole per riscoprire la millenaria storia dell'olivicoltura locale, concludendo con una pranzo o una cena nei caratteristici ristoranti di Calata Cuneo.

8. Manarola, la città del vino e delle case-torre

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Spostiamoci, adesso, lungo la costa ligure verso est per raggiungere Manarola, un incantevole borgo marinaro che si erge su un promontorio scosceso che si tuffa nel Mar Ligure, caratterizzato dalle sue tipiche case-torre dai colori vivaci che sembrano nascere direttamente dalla roccia.

In primavera, il paese, coi suoi vigneti terrazzati che si riaffacciano alla vita e si ritingono di un verde nerboruto e brillante, riacquista una fascino che ha quasi del fiabesco, nel rivelarsi di questo abbacinante contrasto fra il verde della vegetazione e l'azzurro del mare.

Questo, infatti, è il periodo ideale per poter percorrere, per esempio, il celebre Sentiero Azzurro, che collega Manarola a Corniglia e Riomaggiore per mezzo della famosa Via dell'Amore - anche se ti suggeriamo  di verificarne l'apertura -  o, piuttosto, per esplorare i numerosi sentieri che si inerpicano tra i vigneti, dove si producono le uve impiegate nella produzione del rinomato vino Cinque Terre DOC.

Il clima mite primaverile, inoltre, rende particolarmente piacevoli le passeggiate fra le deliziose calli borgo ligure. Una visita alla chiesa di San Lorenzo, in Riomaggiore, sorta nel XIV secolo e al cui interno sono conservate due delle opere attribuite al tanto celeberrimo quanto misterioso maestro delle Cinque Terre, è quasi d'obbligo, così come una o più soste nei caratteristici locali dove degustare specialità locali come le acciughe di Monterosso e il pesto alla genovese.

Perché non sfruttare, poi, il tiepido abbraccio primaverile per scoprire le antiche tradizioni agricole del territorio di Manarola, con i suoi caratteristici terrazzamenti sostenuti da chilometri di muretti a secco divenuti, peraltro, patrimonio UNESCO. Durante questa stagione, infatti, è possibile osservare i viticoltori al lavoro nelle vigne, utilizzando ancora le tradizionali monorotaie, piccoli trenini che permettono di trasportare l'uva su e giù per le ripide colline.

Oppure, piuttosto, per una  tranquilla passeggiata al porticciolo naturale di Manarola, uno dei più belli e suggestivi delle Cinque Terre, che già in questa stagione comincia ad animarsi per la presenza le barche dei pescatori locali, che guizzano leste nelle turchesi acque del Mar Ligure e tiran su il pesce che ti sarà possiible gustare, magari, in un ristorante con vista mare, assaporando i vini locali e ammirando uno dei tramonti più spettacolari della Liguria, quando il sole tinge di rosa e di oro le caratteristiche case-torre che hanno reso Manarola famosa in tutto il mondo.

7. Spello, il borgo dei fiori

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Il nostro viaggio alla scoperta di alcune delle destinazioni più belle in cui trascorrere le tue vacanze di Pasqua in Italia nel 2025 continua alla volta di Spello, un incantevole borgo medievale che si erge sulle pendici del Monte Subasio, in Umbria, il quale, in primavera, si trasforma in un vero e proprio giardino delle meraviglie, per via della deliziosa tradizione di decorare i vicoli e i balconi del borgo con un carnevale di fiori colorati in preparazione della celebre manifestazione delle Infiorate del Corpus Domini. Tradizione, questa, che, per nostra immensa fortuna, ancora tutt'oggi i suoi abitanti osservano con lo stesso rigore e partecipazione di un tempo.

Questo periodo dell'anno è, quindi il più indicato per esplorare il borgo di Spello, con le sue mura romane perfettamente conservate, le sue chiese traboccanti di tesori artistici come la Cappella Baglioni nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, affrescata dal Pinturicchio, e i suoi caratteristici vicoli medievali in pietra rosa che si snodano tra case-torre e palazzi nobiliari.

La luce primaverile, inoltre, esalta e corrobora la bellezza della pietra rosa del Subasio con cui è stata costruita gran parte del borgo; in contrasto, ad esempio, col travertino bianco di Porta Venere e i conci di pietra bianca del Subasio di Porta Consolare, testimoni della storia millenaria della città.

Per gli amanti di natura ed enogastronomia, una visita alle campagne che circondano il borgo, che in questo periodo si tingono del rosso dei papaveri e del giallo delle ginestre, è d'obbligo se si è alla ricerca di un'esperienza fra le più autentiche di quelle sentiamo il bisogno di suggerirti per questo itinerario, in questo particolare periodo dell'anno.

Percorrendo l'Acquedotto romano, infatti, o salendo fino all'antica chiesa di San Severo, ti sarà possibile, infatti, posare lo sguardo sul verde mare degli oliveti secolari dai cui frutti si produce uno degli olii extra-vergine di oliva più famosi di tutta l'Umbria. 

Ristoranti e osterie, infine, attendono il tuo rientro per offrirti la possibilità di degustare pietanze locali quali gli strangozzi al tartufo nero e l'agnello alla spellana

6. Bagno Vignoni, il piccolo gioiello della Val D'Orcia

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Il nostro viaggio prosegue alla scoperta di Bagno Vignoni, vero e proprio gioiello incastonato nel cuore pulsante della Val d'Orcia, un vasto e trasognante polmone verde che si trova in provincia di Siena, ai confini della provincia di Grosseto, che prende il nome dal fiume che lo attraversa, l'Orcia, che è affluente di sinistra dell'Ombrone, di cui è il maggiore tributario dopo la Merse

Ciò che rende il borgo di Bagno Vignoni uno di quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita è certamente la vasca rinascimentale, lunga 49 metri e larga 29, ricolma di acque termali che sgorgano alla temperatura di circa 52°C, posta al centro di Piazza delle Sorgenti. Costruita nel 1500, è circodanta da edifici rinascimentali e il meraviglioso loggiato di Santa Caterina da Siena, che conferiscono alla piazza un'aria distinta, elegante, fuori dello spazio e del tempo, in grado di attirare l'attenzione non soltanto dei pellegrini intenti nella percorrenza della Via Francigena, ma anche di personalità illustri quali, appunto,  Santa Caterina da Siena, Papa Pio II e Lorenzo de' Medici.

Le miti temperature primaverili invitano, inoltre, alla scoperta dei tesori contenuti in alcuni edifici storici del borgo, fra cui Palazzo Piccolomini e la Chiesa di San Giovanni Battista

Il Parco dei Mulini di Bagno Vignoni, infine, è tappa obbligata per chiunque in visita alla Val d'Orcia. Situato appena al di sotto del borgo principale, oltre a ospitare le vasche di raccolta dell'acqua termale, è anche casa di quattro mulini ad acqua che è possibile datare al XIII secolo

5. San Gimignano, il borgo delle tredici torri

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La fondazione di San Gimignano si perde nelle voluttuose pieghe del tessuto del tempo.

Leggenda narra che due fratelli, Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché presumibilmente complici di Catilina, si rifugiarono in Val d'Elsa nel 63 a.C. e lì costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano.

Tuttavia, fu solo nell'agosto del 929 che apparve un primo documento ufficiale recante il nome della città. Documento che attestava la donazione, da parte di Ugo di Provenza, al vescovo di Volterra del monte chiamato della Torre 'prope Sancto Geminiano adiacente'.

Da qualunque punto la si osservi, San Gimignano impressiona per la grandezza e la magnificienza delle sue mura e delle sue torri; tredici, infatti, delle settantadue originarie sono le torri sopravvissute allo scamozzamento delle quali furono lo sfortunato oggetto di interesse nella seconda metà del '300, periodo durante il quale la città venne ceduta a Firenze peste nera e carestia iniziarono ad inferire i primi duri colpi al capoluogo toscano e non solo.  

Ciononostante, oggigiorno, il borgo di San Gimignano, forse anche grazie a quel declino sociale, economico e politico che la interessò al volgere del XIV secolo e che, in un modo o nell'altro, aiutò la città a cristallizzare quell'aspetto medievale che tanto la contraddistingue, merita di essere annoverata fa quelle destinazioni da tenere in forte considerazione nel caso si possa decidere di bearsi della perfetta simbiosi fra natura e architettura tipica della Toscana e di molte altre regioni d'Italia. 

Volendo, poi, rimuovere gli strati più esterni di questa lastricata matriosca medievale ci accorgeremmo che San Gimignano non è solo mura e torri. Basti pensare ai meravigliosi affreschi del Ghirlandaio nella Collegiata di Santa Maria Assunta o, piuttosto, quelli del Palazzo Comunale, dove il 'ciclo della Maestà' di Lippo Memmi si rivela in tutta la sua bellezza.

E ancora, ai delicati effluvi provenienti da botteghe, enoteche e caffè all'aperto, un incanto potente al quale è difficile riuscire a resistere. 

Antiche pievi e case coloniche ti attendono, poi, nella campagna circostante, che ti sarà possibile, inoltre, rimirare, confortato da un buon calice di Vernacchia DOP e un tagliere di salumi tradizionali, dalla terrazza della Rocca di Montestaffoli

Esplora San Gimignano con San Gimignano Pass

4. San Benedetto del Tronto, città di pesca e di mare

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Con l'arrivo della Pasqua, e con essa, per naturale ocnseguenza, della primavera, San Benedetto del Tronto inizia a risvegliarsi dal torpore invernale per potersi rivelare al mondo  in tutta la sua salina bellezza.

Per gli amanti delle attività all'aria aperta, una passeggiata sul lungomare, magari in bicicletta grazie alla comoda pista ciclabile, è un'esperienza da non perdere. La spiaggia, seppur non ancora ideale per un bagno, offre un luogo di relax impareggiabile, mentre la Riserva Naturale Sentina regala un'esperienza unica a stretto contatto con fauna e flora locali.

Non solo natura, ma anche storia e cultura imbellettano questa deliziosa cittadina riviera marchigiana. Il Museo del Mare, nelle sue diverse sezioni, racconta della tradizione marinara della città; mentre il Torrione offre una vista panoramica mozzafiato. Il centro storico, poi, con le sue stradine e la Chiesa di San Benedetto Martire, è un vera e propria alcova di tesori nascosti.

La primavera è anche sinonimo di eventi e manifestazioni. Le Giornate FAI di Primavera aprono le porte di luoghi solitamente inaccessibili, mentre i mercatini di primavera offrono l'occasione di scoprire l'artigianato locale e i prodotti tipici.

E a proposito di prodotti tipici, la gastronomia locale è un altro motivo per visitare San Benedetto in primavera. Il brodetto alla sambenedettese, una zuppa di pesce unica nel suo genere, è un must per ogni buongustaio.

3. Iglesias, la città delle miniere

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Fra le ragioni che rendono Iglesias meritevole di essere annoverata in questa lista vi sono sicuramente i riti che animano la Settimana Santa - o 'Sa Chida Santa' - per l'intera sua durata. 

Le processioni, anche conosciute col nome di 'Is Misterius', rappresentano una fra le più perfette commistioni fra sacro e profano, e costituiscono un vivido retaggio di quel cristianesimo che la Spagna, per prima, trapiantò nell'isola e che, da oltre quattrocento anni, i sardi custodiscono gelosamente arricchendolo, naturalmente, del proprio personale contributo che varia di zona in zona. 

Ai riti di 'Sa Chida Santa' si affiancano veri e propri tesori naturali, come il 'Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna', e artificiali, come Porto Flavia, un capolavoro di archeologia industriale afferente al complesso dell'area mineraria di Masua incastonato nella roccia a strapiombo sul mare, o la Grande Miniera di Serbariu, oggi trasformata in museo.

2. Procida, l'isola dell'anima

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Procida in primavera è un'esplosione di colori e profumi che incanta i visitatori con la sua bellezza senza filtri e il suo ritmo di vita rilassato. Le temperature miti e il sole tiepido rendono questa stagione perfetta per esplorare l'isola in tutta la sua magnificenza.

Una tranquilla passeggiata sul lungomare è proprio ciò che ci vuole per dare inizio al meglio al proprio tempo sull'isola: un'occasione irripetibile di poter ammirare le tipiche abitazioni color pastello del borgo della Corriccella riflettersi nella limpida superficie dell'acqua del Golfo di Napoli

La spiaggia della Chiaia, raggiungibile attraverso un sentiero panoramico, invita a distendersi e a godersi i primi raggi di sole dopo la grigia abulia dell'inverno. La spiaggia del Pozzo Vecchio, ribattezzata poi in Spiaggia del Postino - in quanto vi fu girata una famosa scena del film del 1994 'Il postino', diretto da Michael Radford - a soli 20 minuti di passeggio dal centro del borgo, si getta in quelle che potremmo tranquillamente definire le acque più belle dell'isola. Il Giardino di Flora, col suo ricchissimo campionario di piante mediterranee e tropicali, è un'oasi di pace e tranquillità. Il Belvedere di Santa Margherita è il luogo ideale per bearsi di una vista mozzafiato sull'intera isola.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, con le sue opere d'arte e la suggestiva cripta, è una testimonianza della storia e della devozione dell'isola. E per conoscere da vicino la tradizione marinara di Procida, il Museo del Mare è una tappa imperdibile.

I limoni di Procida, profumati e succosi, sono un vero e proprio tesoro locale, utilizzato per preparare liquori, dolci e altre specialità gastronomiche. Il pesce fresco, protagonista della cucina procidana, è un'esplosione di sapori che delizia il palato. E durante il periodo pasquale, i dolci tradizionali come la pastiera e il casatiello sono un'occasione per scoprire le tradizioni culinarie dell'isola.

Scopri Procida da Napoli

1. Noto, la perla del barocco siciliano

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La primavera a Noto si rivela al mondo come una stagione ricca di fascino e magia, qualità alimentate certamente dal clima mediterraneo, che offre temperature ideali per esplorare questa perla del barocco siciliano.

Nonostante non ricada esattamente in prossimità della Pasqua per quest'anno, il periodo migliore per far visita al borgo è in maggio, quando si tiene la celebre 'Infiorata', uno degli eventi più attesi dell'anno, ha luogo in Via Nicolaci, una delle strade più belle della città, che si trasforma in una straordinaria galleria d'arte a cielo aperto con elaborate composizioni floreali che creano veri e propri opere d'arte floreali.

Cionondimeno, la temperatura mite della primavera rende particolarmente piacevole passeggiare per i tranquilli sentieri della città. Inoltrandosi in Corso Vittorio Emanuele, ad esempio, ci si può imbattere in in magnifici palazzi e chiese barocche che brillano sotto il tiepido sole siciliano grazie alla caratteristica pietra calcarea dorata con cui sono stati costruiti.

Volendosi, invece, avventurare al di fuori delle barriere architettoniche della città, la campagna circostante offre certamente degli spunti interessanti per poter trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura della maggiore delle isole italiane. Una possibile opzione potrebbe essere un'escursione alla Riserva naturale di Vendicari, durante la quale potersi concedere anche un breve bagnetto in una delle pittoresche calette che la contraddistinguono. 

Di contro, prenotare un soggiorno o un'esperienza di degustazione in una delle deliziose masserie storiche della zona potrebbe essere un'alternativa interessante per tutti coloro i quali vorrebbero saperne di più, magari sulla produzione dell'olio extra-vergine di oliva dei Monti Iblei IGP, per esempio; oppure, piuttosto, del pomodoro di Pachino di IGP e, ancora, della celeberrima mandorla di Noto

L'autore

Scritto il 01/04/2025