Il 25 e 26 Settembre, si svolgerà a Bergamo la prima edizione del Festival Storie ad acquerello. Si tratta della prima manifestazione in Italia completamente dedicata alla tecnica pittorica, dove sia piccini che adulti possono perdersi nel mondo dell’acquerello attraverso un cospicuo programma di mostre, workshop e conferenze interamente dedicate.
L’acquerello è uno strumento di narrazione nelle mani dell’artista: si possono raccontare storie attraverso giochi di acqua e colore. La leggerezza del gesto, le sfumature e le trasparenze si trasformano in emozione per chi osserva. Le illustrazioni diventano porte su mondi meravigliosi.
L'evento
Ben 20 artisti interverranno alla manifestazione ideata e interamente curata dall’illustratrice e autrice di libri per bambini Laura Cortinovis in collaborazione con l’Associazione Culturale di Bergamo SpazioCam e Momarte (e-store dedicato al mondo dell’arte). Mostre, conferenze e workshop accompagneranno i visitatori nel mondo dell’amata espressione artistica per due interi giorni. La Cortinovis definisce Storie ad acquerello come il festival che trasporterà la città di Bergamo nell’atmosfera onirica di questa tecnica pittorica, in un contesto storico e culturale di pregio. Artisti di rilievo del settore coloreranno con il loro stile i luoghi più belli della città. Il Festival prevede anche un luogo espositivo dedicato agli strumenti di lavoro dell’artista, così che tutti possano osservare più da vicino gli arnesi del mestiere. Infine, sarà presente anche una libreria tematica per consultare e comprare i libri degli artisti presenti alla manifestazione.
TAKE CARE di Lucia De Marco
I luoghi
Oltre alla sede dello SpazioCam, Storie ad Acquerello sarà ospitata in vari spazi espositivi ben noti della città, come l’Accademia Carrara, l’Orto Botanico e il Teatro Sant’Andrea. L’evento si avvale anche di Sponsor tra le aziende più conosciute in campo artistico a livello internazionale. L’ingresso alla manifestazione e alle mostre è libero, mentre la partecipazione ai workshop e alle conferenze è a pagamento.
La tecnica
L’acquerello è una tecnica pittorica che prevede l’uso di pigmenti finemente tritati e poi diluiti con l’acqua, permettendo di dare sfogo alla creatività cromatica. L’intensità del colore si può regolare diluendo molto i pigmenti o stendendoli con pennello quasi asciutto, appena ammorbidito con poca acqua. A seconda dell’effetto che si vuole ottenere, è possibile dipingere ad acquerello sia su carta umida (ottenendo effetti cromatici sfumati dovuti alla mescolanza dei colori) sia su carta asciutta. Spesso, l’acquerello è erroneamente associato ad un tipo di pittura estremamente semplice. In realtà, richiede una buona scioltezza della mano: i pigmenti tendono ad asciugarsi e a mescolarsi tra loro rapidamente, rendendo così gli errori difficilmente correggibili. A differenza di altre tecniche, infatti, ogni pennellata ad acquerello è definitiva, senza possibilità di correzioni tramite sovrapposizione del colore.
Origini dell'acquerello
L’uso dell’acquarello ha radici antichissimi. Nei papiri egizi, ad esempio, sono state riconosciute tecniche pittoriche di composizione simile all’acquerello o comunque basate sullo stesso principio di diluizione dei pigmenti con acqua. Spesso questa tecnica veniva usata per decorare le pareti di templi e tombe con colori a base d'acqua. Nell'antica Cina, invece, l' acquerello era usato per decorare la seta con motivi floreali e paesaggistici. Nel medioevo, poi, i monaci amanuensi lo utilizzavano per realizzare miniature sui libri. La leggerezza rappresentativa e la delicatezza cromatica tipiche dell’acquerello, fecero di questa forma espressiva una delle più usate durante il Rinascimento, in particolar modo a servizio dei grandi maestri come tecnica per gli studi preparatori di grandi opere.
L’affermazione dell’acquerello come tecnica pittorica
Questo tipo di pittura sopravvisse a lungo nei secoli, ma sempre come tecnica di secondo piano. Già a partire dal ‘600, l’acquerello cominciò a conquistare molti artisti e a diffondersi piano piano in tutta Europa e anche negli Stati Uniti, ma fu solo tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 che l’acquerello cominciò ad essere riconosciuto come tecnica pittorica a se stante. Tuttavia, bisogna riconoscere che, già due secoli prima, il grande incisore e disegnatore tedesco Albrecht Dürer aveva cominciato a studiare più approfonditamente questa forma espressiva, anticipando di ben due secoli i grandi artisti che finalmente diedero all’acquerello dignità di espressione artistica autonoma. Da qui in poi, l’acquerello conquistò sempre più spazio tra le forme artistiche contemporanee, fino ad entrare a far parte anche parte della produzione pittorica di grandi artisti dell’’800 e del ‘900 come Kandinskij, Klee, Schiele, Cézanne, Gauguin, Manet, Hopper e molti altri.
Curiosità: Prima che acquisisse dignità di tecnica pittorica ufficialmente riconosciuta, l’acquerello veniva usato da molti studiosi per le riproduzioni botaniche o scientifiche.
L'acquerello in Italia
Le prime testimonianze dell’acquerello in Italia si hanno a Napoli con la Scuola di Posillipo, fortemente influenzata dagli acquerellisti stranieri presenti nella città partenopea. Da questa scuola, provengono artisti quali Giacinto Gigante ed Emanuele e Filippo Gin, padre e figlio che hanno realizzato centinaia di acquerelli miniaturistici che riproducono l’intero esercito italiano schieratosi per gli eventi bellici che portarono all’Unità d’Italia. Oltre a Napoli, troviamo acquerellisti anche a Milano e a Roma. Durante quegli anni, l’acquerello diviene la tecnica preferita da molti pittori del Grand Tour, i quali la utilizzeranno per ritrarre in maniera più rapida e immediata possibile le bellezze che scorgono durante il loro lungo viaggio alla scoperta delle più belle città d’Europa cercando di arricchire la propria conoscenza del mondo.