Scopri 5 curiosità sull'antica tradizione della notte di San Giovanni, festa contadina celebrata ancora oggi.

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È una delle notti più magiche e spirituali dell'anno, la notte di San Giovanni che, nell'antichità segnava l'inizio dell'estate, la notte più corta dell'anno in cui la luce del sole vince la sua battaglia contro l'oscurità. Durante questa notte, conosciuta in passato anche come la notte delle streghe, si usava festeggiare con fuochi, luci e suono di tamburi per allontanare gli spiriti delle tenebre. Scopriamo insieme le leggende e i riti che rendono questa festa così speciale.

L'antica festa contadina della notte di San Giovanni in Italia

Festa di San Giovanni in Italia

Oggigiorno l'inizio dell'estate è astronomicamente riconosciuto nel 21 giugno con la notte più corta dell'anno a causa del solstizio d'estate, ma in passato, senza tutte le informazioni scientifiche, le persone credevano che la stagione del raccolto iniziasse il giorno dedicato a San Giovanni, il 25 giugno, e la notte prima era piena di significati e tradizioni. Questo è il motivo per cui la notte di San Giovanni è stata celebrata per secoli in molte parti d'Italia come una festa molto sentita, con rituali e cibi tradizionali preparati per segnare la notte prima del 25 giugno.

1. La leggenda dietro la notte di San Giovanni

La leggenda dietro la notte di San Giovanni

Come molte altre feste tradizionali italiane, nella notte di San Giovanni i riti pagani si sono legati ai festeggiamenti cristiani dando vita ad un evento unico la cui origine si perde nel tempo. La leggenda dietro questa notte racconta che, ogni anno, la notte prima del 24 giugno le streghe si incontrano per andare insieme al loro grande Sabba, l'appuntamento con il diavolo. Per l'agricoltura questi giorni di giugno sono cruciali per la raccolta del grano, il che spiega perché, nei secoli passati, si credeva di dover proteggere il proprio raccolto dagli spiriti maligni. Dopo la cristianizzazione, il 24 giugno divenne il giorno di San Giovanni, esattamente sei mesi prima di Natale, e durante questa notte si accendevano fuochi e candele per illuminare le tenebre con la luce di Dio. In molte parti d'Italia è ancora presente la tradizione di accendere dei fuochi nella notte tra il 23 e il 24 giugno, per festeggiare l'inizio dell'estate con spettacoli pirotecnici.

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2. Il quartiere di San Giovanni a Roma

Anche se la festa della notte di San Giovanni veniva celebrata in passato in molte parti d'Italia, è a Roma che sono nati e cresciuti la tradizione ed i riti di questa notte magica, soprattutto nel rione di San Giovanni. Era al limite della porta dell'Asinara, con le mura romane poste a protezione della città eterna, dove le streghe cercavano di entrare nella notte tra il 24 e il 25 giugno prima di dirigersi a Benevento. Dopo la cristianizzazione di Roma, quella zona meridionale della città divenne uno dei quartieri religiosi più importanti, il luogo dove pregare San Giovanni contro il diavolo grazie alla presenza della Cattedrale di San Giovanni, del Sancta Sanctorum e della Scala Santa situata a pochi metri l'uno dall'altro. Per secoli (e fino a tempi recenti) la notte di San Giovanni è stata una festa magica per gli abitanti del quartiere San Giovanni, una festa patronale celebrata tutta la notte del 24 giugno.

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3. Lumache in umido alla romana

Si tratta di un piatto povero tradizionale della cucina romana, le lumache in umido cucinate per la festa del 24 giugno e per questo chiamate anche lumache di San Giovanni. Cotte lentamente per almeno 2 ore con sugo di pomodoro ed erbe aromatiche tipiche di fine primavera come la mentuccia (un tipo di menta che esalta il sapore delle lumache), questo piatto è conosciuto anche come lumache in umido alla romana. È uno dei piatti più caratteristici della cucina povera romana tuttora diffuso e apprezzato, le lumache di San Giovanni in umido, dopo un lungo lavoro di pulitura e spurgatura, vanno cotte con il guscio. La grande disponibilità di lumache dopo i tipici temporali primaverili e, soprattutto, la forma delle lumache con le corna, che ricordano così da vicino quelle del diavolo, spiegano perché questo piatto povero sia diventato uno dei cibi preparati per festeggiare San Giovanni. notte a Roma.

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4. Acqua di San Giovanni

Uno dei riti propiziatori più importanti legati all'antica festa contadina della notte di San Giovanni è la cosiddetta “Acqua di San Giovanni”, celebrata dopo il tramonto del 23 giugno. Per rispettare la tradizione, si deve utilizzare un vaso di vetro o di rame, mettendo nell'acqua dolce fiori ed erbe aromatiche raccolte dopo il tramonto e presenti nei giardini o nei parchi: iperico, malva, rosa, menta, lavanda, artemisia, salvia, rosmarino, papavero, margherita e sambuco. Il vaso va lasciato fuori dalla finestra nella notte tra il 23 e il 24 giugno per dare la possibilità ai fiori di essere bagnati dalla rugiada degli dei. Secondo la tradizione l'acqua di San Giovanni è perfetta per pulire i capelli, le mani e il viso ed è probabilmente uno dei rituali con cui ancora oggi si celebra la notte di San Giovanni.

5. Altre tradizioni legate alla notte di San Giovanni

Anche se l'acqua di San Giovanni è il rito più importante e conosciuto legato alla notte di San Giovanni, a Roma, così come in altre regioni italiane come Toscana, Calabria, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige, esistevano (ed esistono tuttora) tanti altri riti per celebrare questa antica festa contadina. Ad esempio il rito delle tre fave è utile per sapere se una ragazza si sposerà, l'aglio di San Giovanni aiuta a tenere lontani streghe e diavoli mentre bruciare il cardo è considerato di buon auspicio per le relazioni amorose. Tuttavia, i prodotti più conosciuti ancora realizzati in Italia per la notte di San Giovanni sono il liquore nocino (emiliano-romagnolo), a base di noci verdi, e l'olio di iperico, un olio essenziale medicinale tipico di molte regioni italiane.

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