Il primo novembre in Italia si celebra la festa di Ognissanti. Tra fede e folclore scopri le usanze e i dolci tipici di questa ricorrenza.
Il primo Novembre l’Italia si tinge dei colori caldi dell’autunno e si riunisce per celebrare una delle feste più sentite e tradizionali del Paese: la festa di Ognissanti.
Ognissanti è un antichissimo rituale di origine cristiana che commemora Tutti i Santi della nostra religione. La storia di questa festa si evolve fra il sacro e il profano e i rituali ad essa connessi sono moltissimi e variano di regione in regione. Una delle usanze più diffuse è la visita ai cimiteri, dove si adornano le tombe con fiori, soprattutto crisantemi, e si accendono candele. In molte località, si organizzano processioni e messe solenni in onore dei santi.
Le radici di questa festa affondano nel lontano 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV consacrò il Pantheon di Roma come chiesa in onore di Maria e di tutti i martiri. Nel corso dei secoli, la festa si è diffusa in tutta Europa e si è arricchita di significati e usanze diverse a seconda delle regioni.
Cosa si festeggia ad Ognissanti? Ognissanti è un momento per riflettere sulla vita, sulla morte e sulla spiritualità. Si celebra la comunione dei santi, cioè la partecipazione di tutti i credenti alla vita della Chiesa trionfante in cielo. È anche un'occasione per onorare i propri cari defunti e rafforzare i legami familiari.
Cosa si mangia? La festa di Ognissanti è anche un'occasione per gustare i dolci tipici della stagione. In molte regioni, si preparano le "ossa dei morti", biscotti a forma di osso ricoperti di zucchero, e le "animelle", dolcetti a base di mandorle e miele. In alcune zone, si preparano anche zuppe e minestre calde per riscaldare le giornate autunnali.
Negli ultimi anni, la festa di Ognissanti si è intrecciata con le celebrazioni di Halloween, originarie dei paesi anglosassoni mescolando il sacro al profano.
Tuttavia, in Italia prevale ancora la dimensione religiosa e familiare della ricorrenza. Ognissanti è un momento per ritrovare le proprie radici, rafforzare i legami con la comunità e celebrare la vita in tutte le sue forme.
La storia della festa di Ognissanti
Le prime tracce di questa ricorrenza risalgono al IV secolo d.C. quando l’anniversario si svolgeva in primavera (e non in autunno come ai nostri giorni). Come dice il nome stesso della celebrazione, lo scopo era ricordare i principali santi della Cristianità. Non dimentichiamo che nel calendario cristiano ogni giorno è dedicato ad un santo o un martire di questa religione; il primo di novembre, vengono festeggiati tutti.
Pare che la ricorrenza derivi dalla festa romana che commemora la trasformazione del Pantheon in chiesa dedicata alla Vergine e a tutti i martiri. Successivamente, Papa Gregorio III nel secolo ottavo d.C. scelse questa data per consacrare una cappella a San Pietro alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori".
Alcuni studi ricollegano Ognissanti alla festa celtica di “Samhain”, il capodanno celtico da cui ha avuto origine Halloween. Non a caso il giorno successivo, vale a dire il 2 novembre, in Italia si celebra la festa dei defunti, il Giorno dei Morti.
Ingresso veloce al Pantheon di Roma❯Le principali tradizioni regione per regione
La festa di Ognissanti è particolarmente sentita in tutto il territorio italiano. Durante la ricorrenza, i primi Cristiani vagavano per i villaggi chiedendo un dolce chiamato "pane d'animo", ricambiando con preghiere rivolte ai defunti del donatore. Tuttora, in ogni regione, sono presenti celebrazioni e tradizioni che risalgono persino al Medioevo. La maggior parte di questi rituali si svolge nella notte fra il 1 e il 2 novembre quando il mondo dei vivi si ricongiunge a quello dei defunti.
In Sicilia, per esempio, è convinzione che durante la notte di Ognissanti i defunti portino dolciumi o doni ai bambini che si sono comportati bene. In Basilicata, precisamente a Matera, la tradizione vuole che il giorno 1 novembre i morti scendano in città dalle colline del cimitero stringendo un cero acceso nella mano destra e che il 2 novembre le donne replichino il pianto funebre sulle tombe.
In Sardegna la tradizione di Ognissanti ha diversi nomi: Is Panixeddas, Is Animeddas, Su mortu su mortu o ancora Su Prugadoriu quando i bambini girano di casa in casa e chiedono un’offerta per i defunti. In Campania, nei quartieri popolari, si usava andare in giro con una cassetta di cartone a forma di bara, chiamata "u tavutiello".
A Roma si usava consumare un pasto nei pressi della tomba di un caro defunto, per tenergli compagnia; mentre in Abruzzo e Trentino è ancor oggi tradizione intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne. In Toscana, durante questa festività, i bambini indossano collane di mele e di caldarroste.
In Val d’Aosta, nella notte di Ognissanti si usa vegliare davanti ai fuochi e si lasciano sulla tavola delle pietanze per i morti. In Piemonte, nella Val D'Ossola, un tempo era uso lasciare le case dopo aver cenato perché venissero occupate dai defunti in visita mentre in diverse zone lombarde esiste ancora la tradizione di lasciare un vaso pieno d'acqua nella cucina di casa per dissetare i defunti venuti in visita di notte.
In Emilia Romagna, in antichità, i poveri andavano di casa in casa a chiedere la “carità di murt”, ricevendo cibo dalle persone a cui domandavano aiuto.
Alle finestre delle abitazioni del Friuli Venezia Giulia si tengono una candela accesa, una bacinella d’acqua e un pezzo di pane a disposizione dei morti.
In Trentino Alto Adige, in ultimo, si suonano le campane delle chiese per richiamare le anime dei defunti e viene lasciata loro una tavola imbandita per saziarsi.
Ricette tipiche e piatti tradizionali di Ognissanti
Ogni regione italiana ha il suo tipico dolce dei morti: dalle “ossa dei morti” lombardi (biscotti con mandorle e nocciole), alla “colva” pugliese (fatto di grano, melograno, cioccolato e noci), agli “stinchetti dei morti” umbri, alle “fave da morto” emiliane e laziali.
In Sicilia ci sono i dolci della Martorana, fatti di pasta di mandorle; "lu scacciu" (misto di frutta secca fatta di ceci tostati, semi di zucca tostati, arachidi, nocciole tostate, pistacchi); i Tetù (coperti di zucchero a velo e quelli marroni coperti di cacao) e li "ossa ri muortu" ("ossa di morto", dolcini di "pasta di miele" ricoperti di glassa bianca, duri come ossa).
In Trentino le stesse zucche usate per creare lanterne vengono convertite in deliziosi risotti mentre in Liguria, il giorno dei morti, si preparano i "bacilli" (fave secche) e i "balletti" (castagne bollite). In Molise il piatto principale sono le "sagne e jierv", tagliatelle bianche condite con la verza.
In Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia, è usanza mangiare le "Fave dei Morti", questi gustosi pasticcini alla mandorla simili agli amaretti; in Veneto, gli innamorati, per allontanare la malinconia, regalano ai propri amati un sacchetto di "Favette dei morti", come pegno d'amore eterno.
In Umbria vengono chiamati "Stinchetti dei Morti” e vengono mangiati per cercare di alleviare la tristezza per i cari che non ci sono più.
Questi dolcetti presentano diverse varianti: croccanti o morbidi, al cacao o alla vaniglia, restano fra i dolci più tipici consumanti in questi giorni.
Il "Torrone dei morti", in ultimo, è un dolce tipico preparato a Napoli: si tratta di un torrone morbido a base di cioccolato con la forma che, non a caso, ricorda una cassa da morto.
La festa di Ognissanti è una delle tradizioni religiose e culturali più importanti del nostro paese. Le celebrazioni, ognuna con la propria identità, rispecchiano il folklore delle varie regioni aprendo uno sguardo sulla nostra storia e sulle usanze dei nostri avi.
Il Torrone di Ognissanti
Il torrone di Ognissanti è un dolce tipico della tradizione campana, simbolo delle festività dei defunti. Il torrone di Ognissanti è una specialità dolciaria che affonda le sue radici nella cultura popolare campana. Preparato con cioccolato, nocciole e spesso arricchito da altri ingredienti come il miele o i canditi, questo dolce morbido e goloso viene tradizionalmente offerto in occasione della commemorazione dei defunti.
La sua preparazione, che coinvolge tutta la famiglia, è un rito che si ripete di generazione in generazione, tramandando così una tradizione antica e ricca di significato. Oltre al classico gusto al cioccolato fondente, oggi si trovano in commercio numerose varianti, dal torrone bianco, mandorlato, cioccolato fondente, al pistacchio, fino a gusti più originali come quello al caffè o al limone, soddisfacendo così i palati più esigenti.
Il termine "torrone" ha origini incerte e dibattute, ma esistono diverse teorie sull'etimologia di questa parola:
• Derivazione araba: Una delle ipotesi più accreditate fa risalire il termine "torrone" alla parola araba "turun", che significa "zucchero". Questa teoria si basa sul fatto che la produzione del torrone, così come la lavorazione dello zucchero, ha origini orientali e si è diffusa in Europa attraverso gli Arabi.
• Derivazione latina: Un'altra teoria collega il termine "torrone" al latino "torrere", che significa "arrostire". Questa ipotesi si riferisce al processo di tostatura delle mandorle e degli altri ingredienti che compongono il torrone, un passaggio fondamentale per la realizzazione di questo dolce.
• Riferimento alla forma: La forma allungata e rettangolare del torrone ricorda quella di una piccola bara, motivo per cui in alcune regioni viene chiamato anche "murticciello", che significa "piccolo morto" in napoletano.
• Simbolismo: Il torrone, come altri dolci offerti in occasione della commemorazione dei defunti, rappresenta un omaggio ai cari scomparsi e un modo per "allietare" il loro viaggio nell'aldilà.
Il Ponte di Ognissanti: una vacanza tra l’estate e il Natale
Il primo novembre segna l'inizio di un periodo di transizione, un ponte tra l'estate che volge al termine e l'atmosfera natalizia che si avvicina. Dal 31 di ottobre, la festa di Halloween, festa pagana ma celebrata ormai in tutto il mondo, fino al 2 novembre, il giorno dei morti, ci sono giorni di festa in cui non si lavora. Questo lungo weekend rappresenta un'occasione unica per staccare la spina dalla routine quotidiana e concedersi un momento di relax e svago, magari facendo una bella vacanza.
Tra le foglie che cambiano colore e le prime luci dell'autunno, il Ponte di Ognissanti offre un'atmosfera suggestiva e invitante, perfetta per esplorare nuovi luoghi, immergersi nella natura o semplicemente godersi la compagnia dei propri cari.
Il ponte quest’anno capita tra venerdì e domenica, il che vuol dire che per chi può, sarà un weekend lungo da venerdì 1 Novembre a domenica 3 Novembre, con 3 giorni pieni a disposizione per godersi un po’ di relax a metà tra le ferie estive e le vacanze natalizie. Se non hai ancora idee su come trascorrere il Ponte di Ognissanti, ti consigliamo noi, ecco alcuni consigli e idee per il Ponte di Ognissanti.
Prenditi il tuo tempo e decidi dove trascorrere il tuo weekend di Ognissanti, magari tra alcune delle grandi città d’Italia come Venezia, Firenze, Roma o Napoli, oppure scegli la località che fa per te!
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