Lo avrete sicuramente visto sbucare fiero e imponente tra le strade di Palermo. Ma chi è quell'uomo barbuto col serpente?
C’era una volta un valoroso condottiero temuto da tutti per la sua abilità politica e militare. Siamo in epoca romana, quando il potere di Scipione l’Africano, reduce dalla clamorosa vittoria su Annibale durante la seconda guerra punica, imperversava su tutta la Sicilia.
Si dice che fu Scipione a donare alla città di Palermo, alleata nelle guerre contro Cartagine, una statua che ne rappresentasse il genius loci. Imponente e vigoroso, indossa una corona e stringe a sé un serpente. Rimane solo da chiedersi: chi è costui e cosa rappresenta?
Chi è il Genio di Palermo?
Molte sono le ipotesi circa l'interpretazione del Genio di Palermo. Una delle più accreditate lo identifica come simbolo della città stessa. Il serpente incarnerebbe proprio Scipione, qui a simboleggiare i Romani tutti, che dalla città vennero aiutati anche a costo di dure perdite nel conflitto contro Cartagine.
Nei secoli, questa figura ha rappresentato, e rappresenta ancora, una sorta di protettore laico di Palermo, tanto da essere spesso associata a quella della patrona cittadina, santa Rosalia.
Le raffigurazioni più importanti sono otto, sparse per tutta la città: scopritele con noi. Ecco alcuni dei luoghi più significativi di Palermo in cui trovarle.
Il Genio di Piazza Rivoluzione
Nel cuore della movida palermitana, al centro di Piazza Rivoluzione, circondata da pub e altri luoghi di ritrovo, sorge una delle più grandi rappresentazioni scultoree del Genio.
Posta al centro di una fontana, questa scultura è un simbolo della storia di Palermo. È infatti attorno ad essa che i cittadini si riunivano per protestare contro il governo borbonico durante i moti risorgimentali. Lo stesso nome della piazza che la ospita è un omaggio agli eventi di quegli anni, in cui il Genio divenne un emblema di lotta e libertà. Il governo borbonico arrivò addirittura a rimuovere la statua, che tornò al suo posto soltanto con l'arrivo di Garibaldi nel 1860.
Il Genio del Porto
La più antica rappresentazione, il cosiddetto Genio del Porto, risale al XVI secolo. Si trova in Via Emerico Amari, vicino all’ingresso del porto. Per vederla, puntate la statua dell'aquila reale: l'altorilievo raffigurante il Genio si trova incastonato nel basamento che la sorregge.
Photo credit: Fabrice de Nola - Own work, CC BY-SA 3.0
Genio della Vucciria
Mercato di giorno, punto nevralgico per la vita notturna la sera, il quartiere della Vucciria nasconde una piccola edicola in Vicolo Paterna recentemente restaurata con una statua del Genio di Palermo.
Il Genio della Vucciria è un omaggio dei mercanti -- perlopiù genovesi, amalfitani, catalani e pisani -- alla città nella quale trovarono dimora e affari. La statua in marmo di Carrara risale al XV secolo e in origine adornava una fontana nella piazzetta del Garraffo. L'attuale ubicazione in una nicchia in muratura risale al '600, quando la fontana venne smantellata e la statua spostata nella nuova postazione, sempre nella medesima piazza.
Il Genio di Palazzo Isnello
Delle otto più importanti, l'unica rappresentazione pittorica si trova nella suggestiva cornice di Palazzo Isnello, in Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da Piazza Pretoria.
Il luogo in cui ammirare il Genio di Palazzo Isnello è il magnifico salone da ballo della residenza settecentesca. Qui, al centro de l'Apoteosi di Palermo, affresco di Vito D'Anna capolavoro del rococò siciliano, campeggia proprio la figura che stiamo imparando a conoscere e riconoscere: un volto anziano, barba folta, corona in capo e l' inseparabile serpente.
Il Genio di Palazzo Pretorio
Questa statua, portata alla luce nel 1596, adesso è esposta nel cuore del centro storico della città, in uno dei luoghi più conosciuti, nonché sede rappresentativa del Comune di Palermo: Palazzo Pretorio.
Soprannominato dai siciliani Palermu u Nicu (Palermo il piccolo), il Genio di Palazzo Pretorio è un gruppo scultoreo posizionato sulla scalinata monumentale all'interno del palazzo. Si compone di una colonna centrale sovrastata dalla statua del Genio e da due figure laterali, due paggi, ciascuno con uno scudo raffigurante il simbolo di Palermo.
Il Genio di Villa Giulia
Realizzata nel 1778, è forse il corpo scultoreo più imponente, situato nell'elegante cornice di Villa Giulia, a due passi dall'Orto Botanico.
L'opera settecentesca di Ignazio Marabitti abbellisce una raffinata fontana e rimanda per certi versi alla raffigurazione del Genio fatta da Vito D'Anna nel suo affresco di Palazzo Isnello. In questo caso, alla vigorosa figura abbigliata con un'armatura romana si accompagna un'aquila, simbolo di Palermo, un cane dormiente, a simboleggiare la fedeltà, e una cornucopia, indice di abbondanza.
Photo credit: Giuseppe ME - Own work, CC BY-SA 3.0
Il Mosaico nella Cappella Palatina
Una delle opere più recenti, risalente al XIX secolo, si trova all'ingresso della Cappella Palatina, uno dei luoghi più importanti del Patrimonio dell'Unesco in Sicilia.
Descritta da Guy de Maupassant come "la più bella che esista al mondo", la Cappella Palatina di Palermo è una raffinatissima struttura bizantino-normanna del 1140 inserita nel complesso del Palazzo dei Normanni. Il pannello raffigurante il Genio si trova sulla porta d'ingresso della cappella e venne realizzato da Pietro Casamassima su commissione di Ferdinando I di Borbone (che è anche ritratto nell'opera assieme alla moglie Maria Carolina).
Il Genio di Villagrazia
È la raffigurazione più lontana è più difficile da scovare. Risale alla fine del XVII secolo e si trova all'esterno di Villa Fernandez, nel quartiere di Villagrazia.
Un vero e proprio tesoro nascosto, tant'è che trovarlo richiederà un po' di impegno e spirito di esplorazione, ma il fascino di quest'opera antica e misteriosa risiede in parte anche nel suo essere così schiva, un segreto tanto ben custodito da essere stato quasi dimenticato.
Il rilievo in marmo è ormai annerito ma noterete la forte somiglianza con il Genio del Porto (ricordate? Ve ne abbiamo parlato qualche riga più su). L'opera si trova su di un muro dall'aspetto malconcio all'esterno della villa nobiliare seicentesca: trovarlo sarà una vera sorpresa.