La tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. distrusse un’intera civiltà oltre che la città di Pompei. Ma dalla distruzione totale è nato il parco archeologico per celebrare e ricordare la straordinarietà di quell’evento che ancora oggi ci restituisce le vittime. L’ultima scoperta di novembre 2020 sono due corpi ancora intatti morti probabilmente il secondo giorno dell’eruzione.
Il luogo e i protagonisti del ritrovamento
Luogo della scoperta è la Civita Giuliana, una villa ricchissima di epoca augustea con saloni e terrazze che si affacciavano sul mare. Proprio lì nel 2017 si trovarono tre cavalli di razza, uno addirittura con la sella pronto per l’uscita imminente del suo padrone. Quella villa molto probabilmente apparteneva alla famiglia dei Mummii, prestigiosa famiglia romana di epoca imperiale.
I due corpi sarebbero morti tre le ore 9.00 e le ore 10.00 del secondo giorno dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. sotto il porticato della villa, dove stavano cercando riparo. Non si sa chi fossero ma dalle analisi conosciamo la loro età; c’è un giovane tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri che era uno schiavo poiché presenta delle vertebre schiacciate dovute ai lavori pesanti. Accanto il suo padrone, un uomo tra i 30 e 40 anni, alto 1,62 metri che si stava proteggendo con una coperta di lana dai lapilli.
Se il ceto sociale li divideva la tragica fine li ha uniti.
La tecnica dei caclhi di gesso
Gli scavi attuali, interamente finanziati dal Parco di Pompei con 1 Milione di euro, avvengono in collaborazione tra la Procura di Torre Annunziata e i carabinieri per bloccare l’operato dei tombaroli.
La scoperta è stata possibile grazie all’antica tecnica dei calchi di gesso ideata nella seconda metà dell’800 da Giuseppe Fiorelli; il metodo prevede una colata di gesso liquido nella cavità lasciate dai corpi che si sono decomposti. Quando il gesso si è solidificato, il terreno circostante è rimosso per portare alla luce la forma ottenuta.
Tale tecnica permette di catturare perfettamente le forme, i lineamenti, le vene pulsanti e persino le pieghe ed i panneggi degli indumenti.
“Questa scoperta straordinaria dimostra che Pompei è importante nel mondo non soltanto per il grandissimo numero di turisti – dichiara il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini – ma perché è un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione. Sono ancora più di venti gli ettari da scavare, un grande lavoro per gli archeologici di oggi e del futuro”.