
Il luogo e i protagonisti del ritrovamento

I due corpi sarebbero morti tre le ore 9.00 e le ore 10.00 del secondo giorno dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. sotto il porticato della villa, dove stavano cercando riparo. Non si sa chi fossero ma dalle analisi conosciamo la loro età; c’è un giovane tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri che era uno schiavo poiché presenta delle vertebre schiacciate dovute ai lavori pesanti. Accanto il suo padrone, un uomo tra i 30 e 40 anni, alto 1,62 metri che si stava proteggendo con una coperta di lana dai lapilli.
Se il ceto sociale li divideva la tragica fine li ha uniti.
La tecnica dei caclhi di gesso

La scoperta è stata possibile grazie all’antica tecnica dei calchi di gesso ideata nella seconda metà dell’800 da Giuseppe Fiorelli; il metodo prevede una colata di gesso liquido nella cavità lasciate dai corpi che si sono decomposti. Quando il gesso si è solidificato, il terreno circostante è rimosso per portare alla luce la forma ottenuta.
Tale tecnica permette di catturare perfettamente le forme, i lineamenti, le vene pulsanti e persino le pieghe ed i panneggi degli indumenti.
“Questa scoperta straordinaria dimostra che Pompei è importante nel mondo non soltanto per il grandissimo numero di turisti – dichiara il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini – ma perché è un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione. Sono ancora più di venti gli ettari da scavare, un grande lavoro per gli archeologici di oggi e del futuro”.
L'autore
Scritto il 28/11/2020
Eleonora Monaco
Eleonora Monaco, web editor. 100% siciliana. Amo l'arte, la cultura e camminare in giro per le città come se fossi una turista; bisogna sempre essere curiosi e stupirsi delle piccole cose e dei particolari che rendono unici. Parlo Inglese, francese e spagnolo (siciliano ovviamente).