Abbazia di Santa Cecilia della Croara: scopri un luogo segreto dove regnano pace e bellezza nel cuore della natura bolognese.
L’Abbazia di Santa Cecilia della Croara di San Lazzaro di Savena, antico monastero benedettino nel cuore di una regione già ricca di siti Patrimonio UNESCO, è un luogo di pace e bellezza dal fascino senza tempo.
Un po’ fuori dai radar ma comunque facilmente raggiungibile, vale la pena fare una deviazione per scovarlo tra i dolci paesaggi bolognesi. Ecco perché.
Abbazia di Santa Cecilia della Croara, Patrimonio UNESCO in Emilia Romagna
Si trova a pochi chilometri di distanza da Bologna ed è stata proclamata Monumento Testimone di una Cultura di Pace dall’UNESCO nel 2005. L’Abbazia di Santa Cecilia della Croara è un gioiellino nascosto tra le colline di San Lazzaro di Savena.
Un insieme di edifici — la chiesa, il chiostro, l'ex convento, il campanile e un piccolo cimitero — compone questo luogo che, sebbene inevitabilmente segnato dal tempo, resta ammantato di un’atmosfera mistica e solenne.
Nonostante non si conosca con esattezza la data di costruzione, è certo che il complesso esistesse già nel XII secolo, poiché se ne ha traccia in un documento ufficiale del 14 novembre 1095.
È probabile che l’Abbazia della Croara sia stata edificata sui resti di un’antica domus romana, ancora oggi visibile all’interno del chiostro. Chiostro che in estate si fa teatro di concerti e spettacoli all’aperto, eventi culturali che pervadono uno spazio da sempre devoto alla bellezza. Da qui, tra l’altro, si gode di un incantevole panorama su Bologna e i suoi colli.
All’interno, l’abbazia custodisce alcune interessanti opere di arte sacra. Non ne sono pervenute molte, ma quelle sopravvissute allo scorrere dei secoli conservano tutto il fascino eloquente ed evocativo del luogo, maestoso e austero, che le ospita.
La Via Crucis in cotto policromo risale al XVII secolo, così come la Santa Cecilia sull’altare maggiore e il dipinto raffigurante San Girolamo, entrambe opere del Mastelletta. Si contano poi il Sant’Antonio di Padova della scuola di Guido Reni e la pala d’altare raffigurante Gesù Bambino a firma del pittore bolognese Annibale Carracci.
In origine, l’abbazia era un convento benedettino punto di riferimento per la comunità locale dell’epoca nonché motore della produzione agricola della zona. Fu sempre grazie all’intuizione dei frati che anche la viticoltura subì una spinta tale da rendere il vino qui realizzato motivo di maggiori introiti per l’abbazia e segno distintivo di un territorio noto ancora oggi per la presenza di importanti case vinicole.
Esplorando i dintorni dell’Abbazia di Santa Cecilia della Croara
L’Abbazia di Santa Cecilia della Croara si trova all’interno del territorio di San Lazzaro di Savena, cittadina di pianura lungo la via Emilia, strada millenaria che ha visto passare la storia d’Italia dal 187 a.C. a oggi.
La conformazione di San Lazzaro si è definita gradualmente nel tempo. A partire dal Medioevo, è passata dall’essere un lazzaretto attorno a cui sorgevano soltanto un ospedale e un oratorio, a divenire un borgo rurale prima e, infine, una vera e propria cittadina, quasi una propaggine di Bologna.
Area costellata da interessanti architetture sia religiose che civili, con una serie di dimore nobiliari e il principesco castello Dolfi Ratta, a San Lazzaro vivono all’incirca trentamila abitanti. E un branco di dinosauri.
T-rex and friends — più di 50 modelli di animali preistorici a grandezza reale — spuntano alti, zannuti e, in alcuni casi, minacciosi nel Parco Dinosauri in Carne e Ossa e presso il Museo della Preistoria Luigi Donini. Insieme, i due poli culturali formano il più grande parco a tema in Italia.
San Lazzaro di Savena è attorniata da una natura del tutto appariscente. Scoprirla è un piacere anche per gli escursionisti più navigati. Le colline carsiche nei dintorni, parte del Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, fanno sfoggio di spettacolari cavità rocciose. La Grotta del Farneto e la Grotta della Spipola sono tra le attrazioni imperdibili, entrambe esplorabili partecipando a una visita guidata.
Nella frazione di Idice, l’Oasi fluviale del Molino Grande racchiude paesaggi lacustri e boschivi che sono l’habitat ideale per una grande quantità di uccelli.
Tanti anche i percorsi ciclabili che rendono San Lazzaro una meta attraente per gli appassionati di bici. I vari itinerari lungo le ciclovie che attraversano le colline sono ben segnalati fin dall’arrivo in stazione.
I Siti UNESCO dell’Emilia Romagna
Con l’Abbazia della Croara di San Lazzaro di Savena, un Monumento messaggero di una cultura di pace, l’Emilia Romagna conta tredici riconoscimenti UNESCO.
A cominciare da Bologna, nominata prima Città creativa per la Musica, nel 2006, e successivamente premiata per i suoi famosissimi portici, Patrimonio dell’Umanità dal 2021. Dei 62 chilometri di passaggi coperti, il sito seriale UNESCO ne include una selezione di 12 gruppi scelti tra i più rappresentativi della particolare conformazione, insieme urbana e sociale, di Bologna. Percorrerli vuol dire passeggiare lungo nove secoli di storia, tra passato e futuro.
Ravenna, la città dei mosaici, ospita otto monumenti paleocristiani e bizantini Patrimonio Unesco dal 1996: la Basilica di San Vitale, la Cappella di Sant’Andrea, la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Sant'Apollinare in Classe, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico, il Battistero degli Ariani e il Battistero Neoniano.
Ferrara, armonioso esempio di urbanistica rinascimentale, spicca per il suo centro storico, le Delizie Estensi, la rete di residenze nobiliari degli Este, e il delta del Po.
Modena, con la sua piazza Grande, la Cattedrale e la Torre Ghirlandina. Alta circa 90 metri, svetta da 1000 anni candida, luminosa e leggiadra.
La Foresta di Sasso Fratino, 800 ettari ricoperti da antichissime faggete.
La Biblioteca Malatestiana di Cesena, gioiello del XV secolo, è parte del Registro Memoria del Mondo dal 2005. Raro esempio di biblioteca umanistica rinascimentale in perfetto stato di conservazione, fu la prima biblioteca civica in Italia.
La Chiusa di Casalecchio di Reno, una grandiosa opera idraulica di epoca medievale Patrimonio messaggero di una cultura di pace a favore dei giovani dal 2010.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza conserva 60.000 opere d’arte in ceramica provenienti dalle epoche e dai luoghi più disparati, dall’Antica Mesopotamia ai giorni nostri.
Centro d’arte e sapori, Parma è Città Creativa per la Gastronomia UNESCO dal 2015. Non solo formaggi, salumi e pasta fresca. Qui hanno sede l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana e la rete di Musei del cibo.
La Riserva MAB Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano, tra Parma e Reggio Emilia. Un’area naturalistica particolarmente rigogliosa e ricca di specie animali e vegetali.
La Riserva MAB Unesco del Parco Delta del Po, un paradiso per gli amanti del birdwatching dove vivono oltre 350 specie di uccelli in un paesaggio spettacolare che alterna lagune, pinete, valli e saline.
Il corso del Fiume Po, Riserva MAB Unesco che attraversa le aree di Piacenza, Parma e Reggio Emilia scorrendo tra pioppi, boschi fluviali, spiaggette e borghi.