Scopri Bologna e il suo Patrimonio UNESCO in un viaggio virtuale ad alto contenuto di fascino.

Dotta, rossa e grassa: Bologna è una città straripante di vita, d’arte, storia e sapori. Il capoluogo della regione italiana patria dei tortellini, dei motori, del divertimento e di importanti tesori architettonici merita di essere scoperto in tutto quello che ha da offrire.

Se vuoi conoscere meglio Bologna e sapere cosa fare e vedere con alcune succose dritte da insider, ti suggeriamo la nostra guida local dedicata alla città. Qui, intanto, trovi tutto quello che c’è da sapere sul suo Patrimonio UNESCO.

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Bologna Patrimonio UNESCO: ben due riconoscimenti per la città

Bologna

L’UNESCO ha incoronato la città di Bologna per ben due volte. La prima, nel 2006, come Città Creativa per la Musica. La seconda nel 2021, quando ad essere proclamati Patrimonio Mondiale sono stati i suoi portici.

Libera, indipendente e controcorrente, Bologna è giovane, se non anagraficamente (le origini risalgono all’XI secolo a.C.) nello spirito e nelle idee di chi ci abita.

I portici di Bologna, Patrimonio UNESCO dal 2021

Portici di Bologna, Patrimonio UNESCO

Bologna e le sue icone: le torri, quella degli Asinelli e la Garisenda; la cultura gastronomica; l’università più antica d’Europa; i colli che la circondano; la musica (del rapporto con la seconda arte ne parleremo a breve qui sotto).

E poi, i portici, tra i panorami bolognesi più classici e riconoscibili. In legno, cemento, mattoni o pietra, ricoprono 62 chilometri di strade, piazze e passaggi pedonali.

L’UNESCO ne ha selezionate dodici unità, dodici gruppi di portici, sia centrali che periferici, che insieme contribuiscono a esprimere “l’identità urbana di Bologna”. Già, perché immaginare il capoluogo dell’Emilia Romagna senza le sue architetture-emblema è impresa praticamente impossibile. 

Gli edifici porticati inclusi nella proprietà Patrimonio Mondiale disegnano un percorso ideale attraverso il tempo e la storia e ammantano di fascino un centro storico incredibilmente ricco. 

Non si tratta di un unico passaggio coperto globale, quanto piuttosto di un insieme sparpagliato, eppure idealmente continuativo, di strutture private storicamente utilizzate ad uso pubblico. 

Ciascuno, con le proprie funzioni e peculiarità, scandisce da secoli la vita sociale dei bolognesi, che hanno il privilegio di godersela (quasi) sempre all’asciutto! 

A rendere Bologna una delle città porticate più famose d’Italia e del mondo è l’unicità di questi suoi caratteristici spazi coperti, specchio di uno stile di vita sociale sempre attivo, a prescindere dal clima e dalle stagioni.

Qui, questo elemento urbanistico diffuso un po’ ovunque nel mondo è particolarmente “completo” per tipologia, funzioni e epoche d'origine. Basti pensare che alcuni dei portici più antichi conservano ancora l'originale struttura in legno. Una vera rarità. 

Più di un semplice modello architettonico, i portici bolognesi rappresentano un tipo di socialità viva e frizzante, un luogo di incontro e scambio, di chiacchiere e affari che invade tutto senza troppi convenevoli, dagli ambienti religiosi a quelli civici o privati. 

La storia dei portici di Bologna

La Storia dei portici di Bologna

Ma qual è la storia dei portici di Bologna? Tutto ebbe inizio nel Medioevo, quando l’aumento della popolazione rese necessario l’incremento, in principio spontaneo e abusivo, di nuove unità abitative. Sempre più persone, infatti, si riversarono in città, tra chi gravitava intorno alla prestigiosa Università e chi invece abbandonava le campagne.

E cosa fecero gli ingegnosi bolognesi per venire incontro al numero crescente di nuovi abitanti? Ampliarono i piani alti degli edifici proiettandoli verso l’esterno. Le strutture così ottenute erano sorrette da una serie di travi di legno appoggiate lungo le strade. In questo modo, presero vita inattesi ambienti “ibridi”, corridoi urbani in parte privati e in parte pubblici. 

La pratica, dettata dalla necessità, divenne prassi e nel XIII secolo il Comune di Bologna stabilì l’obbligo di realizzare un portico per ogni abitazione, non solo per le nuove costruzioni ma anche per quelle già esistenti. 

Secondo le direttive dell’epoca, altezza e larghezza dei portici dovevano essere adeguati a consentire un passaggio agevole a quanti li attraversassero a cavallo. 

Per quanto concerne i materiali adoperati nella costruzione dei nuovi spazi porticati, mentre in un primo momento fu il legno a essere maggiormente impiegato, a partire dal XVI secolo prese sempre più piede l’utilizzo di laterizio e pietra. 

I portici Patrimonio UNESCO più belli di Bologna

I portici Patrimonio UNESCO più belli di Bologna

Se sei arrivato a leggere fin qui, caro lettore, una cosa ti sarà ormai chiara: se a Bologna scordi l’ombrello, non è poi un gran problema. 

Ma quali sono i portici più belli di Bologna, sotto cui passeggiare in barba al meteo avvolti in un’atmosfera irresistibilmente fresca e vivacissima? 

Cominciamo da quello dei record, il più lungo al mondo. Con 3.796 metri di lunghezza, 664 archi e 15 cappelle, il portico di San Luca è una sfida per gli sportivi che abitualmente percorrono di corsa le sue scalinate fino al Santuario della Madonna di San Luca, a 270 metri d’altezza. 

Abbandoniamo la maestosità per dimensioni decisamente più raccolte: in via Senzanome potrai rintracciare il portico più stretto di Bologna, solo 95 centimetri di larghezza. Al contrario, trovi il più largo, il portico della basilica di Santa Maria dei Servi, in strada Maggiore. Il più alto? Al palazzo dell’Arcidiocesi, circa 10 metri di sobria teatralità. 

Tra tutti i portici bolognesi, i più antichi, in legno, restano probabilmente quelli che esercitano il fascino maggiore. In centro ce ne sono otto. Tu presta particolare attenzione a quello di Corte Isolani, in strada Maggiore. E se incontrerai gruppi di persone col naso all’insù, non ti stupire: sono tutte alla ricerca di tre misteriose frecce conficcate nel soffitto. Riesci a vedere dove sono?

Spostati in via Farini, sempre con lo sguardo verso l’alto, ma stavolta per ammirare le volte, splendidamente affrescate, del palazzo della Banca d’Italia.

A seguire, troverai nelle vicinanze il portico per eccellenza di Bologna, il Pavaglione, un lungo susseguirsi di archi, volte e colonne che attraversa palazzi ed edifici pregni della storia cittadina. Come il complesso dell’Archiginnasio, sede dell’antica università.

Bologna, Città Creativa per la Musica UNESCO dal 2006

Dal 2006, Bologna è Città Creativa della Musica, un riconoscimento UNESCO che celebra e omaggia la lunga e prestigiosa tradizione musicale cittadina.

La musica è in effetti uno dei pilastri dell’identità bolognese, il filo rosso che ne attraversa la storia e che unisce epoche e tradizioni differenti in un costante e sempre movimentato fermento culturale in continuo rinnovamento.

Un aspetto così radicato nel tessuto locale si rispecchia, come prevedibile, nelle tante istituzioni qui ospitate: il Teatro Comunale, la Biblioteca e il Museo Internazionale della Musica, il Conservatorio Giovanni Battista Martini, l'Accademia Filarmonica.

A tutto ciò si aggiungono le iniziative di respiro internazionale, festival e concerti, che abbracciano un’ampia varietà di generi, dalla musica classica alle sonorità più contemporanee, e che rendono Bologna un centro musicale davvero di prim’ordine.

Per capire come e quanto la musica sia intrecciata alla storia di Bologna, ti consigliamo di intraprendere un itinerario “melodioso” sulle orme lasciate da musicisti e compositori (da Mozart a Toscanini, da Rossini a Verdi) nel corso dei secoli.

Così facendo, toccherai tappe dal grande appeal e scoprirai uno dei volti più caratterizzanti di Bologna. Qualche suggerimento per il tuo tour te lo diamo subito.

Anzitutto, l’oratorio di San Colombano. Questo antico complesso monastico del VII secolo, oggi sconsacrato, custodisce una folta raccolta di preziosi strumenti musicali, la Collezione Tagliavini.

La sala dello Stabat Mater è un’altra delle location da visitare. Il 18 marzo 1842 Gaetano Donizetti vi diresse per la prima volta la celebre composizione di Gioachino Rossini. La sala, riccamente decorata, si trova all’interno dell’Archiginnasio. 

Per ultimo, ti consigliamo un passaggio alla basilica di San Petronio: la chiesa più grande di Bologna custodisce i due organi più antichi d’Italia, risalenti ai secoli XV e XVI.

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