La Reggia di Caserta è stata il cuore pulsante del Regno di Napoli ed è oggi uno dei luoghi imperdibili da visitare in Italia. Scopri le curiosità di questo patrimonio UNESCO attraverso il nostro articolo!
Nel 1751, il Re di Napoli Carlo di Borbone commissionò la costruzione di una reggia che potesse reggere il confronto con quella francese di Versailles. Proprio come quest’ultima, l’ambizioso progetto fu pensato per essere edificato in una posizione strategica. Ad appena 20 km dalla capitale del Regno, le pianure casertane sembrarono il luogo più adatto per erigere una maestosa struttura che, se ubicata a Napoli, sarebbe stato difficile difendere dal mare.
Così, dalla mente brillante dell’architetto partenopeo Luigi Vanvitelli, nacque la residenza reale più grande al mondo. Con un'estensione complessiva di circa 47.000 mq, la Reggia di Caserta non solo ha potuto reggere il confronto, ma ha addirittura sfidato e superato quella di Versailles in quanto a magnificenza e imponenza.
Morto nel 1773, Vanvitelli non riuscì mai a vedere la sua opera completata. I lavori furono proseguiti dal figlio Carlo e ultimati definitivamente nel 1845, dopo quasi cento anni di gestazione.
Trionfo del Barocco italiano
Dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 1997, la Reggia di Caserta ha poi ottenuto anche l’autonomia speciale dal ministero per i Beni e le Attività culturali nel 2016.
Vero e proprio complesso monumentale, la Versailles italiana si innalza per ben cinque piani, raggiungendo un'altezza di 36 m. Una cupola centrale corona l’intera struttura, nei cui spazi interni si contano ben 1200 stanze e 34 scalinate.
All’interno delle imponenti e numerose sale, un continuo susseguirsi di bassorilievi, affreschi e sculture stupiscono gli occhi dei visitatori. Adibita alla ricezione di personalità di spicco e all’organizzazione di fastosi balli di corte, la Sala del Trono è il più grande appartamento all’interno della Reggia.
Non solo le sale interne, ma anche i percorsi esterni destano meraviglia. Lo scalone d’onore lascia a dir poco senza fiato. Attraverso uno strabiliante effetto scenografico, questa zona collega i vestiboli inferiore e superiore, da dove poi si accede agli appartamenti reali e alla cappella palatina. Due grandi leoni in marmo fiancheggiano le scale, al fondo delle quali si ergono le tre statue della Maestà Regia, del Merito e della Verità. Una volta giunti in fondo, altre due grandi scale laterali accompagnano il visitatore ad un’altezza di 37 metri, da dove la visione prende tutta un’altra prospettiva e permette di ammirare in pieno la magnificenza della grande opera Vanvitelliana.
Al tempo, la maestosità dell’opera architettonica fu tale da diventare fonte di ispirazione per la costruzione dei grandi scaloni mondiali successivi.
Al culmine della scalinata, un’enorme cupola frutto di un’audacia costruttiva senza precedenti cattura l’occhio del visitatore. Decorata con un dipinto di Gerolamo Starace raffigurante “La reggia di Apollo”, al suo interno vi è un oculo centrale seminascosto dove si collocava un’orchestra apparentemente invisibile che suonava ogni volta che il Re saliva lo Scalone. L’effetto che si può immaginare è quello di una vera e propria magia.
Prima di accedere agli spazi interni e, quindi, agli appartamenti reali e alla cappella palatina, vi è il Vestibolo superiore. Dall’aspetto simile ad un tempio, questa struttura dalla forma ottagonale, ricca di ornamenti e spettacolari costruzioni in marmo, è quasi un tutt’uno con lo scalone. Non ci sono, infatti, spazi che separino le due zone.
La Cappella Palatina, la Pinacoteca, la Biblioteca e il Teatro di Corte
Progettata dal Vanvitelli in ogni singolo dettaglio - dalle decorazioni all’architettura - , la Cappella Palatina è forse l'ambiente che più presenta un’analogia con il modello di Versailles. Situata accanto all’ingresso agli Appartamenti Reali, la struttura è composta da un’unica navata fiancheggiata da due passaggi laterali che conducono al Museo degli Arredi Sacri, dove sono conservati pregiati manufatti e dipinti. Durante la seconda Guerra Mondiale, la Cappella fu bombardata e gravemente danneggiata. Nonostante una grandiosa opera di restauro, molte sono le bellezze andate perse.
Una serie di stanze collegate tra di loro forma la Pinacoteca della Reggia, allestita per accogliere e mostrare i numerosi dipinti che documentano le scelte culturali e artistiche della famiglia reale committente. Le prime sale sono dedicate ai “Fasti Farnesiani”, dipinti pervenuti alla famiglia Borbone dalla collezione Farnese. Nelle seguenti sale, vi sono i dipinti dedicati ai Borbone di Napoli e alle loro parentele con i Borbone di Spagna e Francia. Un’ultima sala è dedicata ai dipinti di nature morte e paesaggi.
Lungo il lato orientale della Reggia, poi, vi è l’incantevole Biblioteca Palatina voluta dalla regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, consorte di re Ferdinando IV di Borbone e donna di grande cultura. Finemente decorata da affreschi raffiguranti i segni zodiacali e le costellazioni, la Biblioteca è composta da due anticamere e tre sale che accolgono una vasta raccolta di libri antichi. Tra i suoi quattordicimila volumi, la Dichiarazione dei disegni del Real Palazzo di Caserta di Luigi Vanvitelli. Molti sono anche gli oggetti di interesse scientifico posti al centro delle sale, come il cannocchiale, i barometri e globi. Dalla terza sala della Biblioteca si accede alla Sala Ellittica, dove è esposto il presepe borbonico. Presumibilmente, è da questa grande passione della famiglia reale che è scaturita la rinota affezione napoletana per l’allestimento della Natività.
Nella zona occidentale della Reggia, invece, vi è un’incantevole riproduzione del Teatro San Carlo in miniatura. Progettato a lavori già cominciati, il Teatro di Corte era stato pensato ad uso esclusivo dei reali. La forma è una classica ferro di cavallo, circondata da cinque ordini di palchi. La genialità Vanvitelliana sta nell’aver dotato il palcoscenico di un portale che affaccia sul Parco, creando una suggestiva scenografia naturale.
Il parco, l’acquedotto Carolino e il Complesso di San Leucio
Parte integrante del progetto presentato da Vanvitelli, il Parco della Reggia è di una bellezza e maestosità che lasciano a bocca aperta.
Composto da vasti prati, aiuole squadrate ed enormi fontane che presentano un trionfo di giochi d'acqua, il parco è un tipico esempio di giardino all'italiana del XVIII secolo.
I visitatori si trovano di fronte ad un lunghissimo asse centrale composta da immense vasche d’acqua, cascate, fontane e gruppi scultorei fiancheggiati da una graziosa distesa di verde. Il culmine dell’asse è visibile in estrema lontananza, dove è ubicata la Grande Cascata circondata da boschetti disposti in modo da creare una scenografia naturale. Il risultato è un effetto visivo di grande impatto.
Il parco si estende fino alla sommità della collina antistante il palazzo, da dove si può accedere a un giardino dall’aspetto quasi fiabesco. Fortemente voluto dalla regina Maria Carolina d'Austria, il Giardino all’Inglese ospita una cospicua varietà botanica esotica che fa da cornice ad una gradevole passeggiata.
Situata in una zona appartata rispetto al Giardino all’Inglese e alla Reggia, vi è poi un’oasi paradisiaca, costruita – anche questa – su desiderio della regina. Il Bagno di Venere, un luogo di raro splendore, quasi incantato, ospita una statua della dea della bellezza incorniciata da varie specie di piante e da un piccolo tempio.
L’ambizioso progetto della reggia e del parco richiedevano un approvvigionamento idrico importante. Per questo motivo, re Carlo di Borbone commissionò a Vanvitelli la costruzione di una prodigiosa opera di ingegneria idraulica. L’architetto partenopeo, quindi, inserì nel progetto stesso della Reggia anche quello per un acquedotto che potesse assicurare alla nuova residenza, al parco e alle fontane il necessario rifornimento idrico. Con i suoi 38 km di lunghezza, l’Acquedotto Carolino è stato inserito – insieme alla Reggia stessa – nella World Heritage List dell’UNESCO ed è ancora oggi considerato una delle opere più importanti realizzate dalla famiglia nobiliare dei Borbone.
A nord-est della reggia, sorge la collina di San Leucio. Per questa zona, Carlo di Borbone commissionò la costruzione di un luogo di svago, il Complesso Monumentale del Belvedere, circondato da fitti boschi dove il re amava andare a caccia. In seguito, re Ferdinando sognava di trasformarlo in un luogo dove dare vita ad una comunità autonoma di lavoratori, un’utopica Ferdinandopoli. Tra gli edifici più importanti del complesso, il Casino del Belvedere dove vi fu installata una fabbrica della seta – oggi sede del Museo della Seta – intorno alla quale sorse un borgo industriale con tutti gli aspetti di una cittadina ideale. Da questa posizione strategica, infine, è possibile ammirare la reggia in tutto il suo splendore. Ecco perché il complesso è conosciuto anche come Belvedere San Leucio.
3 curiosità sulla Reggia
Perché è patrimonio UNESCO?
Dal sito ufficiale dell'UNESCO si possono apprendere i criteri per i quali la maestosa opera si è meritata un posto nell’ambita lista dei World Heritage. Di seguito ve ne sono indicati alcuni:
-L’intero complesso è una manifestazione dello spirito illuminista, con le sue costruzioni di edifici architettonici di grande valore e perfettamente inseriti nel paesaggio naturale;
- Il complesso settecentesco composto dal Palazzo Reale di Caserta, il suo parco, l'Acquedotto Carolino e il Belvedere di San Leucio rappresenta un’importante testimonianza dell'interscambio di valori umani. Il progetto originario per una nuova città ambiziosa designano un concetto innovativo di pianificazione urbanistica;
- Il sito rappresenta per la comunità locale il simbolo di un periodo storico di sviluppo della regione e, per questo, gode di integrità socio-funzionale;
-L'Acquedotto Carolino ha preservato nel tempo la sua originaria utilità, servendo le proprietà reali e le aree circostanti;
-Nonostante le diverse opere di restauro resesi necessarie nel tempo, l'intero complesso presenta ancora il suo aspetto originale nel pieno rispetto dei progetti di Luigi Vanvitelli. Dunque, il livello di autenticità di tutti gli spazi eretti resta elevato.
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