La falconeria è l’arte e la pratica di addestrare e far volare uccelli rapaci per cacciare animali nel loro stato naturale. In principio era un metodo per procacciare cibo, poi la pratica della falconeria si è evoluta rafforzando il legame con la conservazione della natura, il patrimonio culturale e l’impegno sociale all’interno della comunità.

La Falconeria: un Patrimonio Umano Vivente

La Falconeria: un Patrimonio Umano Vivente

L’Arte della Falconeria è praticata in più di 60 paesi nel mondo. In ogni paese ci sono diversi elementi ricorrenti ma anche tante peculiarità. Un punto fermo però è l’inscindibile rapporto dell’uomo con la natura, infatti, il rapporto fra essere umano e rapace, nel contesto della falconeria è veramente unico!

Il falco non è mai stata una specie addomesticata dall’uomo e non si può nemmeno addestrare con metodi di coercizione, quindi vi deve essere un rapporto di fiducia, rispetto e parità. Per tutte le culture, il falco è un prolungamento dell’uomo: i suoi occhi vanno oltre, dove l’uomo non può arrivare.

Proprio questo legame così forte, questo restare ancorati al passato ma nello stesso tempo guardare ad un futuro migliore hanno fatto sì l’UNESCO iscrivesse la falconeria nella sua Lista di Patrimonio Culturale Immateriale, con la speciale dicitura di “Patrimonio Umano Vivente”.

A tal riguardo, il 1° dicembre 2016 rappresenta una data storica per l’Italia. Durante il XI Comitato Intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, svoltosi nella città di Addis Abeda (Etiopia), la falconeria italiana viene riconosciuta ufficialmente come “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”, aggiungendosi alla lista che ad oggi conta ben 18 paesi: Italia, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria, Mongolia, Kazakistan, Pakistan, Marocco, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Siria, Arabia Saudita e Corea.


Le origini della falconeria

Le origini della falconeria

Le origini della falconeria sono alquanto incerte: non si sa né da dove viene né quando fu inventata. Sicuramente la sua esistenza è millenaria e in moltissime regioni del mondo si sono trovate sue tracce, fra queste: Mongolia, Mesopotamia, Cina, Persia, Giappone ed Arabia.

Ad oggi gli scienziati sono arrivati alla conclusione che molto probabilmente la falconeria sia apparsa circa 4-5000 anni fa nelle steppe dell’Asia Centrale, quindi in un’area compresa fra la Cina e la Mongolia.

Lo sviluppo della falconeria in Europa avviene a partire dalle Invasioni Barbariche. In particolare, in Italia la vediamo espandersi in un primo momento al Nord con la conquista da parte dei Popoli germanici. Nel XIII secolo l’arte della falconeria inizia ad essere conosciuta anche al Sud con l’arrivo dei falconieri arabi, giunti alla Corte Normanna dell’Imperatore Federico II. Fino a poi essere utilizzata dalla Repubblica di Venezia come mezzo per rimanere in contatto con l’Asia e l’estremo Oriente.


La Falconeria in Italia: dalle origini ad oggi

In Italia, l’arte della falconeria è inestricabilmente legata alla figura dell’Imperatore Federico II che nel 1240 scrisse il famoso trattato di falconeria: De arte venandi cum avibus. Questo trattato è di straordinaria importanza, sia sul piano tecnico, che da una prospettiva storica, e riflette la grande passione dell’imperatore per la falconeria.

Durante il Rinascimento, in Italia la falconeria raggiunge il suo momento di massimo splendore presso le corti degli Sforza, degli Este e dei Gonzaga, dove venivano organizzate spettacolari cacce che divennero oggetto di pettegolezzi e invidia in tutte le altre corti europee. A Milano divenne celebre l’episodio di Ludovico il Moro che si narra non avesse esitato a pagare 50 monete d’oro, oltre ad una preziosa collana, una costosa corazza e due cavalle bianche, in cambio di un falco pellegrino.

A Mantova, Federico e suo figlio Francesco II, dedicarono grande impegno e risorse personali per la falconeria. Allestirono importanti falconerie nel territorio mantovano a Revere, Marmirolo e Gonzaga.

Nel 1700 si assiste ad un progressivo e rapido declino della falconeria in Italia. Diversi sono i fattori che hanno portato nel nostro Paese a questo fenomeno fino alla totale scomparsa di questa antica arte. Da una parte vi fu la diffusione delle armi da fuoco, che assicuravano in modo più rapido e sicuro l’approvvigionamento delle risorse alimentari, e l’avvento della rivoluzione industriale. Dall’altra, con il disintegrarsi dell’aristocrazia, si interruppe la trasmissione delle conoscenze riguardanti la falconeria, spesso detenute da nobili e principi.

La rinascita e l’interesse per la falconeria in Italia avviene nel ventesimo secolo, grazie al Dottor Nastuzio e ai suoi contatti con l’Inghilterra, dove la pratica non si era mai interrotta. In questo periodo vengono anche pubblicati due libri sull’argomento che permettono ad un numero maggiore di persone di accedere alle informazioni su quest’arte. Ad un allievo di Nasturzio, il farmacista Ernesto Cappaloni si deve la nascita dello stile di falconeria “italiano”, anche detto “alla Cappaloni”: un nuovo stile di volo o di addestramento, nonché una differente “filosofia” di intraprendere la falconeria.

Dopo Cappaloni e i suoi discepoli, che diedero ufficialmente vita allo “Stile Italiano” di falconeria, in Italia sono nate diverse associazioni che esistono tuttora e sono punto di riferimento per i falconieri e per chi si vuole avvicinare a quest’arte.

In Italia, la falconeria viene praticata su tutto il territorio nazionale, sia in aree urbane che rurali, con una maggiore presenza in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e una discreta presenza anche nelle regioni del sud (anche se al momento non esistono associazioni specifiche). In ogni caso, la pratica della falconeria, essendo strettamente legata alla natura, dipende fortemente dai territori disponibili, dalla loro conformazione e dalla disponibilità di prede, nonché delle limitazioni territoriali e temporali proprie dell’attività venatoria.

La localizzazione geografica attuale della falconeria ricalca in gran parte quella storica legata alle corti rinascimentali e ancor prima ai Palazzi comunali toscani e i Castelli federiciani nel Sud Italia. In Italia, tra le testimonianze artistiche e architettoniche, espressione della pratica della falconeria, ci sono: i castelli sforzeschi lombardi nelle città di Milano, Pavia e Vigevano; Palazzo Ducale e Palazzo Tè a Mantova; il Casino di Caccia presso il Bosco della Fontana a Marmirolo; Castello Buonconsiglio a Trento; il Palazzo Pubblico di Siena; la Torre Grossa di San Gimignano; la cripta e il Castello di Melfi; Castel del Monte in Puglia; il Palazzo dei Normanni a Palermo.


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Le donne e la falconeria

Le donne e la falconeria

Oggi, ad avvicinarsi alla falconeria, oltre ad un gran numero di giovani che hanno deciso di studiare (anche attraverso specifici corsi di laurea) e praticare questa arte, ci sono anche tantissime donne.

Le donne non sono nuove alla pratica della falconeria in realtà. Nel Medioevo, infatti, in un’epoca dove le donne non potevano studiare ed erano limitate nelle loro azioni, era comunque permesso loro di praticare l’arte della falconeria, che all’epoca veniva vista come immagine all’Amore “Cortese”.

Celebre appassionata di falconeria nella storia, era Beatrice d’Este, moglie di Ludovico il Moro con il quale condivideva questa grande passione. Come si evince da una lettera scritta alla sorella Isabella, ella soleva esercitarsi e praticare nei pressi del Castello di Vigevano.


Il falcone per la sua alterigia e superbia, vole signoreggiare e sopraffare tutti li altri uccelli che son di rapina, e sen desidera essere solo; e spesse volte s'è veduto il falcone assaltare l'aquila, regina delli uccelli.

Leonardo da Vinci

La Falconeria come metafora di vita

La Falconeria come metafora di vita

La falconeria rappresenta un patrimonio culturale straordinariamente vasto e sconosciuto, tanti e vari sono i temi ai quali è legata. Nei ritroviamo rifermenti nell’arte, nella letteratura, nella poesia, nella toponomastica e nei nomi di famiglia, nella musica, nel teatro e tanto altro.

In arte, esistono tante rappresentazioni di scene di caccia in cui la falconeria è il soggetto principale del quadro, ma non bisogna fraintendere perché queste immagini hanno quasi sempre un doppio senso. Per esempio, “Il combattimento fra il falco e la sua preda” è molto spesso da leggere in chiave politica, come una specie di metafora di guerra fra due paesi.

Ma non esiste un unico immaginario associato alla falconeria, i significati possono essere tantissimi e alle volte anche in contraddizione l’uno con l’altro. La rappresentazione del “Combattimento aereo fra il falco e la sua preda” può anche avere un significato diametralmente opposto a quello della guerra, poiché molti artisti e poeti hanno utilizzato questa lotta dei corpi come metafora dell’amore: poiché in amore ci si può anche ferire ed essere preda o carnefice.

La falconeria come metafora d'amore è stata utilizzata per rappresentare varie forme d’amore (cortese, carnale, divino). Questo sembra dovuto alla natura del falco: il falco non essendo mai stato addomesticato dall’uomo mantiene una sua libertà inalienabile e questo significa che, quando viene rilasciato dal falconiere al momento della caccia, potrebbe anche volarsene via e non tornare più. Se ci pensiamo, questo è esattamente ciò che succede con la persona amata, che potrebbe andarsene via in ogni momento.

Questo rapporto unico di fiducia fra il falconiere e il falco ha ispirato e catturato l’immaginazione degli artisti, che ha fatto sì che la falconeria non sia mai stata solo una semplice storia di caccia. Questo aspetto forse oggi si è un po’ perso, ma era chiarissimo ad artisti come Leonardo, Dante, Boccaccio, Shakespeare e tutti gli altri che se ne sono ispirati nelle loro opere.


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