Unico nel suo genere, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, simbolo di pace UNESCO, ricompone la storia millenaria di una nobile arte.
Faenza è una squisita città d’arte in provincia di Ravenna piena di luoghi in cui “esserci”, vuoi per vedere qualcosa di assolutamente meraviglioso, vuoi per mangiare qualcos’altro di risolutamente delizioso. Qui te ne parliamo per l’arte che l’ha resa famosa worldwide: la ceramica.
Il suo MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche è un’eccellenza nel settore riconosciuta ovunque nel mondo. Tra i tesori che custodisce si annoverano pezzi provenienti da ogni parte del globo. E per l’UNESCO è un Monumento Testimone di una Cultura di Pace. Ecco perché dovresti visitarlo. E visitare Faenza.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Monumento Testimone di una Cultura di Pace UNESCO
Un museo unico al mondo che raccoglie 60.000 opere espressione della nobile arte della ceramica. Il Mic, ovvero il Museo delle Ceramiche in Faenza, racchiude in oltre 15.000 mq un percorso lungo, articolato e mai banale, denso di fascino.
Si parte dal 4000 a.C. fino ad arrivare ai giorni nostri, passando dalla raffinatezza delle maioliche rinascimentali al design del Novecento, con firme, tra gli altri, di Picasso, Matisse, Chagall, Legér, Dalì, Burri e Fontana.
La prima mostra venne allestita nell’ex convento di San Maglorio in occasione delle celebrazioni per il terzo centenario della nascita di Evangelista Torricelli, scienziato faentino inventore del barometro. L’anno era il 1908 e l’iniziativa diede lustro internazionale a un’arte da secoli parte del tessuto culturale di Faenza. Le produzioni ceramiche italiane ed europee esposte per l’occasione costituirono il primo nucleo del nuovo museo.
Ad oggi, la collezione, ricchissima, è la più ampia al mondo. Un patrimonio artistico straordinario che porta il visitatore a spasso per secoli, luoghi e atmosfere tanto diversi quanto stupefacenti per pregio e ampiezza del numero di manufatti esposti.
Ma non solo. La biblioteca del Museo conta all’incirca 68.000 volumi ed è un punto di riferimento prezioso per studiosi, artisti e studenti. La Fototeca della Ceramica, invece, raggruppa un ragguardevole archivio fotografo delle collezioni ceramiche sia pubbliche che private di tutto il mondo.
L’esposizione si articola in più macro aree. Si parte, al piano terra, con le ceramiche delle Grandi Civiltà a rappresentare Estremo e Vicino Oriente, culture precolombiane, mondo classico, antico Egitto e Islam. Il primo piano ospita una raccolta di opere faentine dal Medioevo al Barocco, inclusi i cosiddetti “bianchi” e produzione della Fabbrica Ferniani. Si prosegue con una folta selezione in costante aggiornamento di ceramiche del Novecento italiano ed europee dal XVI al XX secolo. Chiude il percorso la sezione dedicata alle ceramiche popolari e devozionali.
All’ingresso del museo e nel giardino è inoltre presente una serie serie di grandi installazioni a firma di prestigiosi nomi dell’arte contemporanea e del Novecento: Alberto Burri, Mimmo Paladino, Carlo Zauli, Pietro Melandri, Franz Stähler, Pino Spagnulo e Luigi Ontani.
Perché il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza è patrimonio UNESCO
Nel 2000, l’UNESCO ha inserito il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza nel registro dei Monumenti Testimoni di una Cultura di Pace.
Il MIC, da sempre impegnato nell’acquisizione, conservazione e promozione dell’arte ceramica, è un punto di riferimento a livello internazionale.
La sua storia, cominciata all’inizio del XX secolo grazie al fondatore Gaetano Ballardini, il legame con la città che lo ospita e che già nel nome racchiude un riferimento all’arte della maiolica, le esposizioni e i tanti eventi di cui si è reso promotore, hanno spinto l’UNESCO a riconoscerlo quale “espressione dell’arte ceramica nel Mondo”.
Un’eredità importante che il MIC continua a portare avanti tenendo fede allo spirito del suo statuto e all’impegno di “raccogliere e disporre sistematicamente i tipi della produzione ceramica italiana e straniera”.
Dal 1932, il MIC organizza inoltre il Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte - Premio Faenza, manifestazione che punta un faro sull’universo creativo che ruota intorno alla ceramica e che contribuisce alla sua valorizzazione, promozione e rinnovamento.
Le ceramiche di Faenza
Una storia (anche) d’amore impressa su tante facciate, balconi, portoni e che racconta del lungo, antico legame tra Faenza e l’arte che l’ha resa celebre nel mondo: la ceramica.
Un connubio indissolubile, tangibile fin dal toponimo, che di maiolica ne è diventato il sinonimo (faïance per i francesi, faience per gli inglesi).
La lavorazione della ceramica a Faenza è affare di lungo corso, basti pensare che le prime fabbriche risalgono al I secolo a.C. Un’arte sviluppatasi grazie alle argille presenti nel fiume Lamone che, impiegate a dovere, presero forme via via sempre più complesse.
Fu durante il Rinascimento che la produzione locale acquisì una crescente notorietà anche nel resto d’Europa. In questo periodo i manufatti faentini si ornano dei tipici occhi di penna di pavone e di figure femminili, le cosiddette “belle donne”.
Nella seconda metà del XVI secolo arrivarono i Bianchi di Faenza, raffinatissime maioliche candide a lucenti.
Le botteghe sono i luoghi in cui rivive questa tradizione di bellezza e sapienza artigiana. Visitarle vuol dire scoprire un tassello importante della storia cittadina.
Oltre al MIC, Faenza ospita il Argillà Italia, il festival biennale della ceramica che richiama artisti e collezionisti da ogni parte del mondo per la sua mostra-mercato lungo le strade del centro.
Conosciamo Faenza: due passi per la città
Posta a metà strada tra Bologna e Rimini, Faenza è una splendida città d’arte, con un centro storico ricco di monumenti e punti d’interesse che ne riflettono il corposo passato medievale, rinascimentale e neoclassico che la disegna.
Oltre alle famose maioliche, alle tante botteghe artigiane e al Museo Internazionale delle Ceramiche, questo angolo di Romagna regala scorci da incorniciare ed esperienze appaganti e divertenti (anche a tavola).
Punti di riferimento della cittadina, collegate da corso Mazzini e corso Saffi, piazza della Libertà e piazza del Popolo formano una sorta di unicum urbanistico, quasi come se fossero un grande e continuo spazio a cielo aperto.
Qui si affacciano alcuni degli edifici civili e religiosi più rappresentativi di Faenza: i medievali palazzo del Podestà e palazzo Manfredi, la cattedrale di San Pietro Apostolo, la barocca fontana Maggiore, il raffinato portico degli Orefici.
Le strade tutt’attorno rivelano preziose architetture, dimore eleganti e palazzi nobiliari. Tra tutte spicca palazzo Milzetti, uno degli esempi più belli dello stile neoclassico in Emilia Romagna e sede, non a caso, del Museo Nazionale dell'età neoclassica in Romagna. Colpisce per le sontuose decorazioni delle sue sale e il grande giardino con la fiabesca Capanna rustica.