La storia e le caratteristiche del grano jervicella, eccellenza gastronomica di Monte Giberto.

Il territorio in cui si trova Monte Giberto, la cosiddetta Marca Fermana, è caratterizzato da mare, colline e montagne. Questa varietà di paesaggi e climi, lo rende unico e fertile.

Il legame tra cucina e territorio è molto forte e la gastronomia fermana ci offre una grande quantità di prodotti e piatti tipici, legati alle tradizioni contadine e marinare.

In particolare, a Monte Giberto, viene coltivato un grano antico che per le sue caratteristiche è diventato un'eccellenza gastronomica: il grano jervicella.

In questo articolo vi raccontiamo la storia, le caratteristiche ed i prodotti e specialità culinarie, a base di questo grano montegibertese!

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La storia del grano jervicella, il grano di Monte Giberto

Grano jervicella: eccellenza di Monte Giberto

La coltivazione del grano jervicella nelle provincie di Fermo ed Ascoli Piceno, è già documentata dagli inizi del 1800.

In particolare, nel 1811 su richiesta di Filippo Re, Giovanni Brignoli, professore di botanica ed agraria ad Urbino, stilò un elenco delle varietà di frumento coltivate nelle Marche.

Nello stesso periodo Filippo Re coordinò una ricerca per raccogliere informazioni sui progressi e le tradizioni agricole dei territori del Regno d'Italia.

I risultati di questa ricerca, pubblicati negli Annali dell'Agricoltura del Regno d'Italia, confermano la presenza nel territorio marchigiano, di un grano identificato con il grano jervicella per colore e dimensione.

Un'altra fonte scritta importante del 1884, relativa all'agricoltura ed alle condizioni dei contadini, rivela informazioni utili sulla localizzazione delle coltivazioni di grano jervicella, e sul suo uso per la produzione di cappelli di paglia.

Alle fonti scritte si aggiunge la testimonianza di Giulia Jervicella, figlia di Giuseppe Jervicella, montegibertese identificato come creatore di questa varietà di grano.

Giulia racconta che, negli anni '40, durante il fascismo, da un cespuglio in un campo della tenuta di famiglia a Monte Giberto, suo padre iniziò la selezione e coltivazione del grano Jervicella, che poi si diffuse velocemente nelle campagne marchigiane.

Il grano jervicella fu anche riconosciuto e iscritto all’Albo Nazionale dei Cereali dell’Istituto di Genetica “Nazareno Stampelli” di Roma.

Dopo la guerra, a partire dagli anni '50, la situazione cambiò in quanto la produzione di questo grano si ridusse sempre più, perché molti contadini lasciarono le campagne in cerca di lavori meno duri nelle città della costa adriatica.

La motivazione della riduzione di produzione di grano Jervicella è anche legata alle sue stesse caratteristiche.

Si tratta di un grano che può crescere molto in altezza, di conseguenza, esposto alle intemperie, si rovina facilmente e si piega fino a terra.

Inoltre, lo Jervicella è un grano che non produce in grandi quantità. Per questo molti contadini decisero di coltivare altri grani, più bassi e più produttivi.

I pochi contadini che rimasero a Monte Giberto, continuarono in parte la coltivazione di questo grano, conservando un'antica tradizione e permettendoci di continuare ad avere dei prodotti genuini sulle nostre tavole.

L'origine del nome

Grano jervicella - Monte Giberto

Sull'origine del nome Jervicella esistono due teorie.

Secondo la prima teoria jervicella deriverebbe dalla parola “jerva” (erba), presente nei dialetti piceni.

Il diminutivo e significato di erbetta sarebbe collegato ad una particolare caratteristica di questo grano che, se piantato in primavera, al momento della mietitura, risulta essere più basso rispetto al grano seminato in autunno.

L'altra teoria, fortemente sostenuta dalla famiglia Jervicella, sostiene che il nome semplicemente derivi dal creatore di questa varietà di grano: Giuseppe Jervicella.

Le caratteristiche del grano jervicella

Grano jervicella - Marche

Il grano jervicella è un grano originale autoctono, non contaminato e non modificato geneticamente come molti cereali utilizzati negli ultimi anni. Una sua caratteristica molto importante è l'alta digeribilità.

Ha inoltre delle ottime caratteristiche nutrizionali. E' povero di glutine e ricco di fibre. E' fonte di proteine e viene raccomandato nelle diete ipocaloriche, per il suo basso contenuto glicemico. 

Pane, pasta e dolci a base di grano jervicella

Tortellini jervicella - Monte Giberto

A Monte Giberto potrete assaggiare dell'ottima pasta, pane e gustosi dolci, a base di grano jervicella.

La farina di grano tenero Jervicella, è ricca di fibre e proteine e contiene pochi zuccheri e carboidrati.

Il pane che si ottiene dalla farina di grano jervicella è consigliato per una dieta giornaliera equilibrata.

E' un pane rustico, gustoso, ricco di principi nutritivi e poco alveolato, in quanto povero di glutine.

Come alternativa al pane classico abbiamo i cracker jervicella, la focaccia e la cosiddetta “scrocchiarella”, una pizza croccante e sottile.

Con la farina jervicella si cucinano dolci gustosi come il ciambellone, il biscotto secco con l'anice ed anche i maritozzi con i mirtilli rossi.

Infine, gli amanti della pasta, potranno gustare diversi formati di pasta all'uovo e farina di grano jervicella, la pasta di semola di grano jervicella ed anche i tortellini.

Un piatto tipico che vi consigliamo di provare sono le tagliatelle jervicella con sugo di carne in umido.

Si possono assaggiare i piatti e prodotti tipici del territorio, durante una delle tante sagre ed eventi eno-gastronomici che si svolgono durante l'anno a Monte Giberto.

Tra le sagre più famose nominiamo la festa della tagliatella che si svolge ad aprile e la festa d'autunno che si svolge in ottobre.

Il grano Jervicella per la produzione dei cappelli di paglia

La cultura contadina insegna ad utilizzare tutto ciò che la natura offre, senza sprechi.

Il grano Jervicella, grazie al suo lungo stelo, è utilizzato anche per la produzione di cappelli tradizionali di paglia.

In passato i contadini usavano un pratico e fresco cappello di paglia quando andavano a mietere il grano.

In provincia di Fermo, la lavorazione del cappello di paglia si è sviluppata a Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone, soprattutto nel corso del XIX secolo.

Montappone è considerata la capitale del “distretto del cappello”. Qui è possibile visitare l'interessante Museo del cappello che, con l'ausilio di diversi materiali, racconta come dal grano jervicella si realizzano i cappelli di paglia.

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