Scopri il nostro itinerario del centro storico di Treia, creato per guidarti tra le meraviglie del borgo marchigiano. Seguilo e lasciati incantare.
Ha vegliato per venticinque secoli sul paesaggio delle Marche e ha molto, moltissimo da raccontare. Lo fa a modo suo, con discrezione, attraverso un linguaggio fatto di silenzi e bellezza. Ascoltandola, scoprirai tesori di cui — forse — non sospettavi l’esistenza.
Famosa sia per essere la Città del gioco del pallone col Bracciale, sia come “musa” di Dolores Prato, che l’ha descritta alla perfezione in un’autobiografia tanto toccante quanto originale, Treia è uno dei borghi più belli da visitare nella regione.
Qui ti diciamo come fare, con un itinerario ideale che copre i punti di maggiore interesse del centro storico.
Il nostro itinerario del centro storico di Treia
Meno di 10 mila abitanti, per niente caotica e facilmente visitabile a piedi. Eppure, Treia è una città a tutti gli effetti: lo ha stabilito Pio VI nel 1790.
È possibile delineare sia un itinerario sommario del centro storico che tanti percorsi tematici per meglio conoscere le sue tante sfaccettature (quella culturale, paesaggistica, sportiva, gastronomica…).
Noi abbiamo cercato di strutturare un tour ideale (ma non esaustivo) degli highlights da non perdere. Da parte tua, tieni la mente aperta a varie ed eventuali deviazioni di percorso: chissà che non scopri qualche tesoro nascosto.
A Treia ci sono gioielli firmati da geni dell’architettura come Giuseppe Valadier e Andrea Vici; una delle più belle piazze pensili delle Marche; un’istituzione secolare come l’Accademia Georgica; splendide ville storiche, uno dei cento teatri storici della regione. E poi ancora tanti altri punti d’interesse che conquistano tutti, anche i più avventurosi.
Scopri quali sono nel nostro itinerario del centro storico di Treia.
L’itinerario del centro storico di Treia. Prima tappa: Piazza della Repubblica
La prima tappa del nostro itinerario del centro storico di Treia è piazza della Repubblica, esempio splendente di piazza pensile baciata dal sole (nelle belle giornate) e da un panorama invidiabile sulle colline marchigiane (sempre).
La scenografica balaustra progettata dal Vici, con al centro il monumento dedicato a Pio VI, incornicia lo slargo su tre lati. Prendiamocela comoda e guardiamoci bene intorno: i palazzi che danno su questa particolare piazza a forma di ferro di cavallo sono tra i più importanti e interessanti del borgo.
Qualche scatto al panorama e oltrepassiamo la fontana zampillante in bardiglio blu per vedere da vicino alcuni degli edifici più rappresentativi di Treia. Partiamo dalla settecentesca chiesa di San Filippo, al cui interno, finemente decorato, si trova un pregevole Cristo patiens del XV secolo. Il luogo è fulcro della devozione locale, in quanto vi riposano quattro martiri cristiani: Valentino, Aurelio, Castoria e Venusta.
Usciamo per incamminarci verso il vicino loggiato del Palazzo Comunale. All’interno, si possono visitare la Pinacoteca e la Sala degli Stemmi. Entrambe sono collocate al piano nobile, occupato da una nutrita collezione formata da molteplici dipinti databili tra Settecento e l’Ottocento, perlopiù ritratti e soggetti sacri.
A pochi passi dal Palazzo Comunale c’è un elegante edificio del XIX secolo opera di Giuseppe Valadier. È la sede della prestigiosa Accademia Georgica, custode di un vero tesoro: un patrimonio di 14 mila volumi a cui si aggiunge un archivio storico comunale tra i più antichi della regione.
Seconda tappa: La Cattedrale e le porte di Treia
Passiamo per il colonnato del Mercato Coperto e immergiamoci in via Luigi Lanzi. La strada è molto suggestiva, con una sequenza di palazzi signorili a scandire la breve passeggiata.
Il campanile che vediamo svettare tra i vicoli ci segnala che siamo vicini alla nostra destinazione. La torre campanaria del XII secolo è quella della Cattedrale di Treia, un’opera decisamente più recente a firma — ancora una volta — dell’architetto romano Andrea Vici. Un tuffo nella storia e nell’arte sacra del borgo e siamo pronti a ripartire.
La strada stretta e tortuosa che si allunga nei pressi della Cattedrale è nota ai locali come Le Macinette, ma sulla mappa la troverai indicata come via Mazzini. La percorriamo per raggiungere prima Porta San Martino, all’estremità nord delle mura, e poi Porta Vallesacco, un monumento nazionale testimone della storia treiese.
Proprio nei pressi di quest’ultimo ingresso, considerato il più bello e famoso di Treia, nel 1263 si consumò una fiera battaglia che vide i cittadini di Montecchio (così era chiamata all’epoca Treia) sconfiggere e imprigionare Corrado D’Antiochia.
Terza tappa: lo Sferisterio e il teatro Comunale di Treia
Ci incamminiamo per Via Vallesacco, costeggiamo l’abside della Cattedrale e giungiamo al cospetto di un simbolo di Treia: l’Arena Carlo Didimi, tempio della Disfida del Bracciale. Se ci sono in programma partite di pallone col bracciale, l’area smette di essere una strada e torna ad assumere la funzione di sferisterio.
Allo sport più popolare di Treia è anche dedicato un piccolo ma interessantissimo museo che vale la pena visitare per apprendere qualcosa in più su una tradizione così appassionante e carica di suggestioni.
Camminiamo ancora per un po’ e attraversiamo Porta Cassara, il cui nome ricorda l’antico castello nelle cui segrete venne imprigionato Corrado d’Antiochia. Siamo nuovamente all’interno delle mura di Treia.
Qualche passo ed eccoci in piazza Arcangeli, dove a spiccare è lo storico Teatro Comunale inaugurato del 1821. Visitandolo, si ha l’opportunità ammirare uno splendido sipario ottocentesco raffigurante la battaglia di Porta Vallesacco. Il teatro è inoltre la sede del Centro Studi Dolores Prato, l’istituto dedicato a preservare l’eredità della celebre scrittrice del Novecento che ha proiettato Treia sulla scena culturale nazionale.
Ci sentiamo forse un po’ stanchi e affamati? Un break è più che meritato. Le specialità locali, poi, sono golosissime: si va dai calcioni treiesi, i tipici ravioli dal sapore dolce-un-po’-salato con ripieno cremoso, ai classici marchigiani come il ciauscolo.
Quarta Tappa: il Museo Civico Archeologico e le chiese di Treia
È il momento di riprendere in mano il nostro itinerario del centro storico di Treia e rimetterci a esplorare.
Il palazzo detto La Rotonda (si riconosce facilmente proprio dalla forma) segna l’incrocio tra via Roma, via Don Giovanni Minzoni e via Garibaldi. Percorriamo la prima per entrare nella chiesa di San Francesco e proseguire successivamente fino a incontrare Porta Roma, un altro degli otto ingressi al borgo.
A questo punto, dobbiamo prendere una decisione. Opzione A: facciamo una deviazione, passiamo all’esterno delle mura e visitiamo il Museo Civico Archeologico e la sua collezione testimone del passato più remoto del territorio treiese.
Opzione B: continuiamo il nostro vagare, attraversiamo via Ilario Altobelli, via dei Mille e vicolo Santa Chiara, raggiungiamo Piazza Don Nicola Cervigni e visitiamo le belle chiese di Santa Chiara e San Michele. Ci aggiungiamo anche una piacevole sosta nel giardino di San Michele, da cui si scorge la Torre dell’Onglavina.
Felici e riposati, attraversiamo Porta Palestro e costeggiamo le mura lungo viale Guglielmo Oberdan fino a Porta Garibaldi. Portiamoci quindi sulla strada omonima e teniamo gli occhi aperti: non faticheremo a individuare la casa in cui dimorò Dolores Prato da ragazza.
Prepariamoci ora a incontrare la Treia artigiana che si apre nel groviglio di salite e discese delle Strade Basse. Qui un tempo si susseguivano laboratori e botteghe di creta e ceramica. Prima però facciamo una deviazione verso Porta Nuova, detta anche “delle Scalette”: si trova in un posizione sopraelevata, dunque per raggiungerla tocca fare un bel po’ di gradini!
Quinta tappa: Santuario del Santissimo Crocifisso e San Lorenzo
Il nostro itinerario alla scoperta di Treia prosegue. Dopo aver vagato in luogo e in largo per il centro storico, ci allontaniamo di poco per raggiungere l’antico santuario del Santissimo Crocifisso. La struttura è imponente, dominata da una cupola alta ben 42 metri. In essa sono visibili tracce della Trea di epoca romana, come i i due preziosi mosaici rinvenuti negli spazi del convento. Meraviglioso il grande crocifisso in legno policromo ai cui piedi è presente una riproduzione cinquecentesca di Treia.
Cambiamo aria per un po’ di movimento in mezzo al verde. Saliamo in macchina e facciamo rotta verso la zona di San Lorenzo. Nei pressi della “montagna” dei treiesi sono presenti diverse aree di sosta, trovare parcheggio non sarà quindi complicato.
Trekking, pedalate in mountain bike, scampagnate con i bambini: siamo pronti per fare il pieno di aria fresca e divertimento! Il punto più alto, Monte Acuto, noto anche come La Roccaccia, presenta diversi percorsi attrezzati e aree ristoro. È possibile spingersi alla zona archeologica di Pitino, oppure fare un’escursione all’eremo di Santa Sperandia, l’insieme di grotte dove nel XIII secolo visse la monaca benedettina divenuta patrona di Cingoli.
San Lorenzo è inoltre molto popolare tra gli appassionati di due ruote, attratti dall’entusiasmante Bike Park. Se ti piace il downhill (o anche l’enduro) sappi che Treia ha pane per i tuoi denti!